Capitolo III

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  Erano passati altri due giorni dalla loro chiacchierata in cucina, e Peter aveva cercato in tutti i modi di non restare solo con Tony.

Non aveva paura di chissà cosa, ma non gli piaceva l'idea di provare interesse per qualcuno così grande, soprattutto uno come lui, che ogni tanto gli faceva domande sul perché non se ne andava fuori in paese a conoscere gente o a fare una passeggiata, invece di passare quasi tutto il tempo a leggere e studiare.

Peter rispondeva sempre che, una volta trovato il momento giusto per prendersi una pausa, lo avrebbe fatto. C'era tempo. Ancora un mese.

«Dov'è il libro di Algebra?», chiese Tony, deridendolo di nuovo, quando lo vide steso su un telo da mare in giardino, intento a leggere un altro tipo di libro.

«Finito. Darò un ripasso nei prossimi giorni, ora mi dedico ad altro», rispose, senza però guardarlo, continuando a farsi baciare dalla flebile luce del sole e dal leggero venticello che odorava di pioggia. Le nuvole nere erano lontane, ma Peter sapeva che presto avrebbe iniziato a piovere e avrebbe detto addio alla sua solitudine rilassante.

Tony gli rubò il piccolo libricino, e lui per riflesso incondizionato si alzò a sedere sul telo, a gambe incrociate, mentre l'uomo si piegava e si poggiava sui talloni.

«Patente di guida?», chiese, stupito.

«Oh, beh... è solo un tentativo! Vorrei... provare a prenderla! Non posso mobilitare sempre zio Ben per qualunque cosa», esclamò Peter, cercando di riprendere l'oggetto dalle mani dell'uomo e quello si scansò, sedendosi di peso accanto a lui e facendosi spazio con una piccola spinta della spalla.

La pelle di Tony e la sua entrarono in contatto per qualche secondo, e Peter si sentì avvampare.

E si sentì anche stupido per aver reagito senza un minimo di controllo.

«Cavolo, come cambiano le cose in pochi anni. Ai miei tempi era tutto diverso», commentó Stark, sfogliando velocemente il libricino con una certa luce infantile negli occhi.

«Zio Ben dice che ogni anno aggiungono cose. Stare al passo con i tempi è davvero difficile», sorrise leggermente e avrebbe tanto voluto alzarsi, scappare via.

Era spaventato dalle sensazioni che l'uomo era in grado di fargli provare, anche se quel calore e senso di impazienza erano quasi piacevoli.

In totale contrasto con i suoi pensieri, Tony alzò gli occhi verso il cielo e sbuffò poi chiuse il libro e lo lanciò sul prato, prima di alzarsi e guardarlo.

«Sta per piovere. Mi faccio una nuotata in piscina prima che inizi e dovresti farlo anche tu».

«No, non credo sia una buona idea», rispose Peter, sbuffando divertito, mentre sentiva il leggero vento alzarsi e che presto avrebbe portato quei nuvoloni neri proprio sulle loro teste.

Tony sospirò: «Andiamo, Peter! Non puoi passare tutta l'estate a studiare, dedica anche un po' di tempo a te».

«Questo è dedicare del tempo a me. Amo studiare, amo leggere, voglio essere preparato e sinceramente tra poco cadrà giù il mondo, perciò...», si interruppe, convinto di aver già adeguatamente espresso quel concetto, recuperando il libro di scuola guida e alzando le spalle, cercando di sorridere, di far vedere che, malgrado l'apatia che sentiva quei giorni velata di una terribile malinconia e attesa che le vacanze finissero, stava bene.

«Non ti sto chiedendo di andare chissà dove, ti sto invitando a farti una nuotata in piscina. Dovresti iniziare ad imparare a lasciarti andare un po' di più, o rimarrai fossilizzato per sempre in questo loop fatto di studio e solitudine», gli disse Tony, tendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi; un vero gemelli, uno che non demorde di fronte al primo no ma che al terzo sa di dover vivere e lasciar vivere e fu di questo che Peter ebbe paura.

Fools In The Rain - StarkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora