Da quando avevano iniziato a chiacchierare tranquilli a bordo piscina, i piedi ancora immersi nell'acqua, la sola luce del lampione sulla strada ad illuminare l'ambiente, persino l'aria si era fatta meno rigida.
C'erano dei gesti che in pochi minuti erano diventati già parte di loro.
Tony aveva cercato la sua mano ogni volta che per cause diverse si era sciolta dalla sua e distrattamente ogni tanto gli accarezzava il dorso col polpastrello del pollice.
Un gesto apparentemente stupido ma che per Peter significava tutto. Significava essere importanti per qualcuno, significava che certi gesti non era desideroso di compierli solo lui il che lo confortava enormemente.
«E' impensabile. Intendo il fatto che io interessi a qualcuno. Lo so, è un concetto stupido, davvero molto stupido, ma in diciotto anni di vita sei il primo che mi trova interessante. Da quanto lo hai capito che non ti ero... ecco... indifferente?», chiese Peter, timidamente, con la voglia di sapere cosa accidenti avesse mai fatto di così sconvolgente da averlo ammaliato a tal punto da confondergli le idee.
«Oh, da subito», rispose Tony e alzò le spalle ridacchiando, «diciamo dalla stretta di mano appena ho varcato la soglia di casa».
Peter alzò un sopracciglio, poi scoppiò a ridere e scuotendo la testa, rispose: «Che bugiardo! Non mi sopportavi! Guarda che me ne sono accorto! Non hai fatto altro che ignorarmi e fingerti interessato alle cose subdole che i miei zii ti dicevano ed era palese che non te ne fregasse un granché».
Anche Tony scoppiò a ridere reclinando la testa all'indietro, visibilmente orgoglioso di se stesso e Peter non sapeva riguardo a cosa, finché non rispose: «Quello era un modo per attirare la tua attenzione. Ho ragione o no nel dire che ti sei impegnato un sacco nel cercare di sorprendermi con tutte le tue filippiche su quanto la fisica quantistica ti piaccia? Come se non avessi notato la soddisfazione nei tuoi occhi quando tuo zio ha iniziato a tessere le tue lodi per via di quel diabolico e geniale aggeggio che hai costruito».
«Hai ragione in parte», gli concesse Peter e inclinò la testa di lato, avvicinando il viso al suo per ammirare da più vicino il luminosissimo sorriso che gli stava regalando. «Volevo sorprenderti ma volevo anche sentirmi... capito. Sembrava quasi che solo tu potessi capirmi e non ho cambiato idea», ammise e Tony alzò una mano per passarne il dorso sulla sua guancia.
«Ed io ti ho capito, Peter ma... è troppo difficile a volte lasciarsi andare così. Non è all'ordine del giorno per me, non è una cosa che faccio con una certa abitudine. Sembro spavaldo e tutto quanto, ma se l'ho fatto con te è solo perché non ho potuto continuare a fingere che non mi importasse niente. Quello che stavo cercando di fare era mettere dei paletti finché ero in tempo, per quello non volevo nemmeno provare ad avvicinarmi. Per quello desideravo riuscire ad ignorarti».
«E non ci sei riuscito», rispose Peter, quasi sollevato da quel fatto perché dopotutto se ci fosse davvero riuscito ora non sarebbero stati lì, a guardarsi negli occhi senza aver paura di dover distogliere lo sguardo per non palesare troppe cose.
Tony avvicinò il viso al suo; gli accarezzò una guancia con la punta del naso e fu uno dei gesti più dolci che Peter avesse mai ricevuto in vita sua e quasi il cuore gli saltò dal petto per quel fatto.
«E non ci sono riuscito», sospirò sulle sue labbra, prima di baciarle di nuovo con leggerezza e quando si staccarono Tony continuò: «E tu? Piccolo, arrogante, strambo amante dei ragni e della scienza, quando lo avresti capito?».
Peter rise di fronte a quel nomignolo inventato sul momento e, arricciando le labbra e alzando le spalle, sorrise.
«Non so. Non subito però. Ho odiato quell'atteggiamento che avevi nei miei confronti. Quel tono che usavi con me, trattandomi come un ragazzino ma ammetto che quel fastidio era dovuto al fatto che non mi stessi dedicando le dovute attenzioni, quindi credo sia quasi logico che anche per me sia stato immediato. Insomma, sarei proprio uno stupido a dire il contrario, no? Dopotutto non ho fatto nemmeno chissà che per tenertelo nascosto», rispose parlando a briglia sciolta, senza più alcun motivo per trattenersi ma era fin troppo consapevole di essere logorroico e annoiare le persone era una delle sue paure più frequenti, «Scusa, parlo un sacco».
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Fools In The Rain - Starker
Fanfiction(Conclusa) Il giovane Peter Parker si ritrova a vivere la stessa, monotona situazione ogni estate: lui, i suoi zii, la villa al mare e un inquilino scelto a caso con un annuncio sul giornale a dividere con loro le spese di quella vacanze. Tutto immu...