Alisson Becker.

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Alisson Ramses Becker; Roma.

"Alisson Becker pronto a partire, Chelsea e Liverpool in gara per appropriarsi del portiere brasiliano....(clicca per continuare a leggere)"

Era questo che la testata giornalistica riportava, uno dei tanti articoli su questo calciomercato estivo.
Non li leggevo di solito, non mi interessava il calcio.
Non mi interessava prima di incontrare Lui.

Sento il cuore sgretolarsi dopo aver letto per l'ennesima volta l'articolo.
Non ci potevo credere, non ci volevo credere.

Alisson, il mio Allison poteva lasciare Roma, la mia Roma.

Mi siedo sul divano, lo sguardo perso nel vuoto e le lacrime libere di rigare il mio volto.





Inizio Flashback.

«spiegami come mai mi trovo qui.» sbuffo dopo essermi seduta sui seggiolini degli spalti del campo di allenamento di Trigoria.
«perché vuoi vedere la tua migliore amica felice.» mi sorride raggiante Beatrice.
«mai più, davvero, mai più.»
«smettila di lamentarti.»
«ma hai visto quanta gente c'è?»
«è normale che si sia tutta questa gente Val, sono allenamenti a porte aperte.»

Guardo Beatrice felice come una bambina mentre guarda il campo verde nell'attesa che i giocatori escano.
Per la noia iniziò ad aggiornare ripetutamente la home di Instagram sperando di trovare qualcosa di nuovo, ma nulla.

Un'urlo assordante mi spaventa, tutti sono in piedi per i giocatori appena entrati.
Cosa ci troveranno di così eclatante in questo sport non lo so.

«STEPHAN.» urla Beatrice muovendo la mano per farsi vedere.
«mi hai rotto un timpano.»
«non farla così tragica.» mi fa la linguaccia, «hai visto che bello che è Stephan?» mi chiede con occhi sognanti.
«è carino dai.»
«carino? Solo carino? Io non ti capirò mai.» mi dice scuotendo la testa contrariata, molto contrariata.

Passiamo due orette a vedere gli allenamenti, sono stanca di star seduta e di sentire la gente urlare per farsi notare dai loro begnamini.

«dai suu andiamo, così posso farmi una foto con loro.» Beatrice si alza raggiante, «muoviti Valentina.»
«ci sono, eccomi.»

Guardo Beatrice felice mentre fa le foto con più persone possibili, spingendo e urlando alle persone che la spingono via.
Io sono appoggiata alla ringhiera lontano per non far fare fila inutile si tifosi.

«tu non ti fai le foto con noi?» mi giro di scatto verso il campo trovando un ragazzo in divisa e con i  guantoni i mano è il portiere, ma io non so chi sia.
«no, non mi interessa il calcio.»  gli dico e lui mi sguardo confuso.
«e perché sei qui allora?» mi chiede con il suo accento straniero.
«ho accompagnato la mia migliore amica Beatrice» la indico sorridendo felice per lei, «ama la Roma e voi tantissimo.»
«ne sono felice.» mi sorride, un sorriso luminoso, raggiante, «posso sapere almeno come ti chiami?»
«Valentina, tu?»
«non sai chi sono?» ride sorpreso.
«no, ho solo intuito che sei un portiere.» sorrido inclinando leggermente la testa.
«Alisson, piacere.» mi sorride porgendomi la mano che io prontamente stringo.
Vorrei chiedergli di dov'è originario quando dei ragazzi ci interrompono chiedendogli una foto, lui accetta felice guardandomi come per chiedermi scusa di essere stati interrotti.




«sono felice, sono felice.» esclama Beatrice, facendo piccoli salti andando verso il parcheggio.
«ho notato, ma ti prego contieniti, ci stanno guardando tutti.» le faccio notare.
«non mi importa, che vedano quanto sono felice ed euforica.» mi sorride ignorando tutte le persone che la guardano.
«maaaa, tu signoria mi devi raccontare qualcosa?» mi chiede appena si siede in macchina, girandosi verso di me.
«no, nulla.» le risponde confusa accendendo la macchina.
«E la tua chiacchierata con Alisson sonounfigodellamadonna Becker la chiami nulla?» mi grida contrariata tirandomi un leggero pugno sul braccio.
«abbiamo solo parlato..» le dico iniziando a raccontarle quello che era accaduto.
«è un ragazzo molto dolce.»
«e tu come lo sai?»
«lo so per- O MIO DIO ALISSON HA MESSO LIKE ALLA MIA FOTO CON LUI.» urla.
«non urlare ti prego, sono a meno di cinquanta centimetri da te, ti sento lo stesso.»
«ma ti rendi conto?» dice muovendosi sul sedile, «vuol dire che ha visto il mio tag, oddio.»
Scuoto la testa ridendo per la sua reazione, cosa può fare un semplice like.
«sono felice per te merdina, ma smettila di urlare ti prego.» la imploro dopo aver sentito l'ennesimo urlo, i miei timpani chiedono pietà.
«è che, o mio dio Val, non puoi capire.»
«cosa non possono capire?» le domando confusa guardandola quando siamo ferme a un semaforo.
«non è per la foto con lui.»
«e allora perché hai urlato distruggendomi un timpano?» le chiedo alzando un sopracciglio.
«guarda qui.» mi posiziona il mio telefono illuminato davanti alla faccia, guardo e ci sono delle notifiche su Instagram.
«ti ma messo like alle foto, alle TUE foto. Renditi conto ti prego, è Alisson Becker. Avrà cercato il mio profilo per trovarti.» mi pizzica un braccio poco prima di ripartire, «hai fatto colpo sorella.» urla di nuovo, battendo le mani.
«se come no.» rido scuotendo la testa, «ora ti prego smettila di urlare.» la imploro sfinita.
«ok ok, scusa.» ride.





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