XIV - Non c'è scappatoia, il sangue ti inumidisce gli abiti

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Yūri cercò il Tyrell per tutte le stanze del palazzo; persino le cucine, le camere per la servitù e le torri.
La preoccupazione lo innervosì visibilmente, e la realtà gli crollò sul petto come un macigno. E se fosse accaduto qualcosa a Yuri?
Stark corse fuori dal palazzo, dirigendosi vicino alle mura più lontane dove nemmeno la servitù più miserabile andava a spargere la propria sporcizia. Era proprio lì che Makkachin spesso andava a posarsi come un colombo leggero.
Il drago vagava libero per i cieli immensi del regno, data la temporanea assenza del padronato di Viktor, ma alla fine tornava sempre da suo padre pur non entrandoci in stretto contatto. Makkachin percepiva la presenza di Viktor più indebolita e vulnerabile, ed era per quella motivazione che da quasi due giorni si era appostato in quella parte isolata per stare indisturbato. Un drago di quelle dimensioni però non poteva far altro che attirare attenzioni.

Yūri corse incontro alla bestia, senza nessuna paura. Il drago appena si accorse di lui mosse piano le ali per sgranchirle e alzò il collo lungo in un ringhio sereno. Stark ritenne che andare da lui in quel momento per niente appropriato fosse la cosa migliore da fare, guidato dall'istino. Controllare le condizioni del prezioso drago di Viktor, lì così vicino, gli sembrò doveroso.
E poi Makkachin nascondeva qualcosa oltre la coda che fungeva da barriera di protezione a un soggetto fragile e gelosamente custodito.
Yūri, con affanno, si immobilizzò davanti alla creatura così da mostrare sottomissione e calma.
Il drago scrollò il testone spostando piano la coda, come se stesse dando a Yūri il permesso di guardare. Il ragazzo rimase tristemente scioccato dalla visione che gli apparve davanti.
Accorse immediatamente, si gettò con le ginocchia per terra.
Yuri era rannicchiato su se stesso, con le ginocchia al petto e le braccia strette intorno ad esse. Il viso pallido incavato tra le ossa spigolose dei ginocchi; aveva i bei capelli d'oro tutti arruffati, gli occhi rossi e ancora umidi di lacrime.
A Yuri tremavano le mani ma non per il freddo. La veste leggera che indossava non era la sua, tutt'altro: una sorta di tunica bianca e corta, come quella di una donna, con le spalline sottili. Si gelava con solo quella in dosso, all'aperto, ma dal colorito arrossato della pelle di Yuri si intuiva che il freddo non lo toccasse affatto. La parte posteriore delle gambe era rigata da una scia sottile di sangue che aveva macchiato la veste chiara.
Yūri Stark sapeva da dove proveniva quel sangue.
Senza pensarci troppo strinse Yuri tra le braccia e lo riscaldò con il suo mantello pesante.

«Cosa ti è successo?» gli domandò, accarezzandogli il viso come se fosse un bambino. L'adolescente riprese a piangere, stringendo le mani al petto scarnito.
«JJ...» singhiozzò indolenzito «Lui mi ha dominato, mi ha preso. Eravamo io e altre tre puttane, e poi la donna rossa.»
Yūri imprecò. Strinse più forte il ragazzo, non sapendo cosa fare. Si sentiva colpevole di quello scempio.

«Il tuo cane è morto.» farfugliò il biondo, tirando su con il naso.
«Vicchan?» domandò con un aspro tono di dolore in voce.
«Sì, è stata lei a smembrarlo, per far nascere Yoon.» spiegò Yuri guardando Stark negli occhi.
«Come fai a sapere queste cose? Cos'altro ti hanno detto Yuri?»
«Non chiamarmi per nome, non farlo ti prego.» i singhiozzi l'avevano reso qualcosa che Yūri non avrebbe mai immaginato di vedere in un carattere come lui. Yuri si portò le mani al viso, scuotendo il capo: «Te ne prego, JJ lo ha fatto troppe volte. Non sono più Yuri, non voglio più esserlo. Chiamai Yurio, come mi aveva suggerito Viktor una volta.»
Yūri esitò per un momento, osservando il ragazzino con malinconia e preoccupazione. Gli prese il viso tremolante tra le mani ed annuì;
«Sì. D'accordo Yurio.»
Lo sorresse per le braccia aiutandolo a rimettersi in piedi; «Riesci a camminare?»
L'orgoglio di Yuri non gli diede alcuna risposta, tentando di fargli muovere qualche passo impacciato. Stark si rese conto che in quel modo Yuri non ce l'avrebbe mai fatta ad arrivare al castello, troppo scosso, debole ed indolenzito.
Yūri lo tirò su di peso facendolo gemere di sorpresa. Yuri non si ribellò, rimase soltanto zitto in uno stato di autocommiserazione. Continuò a piangere ma non fece rumore, si bagnò soltanto il viso.

Quando i due giunsero nella camera di Viktor raccontarono lui la faccenda, anche se in verità fu solamente Yūri a parlare. Il biondo rimase accovacciato davanti al fuoco per riscaldarsi, con la presenza del neonato dentro una cesta vicino a se per trarne serenità e conforto.
Viktor camminò nervosamente da una parte all'altra della stanza. La lunga veste da notte semitrasparente scivolava sul pavimento, e le maniche lunghe ricadevano fino a coprirgli le mani candide. Viktor zoppicava lievemente, ma d'improvviso trovò la forza per sopportare il dolore alla ferita fresca e alzarsi dal suo capezzale. I capelli argentei raccolti in una coda alta erano sporchi e disordinati, ma nonostante ciò la bellezza chiara del Targaryen non riportava danni.

«Scaglierò tutta l'ira del mio esercito sulla casata Baratheon!» esordì stringendo i pugni, non riuscendo nemmeno ad abbracciare Yuri per il forte dispiacere ed il senso di colpa. In qualche modo era come se lui stesso avesse dato il permesso agli aguzzini del cugino di fargli del male.
«Non è questo il momento, dobbiamo agire astutamente senza far errori che spargerebbero solamente sangue innocente.» ribatté Yūri più serio.
«La priorità mi sembra quella di andarcene, tornare a Grande Inverno.» Viktor si sedette lentamente su una panca di legno.
«Queste sono le parole coscienziose che voglio sentire da te.» disse lo Stark sorridendogli piano.
«Domani stesso. Dirò ai miei scudieri di iniziare a ferrare i cavalli e a preparare le carrozze.» con enorme gioia e sollievo di Yūri Viktor era tornato, poco a poco, a comportarsi come il bellissimo ed intrigante sovrano presentatosi non molto tempo prima nella sua casa. Viktor si diresse verso il suo grande armadio, scegliendo degli abiti scuri da indossare e sistemando alla meglio i propri capelli in uno chignon adornato da un pettine d'oro.

«Yuri...» Viktor fece per chinarsi all'altezza del cugino, frenato dalla sensazione di pressione e bruciore alla ferita.
«Yurio. D'ora in poi dovete chiamarmi in questa maniera.» rispose lui freddamente, con le fiamme riflesse negli occhi vitrei.
Viktor guardò Yūri, che non troppo lontano gli fece cenno con il capo di dargli retta.
«Yurio hai bisogno di riposo. Stenditi a letto e prenditi tutto il tempo che ti serve, qui sarai al sicuro.» gli disse Viktor, accarezzandogli i capelli annodati.
Yuri gli prese la mano, barcollando nel rimettersi in piedi difronte all'altezza slanciata di Viktor.

«Io li ammazzerò, tutti. Li guarderò morire con un cappio al collo, e vedrò bruciare la donna rossa.» ringhiò a voce bassa, il labbro inferiore in preda ai tremolii del nervosismo, gli occhi scintillanti di lacrime e collera.
«Mio piccolo principe, sarà il mio stesso drago a renderla cenere.»

L'unica cosa che il destino volle mandare loro per ostacolare ancora di più la situazione fu un corvo, proveniente da Grande Inverno.
Il lord Stark padre di Yūri era morto per una febbre fulminante, la madre e le sorelle richiedevano immediatamente la sua presenza al nord.
Fu Viktor a portare la notizia a Yūri, con il piccolo biglietto arrotolato tra le dita e la voce piegata dalla tristezza. Stark gemette per trattenere un singhiozzo che non trasparì mai.
Da soli, nella sala del gran maestro impolverata e disordinata, Viktor lo strinse in un abbraccio bollente, baciandogli la testa.
«Mi dispiace.» gli sussurrò tra il profumo dei suoi capelli corvini.
«Finché avrò te e Yoon troverò sempre la forza.»
Targaryen lo guardò negli occhi emozionato da quelle parole, sfiorandogli il mento con il pollice. I due amanti si baciarono nel grigio sfondo solitario che non sapeva più contenere il dolore.

«Cosa farai adesso?» gli domandò Viktor spaventato. Con gli occhi gli implorava di restare e non lasciarlo.
«Amore devo tornare, le mie sorelle e mia madre hanno bisogno della mia supervisione. Partirò oggi stesso, ma tu, Yoon e Yurio non dovete essere da meno. Comanderò gli scudieri di prepararsi per la vostra partenza di domani.»
«E Yoon?» chiese ancora, stringendosi più forte alle braccia di Yūri.
«Il mio viaggio sarebbe troppo estenuante per lui, portalo tu a Grande Inverno, sai prenderti cura di lui meglio di chiunque altro.»
Viktor lo strinse a se prepotentemente, per abbracciarlo con forza bruta. Affondò il viso nell'incavato della spalla di Yūri, che chiuse gli occhi e si morse il labbro.
«Anche se non sarò con te, ti starò vicino col cuore.» sussurrò Viktor al suo orecchio.
Yūri sgarrò gli occhi scuri, i capelli neri gli andarono sulla fronte.
L'amore, per lui, non era lo stesso fuoco rovente che travolgeva due amanti, era piuttosto il tepore che gli trasmetteva Viktor, la sua famiglia ed il suo regno. Viktor era la prima persona che avesse mai voluto tenersi così stretta.

White dragon and black wolf ||Victuuri AU Got|| ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora