Capitolo IX

677 49 10
                                    


Quando Peter e Tony varcarono la soglia di Villa Parker, l'orologio a pendolo aveva appena finito di battere il suo rintocco, e le lancette erano puntate su l'una di notte.

Dissolto quel suono, rimase il silenzio che andò ad accentuare nel petto di Peter il tamburellare del suo battito cardiaco, specie quando, con la mano ben stretta in quella dell'altro, raggiunsero il piano di sopra in punta di piedi e Tony se lo trascinò in camera sua senza nemmeno una traccia di esitazione.

L'uomo sparì in bagno e tornò subito dopo, fronteggiandolo e posandogli un asciugamano sulla testa e la sfregó in modo da asciugargli i capelli e fu un gesto talmente premuroso che Peter non riuscì a non sorridere, mentre riceveva quella coccola e quando fu il suo turno di asciugare i capelli dell'altro, invitò Tony a sedersi sul letto.

Rimasto in piedi, Peter non poté far altro che godere per qualche secondo del tocco leggero delle dita dell'altro intorno ai suoi fianchi e arrossendo leggermente quando iniziò a carezzarli.

«Gli zii dormono da un pezzo», disse Peter, arruffandogli con lentezza la testa quando la liberó dall'asciugamano, sperando che Tony potesse capire le sue intenzioni, che cosa aveva in mente e che non aveva alcuna intenzione di tirarsi indietro.

Tony alzò gli occhi e lo guardò; la bocca leggermente aperta forse incapace di rispondere a quell'invito, forse impaurito dalle conseguenze, forse incapace di fermare i suoi desideri.

«Posso dormire qui?», chiese ancora Peter, pianissimo, chinandosi per poter avvicinare le labbra alle sue e reclamare un bacio nel tentativo di rassicurare l'altro che lui non si sarebbe tirato indietro.

«No, se poi sarò il tuo più grande pentimento, Peter», mormorò Tony, incatenato al suo sguardo e quel no era solo una grossa bugia. «E sono sicuro che lo sarà. Perciò finché sei in tempo, vattene da qui», concluse e fu il tentativo di cacciarlo più dolce che Peter avesse mai ricevuto in vita sua.

«Non lo sarai», gli rispose, semplicemente, prima di abbandonare l'asciugamano in terra e baciarlo, sentendosi quasi scoppiare per aver preso lui l'iniziativa stavolta e, guidato dall'istinto, si sedette a cavalcioni su di lui e Tony ne sembrò stupito ma non così tanto da fermarlo.

Sapevano entrambi di aver appena superato quella linea di non ritorno che un po', in un angolo buio della loro coscienza, li spaventava a morte.

Peter sentì le mani di Tony insinuarsi sotto la sua maglietta e accarezzargli la schiena con delicatezza ma anche con una sensualità che lo fece rabbrividire.

Tony poi lo fece sdraiare sul materasso e lo sovrastò, senza smettere un solo istante di baciarlo e quando le loro labbra si divisero, accompagnate da sospiri pesanti e rumorosi, ci fu uno scambio di sguardi che avrebbero potuto dire qualsiasi cosa.

«Peter, stai tremando», gli disse Tony, «Sei spaventato».

Lo era. Lo era a morte ma non così tanto da fermarsi, non da alzarsi e andare via senza averci per lo meno provato e sentiva che se non lo avesse fatto in quel momento lo avrebbe rimpianto per sempre.

Sorrise e cercò di mostrarsi più sicuro ma persino la voce gli uscì tremante e insicura.

«Non abbastanza», disse, semplicemente, poi corrugò la fronte e continuò, supplicando quasi: «Non ti fermare ora... per favore, Tony», e quella fu solo l'ultima scintilla che, subito dopo un momento di silenzio assoluto, lasciò spazio alla voglia di dimenticare ogni paura e Peter ne fu felice.

Si vergognò tantissimo a mostrarsi con addosso nient'altro che la propria pelle quando si sbarazzarono dei vestiti, ma ogni bacio che percorse il suo corpo riuscì a fargli cambiare idea ogni istante con più facilità ed esplorare ed essere esplorato fu dolce; dolce tanto quanto la pazienza di Tony nell'attendere che la vergogna diventasse abitudine e che il dolore si trasformasse in piacere.

Fools In The Rain - StarkerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora