Felicità elfica

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Hermione

Dobby è felice e scorazza tra i corridoi della casa di Grimmuld Place. Sarebbe bellissimo, ma sbatto le palpebre e mi accorgo di aver sognato.

Harry mi ha spesso ripetuto di non avere intenzione di usare in alcun modo la strutture, così... e se lo trasformassi in un ricovero per elfi?

Attualmente, alle tre di notte, l'unica persona a cui posso raccontare la mia brillante idea è Ron, ma sta dormendo beatamente. Così tiro fuori tutta la mia spietata crudeltà e lo scuoto per svegliarlo. <Ron. RON!>. Il metodo più efficace sarebbe tirargli una gomitata nello stomaco, ma urlerebbe così forte da svegliare tutto il vicinato, quindi continuo a chiamarlo a basa voce con tono di voce rispettoso della quiete pubblica.

Infine sussulta e, appena si accorge che non è successo niente di allarmante, chiede scocciato: <Uff, che vuoi?>

Io comincio a spiegargli entusiasta del sogno e del fantastico progetto per il C. R. E. P. A., ma lui si limita ad esclamare: <E tu mi svegli per questo?!>, per poi rimettersi a dormire.

Non è un gran risultato, ma sono pur sempre le tre di notte.

La mattina successiva mi presento puntualmente nell'ufficio di Harry, sperando fortemente che accetti il progetto. Appena arrivo lo investo gridando in un solo fiato: <HARRY POSSO TRASFORMARE GRIMMULD PLACE IN UN RICOVERO PER ELFI?>

Solo dopo mi ricordo che a casa ha una moglie all'ottavo mese di gravidanza e un bambino piccolo. Infatti si getta sulla poltrona, beve una gran sorsata di caffè e chiede, strizzando gli occhi: <Puoi ripetere?>

Così recupero la calma e spiego la questione in modo più tranquillo. Lui si limita ad alzare il pollice e dire: <Ti do carta bianca>.

Non saprei spiegare come mai oggi il mio cervello sia così sconnesso, ma reagisco gridando: <Sììì!> e passo una buona mezz'ora a saltellare per i corridoi del Ministero. E meno male che dovrei lavorare...

L'unica cosa sensata che posso fare ora è scaraventarmi da Kingsley per presentargli il mio progetto. Lui, dopo avermi chiesto se stessi bene, lo approva comunque.

Il giorno dopo mi presento nella vecchia casa dei Black. Sono rimasta sveglia per due notti di fila, ma sono riuscita a farmi un'idea piuttosto buona dell'organizzazione degli spazi. Ci sarà cucina la cucina, la camerata e... be', così via.

Attraverso le stanze della dimora mi tornano alla mente una marea di vecchi ricordi, tanto che spesso arrivo alla commozione.

D'improvviso, però, mi ricordo di una mancanza. Dov'è Kreacher? Inizio a chiamarlo con ansia: <Kreacher? Kreache, dove sei?!>. Corro all'angolino in cui era solito dormire, ma vi trovo solito un biglietto con la scritta: "Fatti passare di mente queste stupide fantasie, sanguemarcio".

Vengo assalita da un conato di vomito. In primo luogo erano anni che nessuno non mi rivolgeva più quell'insulto, ma soprattutto quella che ho appena letto era evidentemente calligrafia di Draco Malfoy. Ma perché quello ha deciso di sabotare ogni singola idea prodotta dai miei neuroni?

Cerco di analizzare con più calma la situazione. Innanzitutto la sua famiglia potrebbe provare ancora rancore per la faccenda di Dobby. Poi quest'iniziativa potrebbe "danneggiare" molti ricchi maghi che ancora sfruttano quelle povere creature. E infine, la prossima volta che parlo al Ministro, devo assicurarmi che non ci siano biondini ficcanaso ad origliare.

E ora che devo fare? Sento le lacrime rigarmi le guance, non so se per la rabbia o per la disperazione. Potrei filare dritta a Villa Malfoy, ma non è detto che Kreacher sia lì, quindi torno al Ministero per denunciare agli Auror la scomparsa dell'elfo.

19 anniWhere stories live. Discover now