Il gelo del nord quasi atrofizzava le dita, eppure Yūri si sentiva talmente in agitazione da trasformare quel freddo abituale e per lui sopportabile in un caldo umido d'estate. Sotto la pesante veste degli Stark sentiva di star sudando orribilmente per l'ansia ed il disagio.
Camminava a passi lenti sulla neve morbida, accanto Viktor, d'argento brillante, che sorrideva dolcemente guardando i propri piedi andare avanti e indietro, lasciando impronte sul terreno. Il Targaryen si strinse le spalle, tremante dal gelido vento sottile che gli impallidiva il viso giovane. Pur essendo ben incappucciato nelle proprie vesti pesanti, a quel tipo di gelo non ci si sarebbe mai abituato. Si domandava come facessero gli Stark a sopportare quel clima che raramente vedeva spiccare il sole alto e caldo.
I lunghissimi capelli lisci ondeggiavano dietro la sua schiena ad ogni passo, appesantiti dall'acconciatura femminile che comprendeva una treccia continua al centro del capo. Yūri conservava la propria serietà, ma non poteva far niente contro la propria volontà, riguardo al fatto di rimanere incantato da quel capelli chiarissimi.
Eppure Viktor non rientrava nei suoi canoni di preferenze; Yūri aveva goduto delle bellezze mascoline e fluide di uomini diversi a Dorne, perlopiù slanciati, barbuti, dai capelli accorciati e mossi, la pelle d'ebano e la sfrontatezza quasi per nulla effemminata. Però doveva anche rendersi conto che Viktor non era affatto uno di quegli uomini che viveva di sesso, vendendosi a chiunque pagasse la propria compagnia. Il Targaryen era un sovrano, era ricco di sapere e grazia, baciato dalla bellezza e dal portamento pacato. Yūri aveva assaggiato solamente una piccola parte di compagnia che esisteva nel mondo, in un certo senso, la più bassa e la più scontata; per quanto avesse adorato quei modelli di apprezzamento esteriore, nella sottile linea aggraziata di Viktor si sentiva canonicamente perso.
Perso come quando da bambino correva a giocare nelle strade del mercato e tra la folla, con la sua vista cagionevole, stava fermo, completamente disorientato.
Quegli occhi chiari si distolsero dalla neve in terra, e con espressione rammaricata e ingenua, quasi fosse quella di un bambino, si issarono a guardare il profilo armonioso di Yūri.
Un breve momento di silenzio venne riempito solamente dal rumore dei loro passi soffici, colmato da una serie di pugnalate di sguardi tutte addosso.
«Senti tanto freddo?» gli chiese Yūri con freddezza che però non riuscì a coprire la sua palese preoccupazione cordiale.
Viktor annuì stringendosi le braccia sempre di più, con il labbro inferiore che tremò debolmente. Lo Stark aveva intenzione di ritornare all'accampamento, soprattutto con la notte che stava per calare. Stare intorno al fuoco e in una capanna non sarebbe stato il massimo della comodità, ma pur sempre un'alternativa al congelare tra gli alberi. E poi le sue due guardie stavano attendendo la coppia di sovrani, a Yūri avrebbe dato non poco fastidio vederseli stare attaccati per il resto dei giorni a venire in caso di un suo ritardo nel tornare, per la preoccupazione degli uomini armati di spada.
Vicchan gli camminava con passo silenzioso accanto, tornato dal padrone con il muso umido di sangue rosso, e gli occhi gialli attenti, a scrutare con attenzione il Targaryen. Il pelo marrone del meta-lupo brillava per piccoli fiocchi di neve sciolti che gli inumidivano il manto, mentre Viktor quasi percepiva ancora il suo enorme drago allontanarsi nel cielo, e tornare a Grande Inverno.
Yūri fece correre qualche pensiero diverso per la testa, rallentando il passo. Dopo alcuni secondi passati soprattutto a lasciarsi addolcire dalla premura nei confronti del Targaryen inferrddolito, prese la sua decisione.
«Seguimi, per di qua. C'è una sorgente termale nelle vicinanze, una caverna ricca di vapori caldi, ti aiuterà a riprenderti dal freddo del nord.» Yūri cambiò bruscamente direzione, seguendo un sentiero quasi del tutto nascosto dalla neve. Viktor sgranò gli occhi con sorpresa, ricco di entusiasmo e contentezza tenera.
Con moderata velocità, accentuata però dalla fretta preoccupata dello Stark, i due figli delle diverse nobili casate svanirono tra gli alberi scuri coperti dalla candida e pesante neve. Yūri fece strada, con Viktor alle spalle, sempre stretto in un inutile abbraccio a se stesso nel tentativo di riscaldarsi, fallendo specialmente per il vento che più veloce gli finiva in faccia.
Da un fitto groviglio di alti arbusti, si trovarono dinanzi ad un imponente parete rocciosa, esposta alla vastità del cielo celeste, chiarissimo ma privo di nuvole. Una piccola entrata dall'architettura naturalistica di una specie di arco a tutto sesto attirò più di tutti l'attenzione di Viktor.
Piccoli fiocchi di neve gli si infransero sulle guance chiare, facendogli sbattere velocemente le palpebre. Yūri guardò il principe dei draghi, riuscendo benissimo a vederlo anche attraverso la fioca nitidezza dei suoi occhi anormali. Restò incantato nuovamente alla vista di quell'alto profilo aggraziato, luminescente di chiari colori, affilato come l'acciaio di una spada, bello più di un gioiello.
Viktor voltò il capo verso il più piccolo, sorridendogli piano, con le mani arrossate sulle nocche strette sotto braccio.
«Cos'altro aspettiamo, di congelarci ancora? Coraggio, entriamo.» lo Stark parve risvegliarsi dai propri pensieri confusi, spedendosi con fare convinto all'interno della cava bollente.
Quando Viktor varcò la soglia di quella grotta dalle pareti scurissime, si sentì improvvisamente a suo agio. Il clima di Grande Inverno non era poi una cosa molto sopportabile a cui abituarsi; l'inverno non era ancora arrivato e già si rischiava di morire assiderati in mezzo agli alberi, Viktor pensava a quale tipo di freddo potessero andare incontro gli abitanti del nord durante il lungo gelo della stagione vera e propria.
In quell'osasi naturale di calore incredibile quasi riuscì a sentirsi come all'interno del ventre di un grande drago dormiente.
Vicchan zampettò con leggerezza superba tra alcuni massi sparsi al centro dell'enorme spazio coperto. La caverna era altissima quanto abbastanza larga da lasciare spazio pur affollata da diversi minerali massicci, alcuni incandescenti, altri consumati dal calcare. L'odore di zolfo, pungente e quasi soffocante, seccò la gola a Yūri, che dovette trattenersi dal tossire.
Viktor camminò qualche passo avanti a lui, rimasto fermo a scaldarsi meglio i piedi. Lo Stark inizialmente scorse con lo sguardo il proprio animale setacciare gli angoli della grotta con l'olfatto, ma immediatamente, come una bestia selvaggia che nel bosco percepisce un minimo rumore, si voltò verso la figura del Targaryen che gli mostrava le spalle, ora nude.
A Yūri mancò il fiato, lo zolfo poté sentirlo inglobarsi nei polmoni. Viktor aveva lasciato cadere in terra il proprio cappotto umido di neve sciolta, scavalcandolo con i piedi che, altrettanto nudi come il resto del suo corpo, camminarono ancora in avanti. Il giovane lupo non esitò un istante ad abbandonare la sorpresa iniziale di quell'immagine candida di nudità poco distante da se, correndogli incontro con preoccupazione.
«Allontanati di lì, potresti ustionarti!» disse allarmato, allungando una mano verso Viktor, troppo tardi per il suo intento.
Il Targaryen aveva iniziato la propria discesa in una serie di gradini naturali nella pietra immersa dall'acqua bollente. Al centro della grotta, di fatti, vi era un grande cratere di acqua termale, da cui veniva tutto il calore capace di riscaldare quell'ampio posto. L'acqua ribolliva come in un calderone, gorgogliando rumorosamente tra bolle di calore che emanavano vapore denso, disperso nell'aria.
Presto la parte inferiore del suo corpo sparì nel movimento di quell'acqua, così come il petto. Per la profondità del fondo duro e bollente, su cui i piedi di Viktor erano poggiati, poté rimanere asciutto dalle spalle in poi, fatta eccezione per una stragrande lunghezza di capelli albini ormai zuppi.
Yūri rimase attonito, sentendosi uno stupido dinanzi ad una sorpresa simile. Viktor si voltò verso di lui, sorridendo divertito, quasi come se stesse giocherellando tra l'acqua fresca di un ruscello.
Il nobile Stark aveva da sempre studiato la storia dei sette regni, le sue septe erano state rigide riguardo l'educazione di un futuro re del nord, così come i diversi maestri che lo avevano istruito sulle battaglie importanti del passato.
Ricordava la casata Targaryen, quella che più da bambino l'aveva affascinato, per via dei draghi.
Questi erano il sangue del drago, discendenti dai supremi lord dell'antica fortezza di Valyria, il loro retaggio proclamato dalla loro prodigiosa, ed inumana, bellezza: occhi color indaco, capelli biondo argento o platino.
Yūri conosceva la loro discendenza a partire da Aegon I il Conquistatore, Aenys I figlio di Aegon e Rhaenys, e il fratello Maegor I. Se solo si sforzava meglio di ricordare, la lunga serie di nomi e date di altri Targaryen gli sarebbero tornati alla mente, ma con Viktor immerso nella caloria pericolosa del cratere, in quel momento Yūri riuscì solo a tacere e guardare.
Quel principe aveva sfatato il mito dell'ormai completa estinzione dei draghi, portandone uno -gigantesco e possente- direttamente nel suo regno. Viktor dal sangue misto tra Targaryen e Tyrell, contrario alla purezza della propria casata d'origine portata avanti per secoli da incesti, poteva affermare tutte le più pregiate caratteristiche di un vero sangue di drago. Dalla bellezza pura, al colorito platinato, al possesso di un drago, e all'immunità sul calore. Se Yūri avesse solo provato a mettere un piede in quell'acqua se ne sarebbe uscito con una bruciatura rosea e pulsante tutta a coprirgli la pelle.«Dev'esserci un motivo per il quale vengo anche chiamato il non-bruciato. Lo hai per caso dimenticato Yūri?» Viktor si rivolse al ragazzo dai capelli neri con fare allegro e spiritoso, iniziando a farsi trasportare dalla pressione dell'acqua, e nuotare piano più al centro del cratere, dove ormai il fondo non riusciva più a toccarlo.
«Normalmente, non capita spesso di incontrare un principe padrone di un drago, e che viene baciato dal calore.» rispose Yūri, sfilandosi dalle spalle la pesante pelliccia. Abituato al suo freddo, quello sbalzo termico in mezzo al calore lo fece accaldare, specialmente quando la sua attenzione ricadeva continuamente sugli strascichi di pelle chiara che emergevano a pezzi dal pelo dell'acqua.
Si riscaldò le mani contro i fumi provenienti dalla conca, tirando poi indietro alcuni ciuffi di capelli scompigliati che gli si liberavano sulla fronte.
«Ti chiederei di unirti a me, ma non credo che ad un lupo piaccia un calore simile.» ironizzò ancora Viktor, nuotando nella direzione di Yūri. Arrivato ai suoi piedi, si poggiò con le braccia sul bordo piano della sorgente, alzando il viso verso la fiera lunghezza nera di Yūri. I due si guardarono da livelli di altezza differenti, uno pareva un gigante, mentre l'altro una sirena tanto cantata dai pirati.
La femminilità di Viktor ritornò ad imporsi, sovrastata però dallo sguardo dolce ma scaltro della sua severa parte mascolina. Anche la cute era tempestata da leggere gocce d'acqua che però non bagnavano del tutto i suoi capelli.
Yūri deglutì socchiudendo le labbra. Scese in ginocchio verso Viktor, tenendosi in equilibrio con le mani sul pavimento, vicinissime alle braccia del maggiore. Lui parve assuefarsi dolorosamente di quel contatto lasciato sospeso, tra la loro semplice pelle. Si erano baciati ma non era stato abbastanza, per entrambi.
«Cosa vuoi, Viktor? Vuoi per caso fare sesso? Stai cercando altri modi per provocarmi?»
Il maggiore sorrise, muovendosi nell'acqua insopportabilmente calda; «Sei tu che mi hai portato qui, dunque, forse quello che tra i due vuole concedersi ai piaceri della carne non sono io.»
Yūri parve arrabbiarsi, perlopiù messo a disagio con espressione imbarazzata. A guardarlo in quel modo Viktor sorrise sotto i baffi, dolcemente, coprendosi le labbra con una mano. Lo Stark sospirò dal naso, assottigliando lo sguardo messo a dura prova dall'insolenza di quel principe.
«E se ti dicessi che la lussuria con te sarebbe come quella condivisa con una donna?» azzardò Yūri.
Viktor si fece scappare una risata divertita e sorpresa, incalzando; «Oh, sei mai stato con una donna?» Yūri non rispose, le dita del più grande gli sfiorarono il dorso di una mano, quasi scottandolo.
«Perché mai dovremo parlare di certe cose? Chi ti dice che io da te voglia esclusivamente il piacere? Tu non hai capito, giovane Stark, sei completamente assente dal mio vero ideale. Stare con qualcuno non significa necessariamente cogliersi immediatamente a giacere assieme. Io voglio molto di più, di quello che tu già sei, e so che puoi darmi. Sai cosa desidero davvero da te?» domandò Viktor.
«No.» rispose serio il ragazzo più piccolo.
«Arrivar a fare l'amore e, alla fine, non restare vuoto. Avere te da guardare.»
«Parli di cose frivole, come se già fossimo perdutamente innamorati.» Yūri fece una smorfia.
«E chi ti dice che non lo siamo, o che non possiamo diventarlo? Forse tu ancora non lo senti, ma io sono talmente pieno di tutto questo che muoio di freddo. Non chiamarlo amore, quello è di tutti, piuttosto pensa ad una fiamma. Tu il fuoco e io la neve, che si scioglie non appena ti si avvicina.»
«Dimmelo tu, coraggio, dimmi tu, Viktor, cosa vuoi fare di noi.» sbottò lo Stark, confuso, agitato, annebbiato dalle parole di Viktor.
Si guardarono in un momento di sguardi lucenti, vicinissimi. Vollero baciarsi ma non riuscirono a chiudere gli occhi per smettere di osservarsi.
Il Targaryen fece uscire dall'acqua un braccio che prese a gocciolare sugli stivali di Yūri. Gli accarezzò il viso, diventato quasi un vizio. Si sorrisero, senza alcun motivo apparente.
«Voglio solo prenderti per mano.» Viktor chinò il capo da un lato, facendo sbuffare dolcemente il più piccolo.
Con imbarazzo gentile fecero annodare le loro dita assieme, una bagnata di calore, l'altra gelata di neve. Viktor si tirò fuori dall'acqua, issandosi con uno scatto veloce delle spalle. Possente, snello, bellissimo, Yūri non poté fare a meno di porgergli la propria pelliccia a poco a poco riscaldatasi. Il Targaryen rimase avvolto in quella coccola di pelli rannicchiato quasi fosse un bambino. Entrambi i due nobili si poggiarono con la schiena contro un grosso masso, seduti l'uno accanto all'altro.
Restare semplicemente vicino, con i piedi per terra, gli occhi a riposarsi, e le mani assieme, in continuo movimento tra di loro.
Yūri e Viktor si amavano già, ma non riuscivano a capirlo. Tra di loro c'era la forza di tutti i guerrieri dei sette regni.
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White dragon and black wolf ||Victuuri AU Got|| ✔
FanficCi sono saghe che mai nessuno nei sette regni osa raccontare, non perché non se ne ricordino le storie, ma proprio perché quest'ultime, piene di vergogna, dovrebbero essere dimenticate. La Cittadella, ricca di testi antichi e nuovi, conosce a memori...