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"Quando parti?"
"Ho l'aereo alle 14, tra poco vado a prepararmi" si alza e dopo avermi baciato, se ne va.
Vorrei fermarla, vorrei avere la forza di dirle ciò che provo ma non ci riesco. Ci provo, davvero, ma quando la guardo negli occhi non riesco a dire nulla perché ho paura che lei non possa ricambiare i miei sentimenti e che la possa perdere per sempre.
"Ti ho preparato i pancakes con il miele" me li indica mentre lei si ingozza di pancarrè con la Nutella. In alcune cose non è cambiata per niente, è la solita piccola buffa Aleksja.
"Grazie sono buonissimi" li divoro in tre minuti e insieme sistemiamo la cucina.
"Devi proprio partire?" Le chiedo.
Annuisce con lo sguardo basso, come se non ne fosse felice.
"Non devi per forza, puoi rimanere qui con me"
"Non posso, mi aspetta" risponde e anche se non fa il suo nome, so bene a chi si riferisce.
"Perché ci stai insieme? Lo posso capire?"
"Perché si Arek, sì"
"Ma non è un motivo valido! Fai di tutto per sembrare innamorata ma io ti conosco e so che non lo sei, te lo leggo negli occhi"
"Allora smettila di guardali" gira le spalle e fa per andarsene ma la fermo.
"Dimmi perché"
"Perché si. Perché dopo tutto quello che ha fatto per me non posso lasciarlo lì così, non posso"
"Cosa ha fatto per te? Non so a che ti riferisci.."
"La storia dei regali e dei messaggi anonimi. È stato così dolce e carino che non me la sento di piantarlo in asso"
"La storia dei regali?" Chiedo e mi scappa un sorriso isterico "che stronzata"
"Forse per te lo è ma non per me. Ora scusa ma devo andare a farmi una doccia" stavolta se ne va davvero.

Non riesco a credere che sono la rovina di me stesso.
Sono un coglione, un vero e proprio coglione.

INSTAGRAM ; Arek MilikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora