Dieci anni furono anche troppi da reggere per lui. Yūriimpose al proprio cuore di continuare a pompare sangue soltanto per Yoon. Poi però tutto il dolore trattenuto e sopportato, servito a renderlo cupo e burbero come un vecchio saggio, esplose ed il fisico non resse più.
Trascorse davvero pochissimo tempo dopo la morte di Viktor, che già dopo qualche meseYūri si trovò promesso a nozze con Sarah Martell. Coetanea in età ma non in pensiero. Troppo pura ed ingenua per essere pronta a quel legame di comodo tra le due casate. Yūri la sposò per il bene del proprio nome, in quel momento più che mai responsabile di Grande Inverno data la scomparsa del padre.
In dieci anni, consumato malevolmente il matrimonio, la fertile, bella ed esotica Sarah non diede nemmeno un figlio a Stark. Preghiere agli dèi ed erbe curative non furono abbastanza per renderla feconda. Il suo ventre riscattava un nascituro, una lunga stirpe di eredi, ma Yūri non volle dargliene nemmeno uno. L'unico suo figlio era Yoon Bum, il solo erede a pieno diritto, il sangue generato dall'anima dissolta che amava. Yūri si trovava Viktor sempre e malvolentieri incollato alla pelle. Come quando il fuoco divampa sul corpo e i pezzi di stoffa delle vesti si fondono alla pelle ferita e disgustosamente bruciata. Yūrisi sentiva già sposato, e quella promessa di amore era stata sancita dall'anello d'oro ancora al suo dito. Sarah non avrebbe mai potuto rimpiazzare il ruolo di Viktor, e per tanto non meritava di essere una parte fondamentale di condivisione nella nascita di un figlio. Era già tanto che Yūri le concedesse del sesso ogni tanto per illuderla di poter provare comunque a concepire.
Yoon Bum, invece, all'età di dieci anni scorrazzava allegramente per le mura di Grande Inverno tutto avvolto nelle proprie vesti pesanti. Dimostrava di essere più piccolo, colpa soprattutto della sua magrezza. I capelli neri come quelli di Stark gli ricadevano folti sulla fronte, un tuffo di morbidezza giovane e sempre profumata. Le donne di casa Stark lo avevano accolto con cura e amore nel nucleo familiare, senza troppe repulsioni per la sua natura bastarda. Mila lo adorava infinitamente, trascorrendo quanto più tempo possibile tra i ricordi del nipote.Yūri in cuor suo sentiva che Mila riconoscesse d'istinto il sangue di Viktor in quel bambino, in alcuni tratti estremamente somigliante al Targaryen. Mila si era aiutata con Yoon per superare la perdita del futuro sposo.
Cresciuto tra l'accettazione e l'affetto dei lupi, Yoon era naturalmente divenuto uno di essi. Yurio invece aveva scelto di ascoltare i consigli di Yūri, e così di restare a Grande Inverno con loro. Yoon stravedeva per il biondo, sempre giovane e femmineo, pallido ed enigmatico con un qualcosa di rabbioso.
Tutti dovevano andare avanti e soffocare i tremendi ricordi, non c'era alterntiva.
Yoon però non aveva un metalupo, come tradizione degli Stark. Non aveva trovato quadrupede capace di addomesticare. Yūri non disperava molto, tranquillamente era consapevole di entrambe le parti nella natura del figlio. Yoon era nato per possedere un drago, e non un metalupo.
Il figlio bastardo di casa Stark però custodiva un segreto, da quando a sei anni si inoltrò nel bosco, perdendosi. Yūri e Yurio lo cercarono terrorizzati in lungo e in largo per ore intere, ritrovandolo poi tranquillamente seduto in terra in uno spazio privo di alberi, a ridere serenamente come se nulla fosse accaduto. A vegliare su di lui era stato la poderosa ed enorme bestia alata che ancora riconosceva il nome datogli da Viktor.
Yoon, crescendo, aveva preso l'abitudine segreta di salire in sella al proprio cavallo e raggiungere il bosco, in cui il curioso e bellissimo animale gli concedeva del tempo assieme. Yoon era un carattere molto timido e di poche parole, e fu' grazie a ciò che sin da piccolo non parlò mai con nessuno di quell'amico speciale.
Istruito dai maestri, leggendo libri di avventure e manuali sui draghi capì da se molte curiosità, ritenendo opportuno non parlarne con nessuno per evitare di mettere in pericolo qualcuno, compreso il drago. E poi in fondo era geloso di quel bellissimo privilegio, sarebbe stato da sciocchi condividerlo con qualcuno. Il nome dell casata Targaryen compariva su ogni scritto riguardante uomini e draghi. Yoon era troppo piccolo per comprendere ed arrivare ad un minimo ragionamento logico su quella sua situazione.
I dieci anni di Yoon però furono una tappa dolorosa nella sua vita agiata dalla tranquillità. Yūricon il tempo aveva continuato a soffrire per i suoi problemi alla vista, che anzi erano degenerati indebolendo il suo organismo. Un giorno si prese una febbre, che gli diede il tempo soltanto di vedere Yoon per l'ultima volta.
Il bambino era al solito posto nel bosco, riscaldato dalle ampie ali del drago, a giocare e ridere. La voce dello zio Yurio -così era stato abituato a riconoscerlo- lo chiamò con insistenza da lontano. Tutti sapevano dove trovare Yoon.
Yoon gli corse immediatamente incontro così da evitare a Yurio la scoperta del drago.
«Yoon!» Yurio lo chiamò per l'ultima volta, vedendoselo spuntare davanti al cavallo. Lo afferrò per un braccio magro e lo caricò in sella. Tirò le redini e corse verso la fortezza.
«Cos'è accaduto?» domandò, scomodo su quella sella.
«Tuo padre» bastò solamente mormorare quella breve frase per far comprendere tutto a Yoon.
Yūri tremava come una foglia nel suo letto. Sarah stava inginocchiata al suo capezzale, da vera moglie devota. Appena vide Yoon entrare nella stanza accompagnato da Yurio fulminò il bambino con sguardo disprezzante ed andò via. Rimasero soltanto il moribondo, il figlio e l'oro. Yoon aveva gli occhi lucidi e le labbra secche. Sapeva che suo padre si era ammalato ma i maestri lo avevano rassicurato dicendogli che con le giuste cure si sarebbe ripreso senza altre complicazioni. La febbre aveva contribuito a renderlo ormai del tutto cieco; gli occhi opacizzati da un colore innaturale e chiarissimo, il pallore e la magrezza, una valanga di altri dettagli resero Yūri il tremendo ritratto della malattia. Stringeva al petto il pugno in cui l'anello scintillava.
«Padre...»sussurò Yoon con voce stridula, poggiando le mani al letto. Yūri si voltò verso di lui indirizzato dalla sua voce. Sorrise con amore, senza sbattere le palpebre. Aveva dato così tanto a quel bambino, lo amava con tutto se stesso.
I due si presero per mano, e fu grazie a quel calore che Yūri trovò la forza per parlare;
«Yoon, figlio mio, non disperarti per uno spettacolo così patetico e drammatico. La vita è meschina, ma non bisogna essere passivi.»
«Padre non voglio che tu te ne vada.»Yoon tirò su con il naso, alcune lacrime gli inumidirono in viso magro.
«Figliolo, sapessi quanto ho tenuto duro. Adesso è finalmente giunto il momento della pace. Spero tu possa perdonarmi un giorno, ho fallito in questo. Avrei dovuto resistere ancora, per te.»
Yūri cercò con difficoltà il viso di Yoon, accarezzandolo con il suo tocco gelido.
«Yurio si prenderà cura di te, come ha fatto fin'ora. Prenditi cura di Mila e Mari, non dimenticarti di Sarah, e soprattutto rammenta la tua terra.»
«Sarò forte, lo prometto.»Yoon strinse i pugni.
«Lo so, lo sei sempre stato. Proprio come lui.»
In preda al delirio febbrile Yūrisi lasciò sfuggire qualche parola da sempre tenuta nascosta. Yoon non riuscì a capire ma non fece domande. Era abituato a non farne, come ad esempio chiedere di sua madre. Yoon era sempre stato troppo accondiscendente.
«Un lupo potrà anche essere braccato, ma rammenta Yoon, che un drago volerà sempre alto.»Quelle ultime parole di Yūri perseguitarono Yoon per anni interi, mettendolo più in tormento della morte stessa del padre.
Yūri Stark si spense nell'oscurità della sua vista, cullato dalla presenza del giovane figlio e dalla speranza di giacere per l'eternità tra le braccia di Viktor.
Non erano gli dèi che attendeva con coraggio dopo la morte, ma il suo amore che finalmente si arrestò e smise di logorarlo.
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White dragon and black wolf ||Victuuri AU Got|| ✔
FanfictionCi sono saghe che mai nessuno nei sette regni osa raccontare, non perché non se ne ricordino le storie, ma proprio perché quest'ultime, piene di vergogna, dovrebbero essere dimenticate. La Cittadella, ricca di testi antichi e nuovi, conosce a memori...