Erano passati ormai 5 mesi dall'ultima volta che avevo visto Thomas.
Come tutti i pomeriggi io e Newt eravamo nel nostro laboratorio a lavorare ai progetti per la cura.
Ci volle molto per convincerlo a lavorare insieme a noi, ma quando capì che non avremo più fatto male a nessuno cominciò a fidarsi.
I progetti della Base N°2 erano molto diversi da quelli della WICKED: avevamo intenzione di creare un posto dove tutte le persone muni sopravvissute avrebbero potuto vivere e restare, gli offrivamo cibo e protezione in cambio di qualche test del DNA e prelievi del sangue.
I dottori erano convinti che Thomas non potesse essere l'unico ad avere la cura, perciò raccoglievamo quanti più muni possibili in giro per l'America e li portavamo nella base.
Non mi dispiaceva aiutare le persone, il fatto è che la vita cominciava a diventare monotona: ogni giorno facevamo i prelievi alle persone che arrivavano e ogni giorno non c'era nessun risultato dai test.
I dottori non si davano per vinti, ma io ero sicura che fosse impossibile riprodurre un sangue come quello di Thomas.
In quel momento io stavo analizzando al microscopico un campione di sangue di una donna che era arrivata quel giorno, invece Newt se ne stava al computer per schedare i dati.
Incredibilmente il ragazzo era molto portato per la tecnologia e la manualità, imparava in fretta e ci metteva sempre passione in quello che faceva.
"Io sono stanco e tu?" disse voltandosi verso di me con la sedia girevole.
"Si anche io lo sono, ma te l'ho detto un milione di volte che non possiamo prenderci una 'pausa' durante il nostro turno di lavoro" dissi rimproverandolo ancora una volta per la sua pigrizia.
Era bravo col computer, ma non era un lavoro che lo entusiasmava parecchio.
"Hai progressi?"
Chiese lui conoscendo già la risposta.
"... No"
"Perfetto, allora la pausa la possiamo prendere"
Disse distirandosi nella sedia e mettendo le mani dietro la testa in modo rilassante.
Il camice bianco era slacciato e la maglietta nera che aveva sotto lasciava trasparire i suoi addominali.
Teresa! Come puoi fare dei pensieri del genere?! Insomma, è Newt.
Mi rimproverai mentalmente. Dovevo ammettere che quando aveva il camice era particolarmente carino, ma era pur sempre Newt.
"Va bene, lasciami finire qui e poi andiamo. Piuttosto, come procedono le ricerche?"
Lo sguardo divertito dell'ex raduraio si spense d'un tratto a quella domanda.
Era ormai da qualche mese che io e Newt avevamo cominciato le ricerche del Porto Sicuro.
Eravamo riusciti a mandare dei droni di nascosto a perlustrare le isole della costa Orientale, ma non avevano ancora trovato anima viva che ci abitasse.
"Più o meno procedono come procede la cura"
Disse mettendosi composto sulla sedia.
"Lo prendo come un 'al solito'.
Io ho finito qui. Che cosa vuoi fare sta volta?" dissi riponendo i vetrini negli appositi contenitori e buttando via i guanti da laboratorio.
"Non ne ho proprio idea, ma cominciamo dal uscire da questa prigione bianca e... Beh... Andare in un corridoio bianco"
Appendemmo i camici alla parete e dopo esserci sterilizzati uscimmo e passeggiammo per i corridoi della base.
"Che ne dici se andiamo in cucina e rubiamo qualcosa?" chiesi con tono malizioso.
"Uo Uo uo! Da quando in qua Teresa si mette ad infrangere le regole? Chi ti ha stregata?" disse lui esterrefatto.
Risi alla sua battuta e gli diedi un leggero pugnetto sulla spalla.
"Hey! Anche io sono capace a fare la ribelle sai?"
Il biondo alzò le mani in segno di arresa.
"Allora fammi vedere la ribelle che è in te" disse con un sorriso provocante.
Le cucine erano poco lontane da lì, quindi con una breve corsa fummo subito arrivati.
Il mio spirito ribelle terminò quando mi resi conto di non avere nessuna idea di come entrare dato che l'unica porta disponibile era ermeticamente sigillata.
Rimasi a fissare la porta a due ante per qualche secondo, poi mi girai in direzione di Newt con espressione speranzosa.
Lui si mise a ridere silenziosamente squotendo la testa.
"Ho capito, ci penso io"
Il ragazzo controllò che il corridoio fosse libero e si diresse verso i condotti d'aria che si trovavano sulla parete di fianco alla porta.
In poche mosse riuscì a smontare la griglia e si infilò dentro alla condotta.
Lo guardai basita.
Non potevamo fare irruzione dalle condotte, se ci scoprivano ci cacciavano!
Da dentro le tubature mi fece cenno con la mano di andare con lui.
"Allora? Che aspetti? Dov'è finito il tuo spirito ribelle?"
Disse canzonandomi.
Feci spallucce e a malincuore lo seguii.
Pregai che le nostre azioni da irresponsabili non ci sarebbero costate caro."Sei sicuro di quello che fai"
Mi chiese Teresa da dietro non appena ebbe richiuso la condotta.
Quel posto angusto e buio mi stava facendo venire la claustrofobia, fortunatamente avevo un forte autocontrollo.
"Fidati, l'ho già fatto un paio di volte"
"Cosa?!"
"Si, qualche settimana fa. Sei tanto sconvolta. Qui è così noioso."
La mora in tutta risposta mi diede una botta sul polpaccio.
"Ahio! Ma che hai? Mi picchi perché ho infranto le regole. Mi duole informarti che lo stai facendo anche tu in questo momento"
Dissi voltandomi e cercando di vedere la sua faccia nonostante il buio delle condotte.
"No, sono offesa dal fatto che tu non mi abbia invitata" disse mettendo il broncio.
Continuai a gattonare ignorandola.
"Non era mica una festa privata... E poi tu non sei il tipo. Oh guarda, siamo arrivati"
Tolsi nuovamente la griglia e potemmo uscire da quello spazio angusto.
La cucina era altrettanto buia, ma per fortuna dall'ultima volta che avevo fatto irruzione avevo lasciato nascosta una torcia sotto il bancone della mensa.
La presi e la accesi.
"Tu dici che non sono il tipo?"
Disse lei prendendomi la torcia dalle mani e dirigendosi verso il contatore.
Si mise la torcia in bocca e in poche mosse riuscì a far partire il generatore illuminando l'intera mensa.
Mi guardò con le braccia ai fianchi sorridente in attesa di complimenti.
"Niente male devo ammettere. Ma voglio vedere se sei tanto brava a scovare il cibo"
Alla fin fine non fu molto complicato, tenevano le provviste sempre negli stessi cassetti.
Quel pomeriggio facemmo scorpacciata di biscotti al cioccolato e succo d'arancia.
Finita la merenda ci stendemmo sopra i tavoli, in silenzio, a fissare il soffitto, con la pancia piena e molto felici della nostra violazione.
La nostra tranquillità però venne interrotta da delle voci provenienti dall'esterno.
Ci alzammo all'unisono dai tavoli guardandoci inpanicati.
Mi diressi immediatamente a sistemare la griglia mentre Teresa andava al contatore per spegnere la luce mentre io mi diressi alle condotte.
Non fece in tempo però a raggiungermi e dovette nascondersi sotto i tavoli pregando che nessuno la scoprisse.
"Sta pur certo che sta volta non sarà un viaggio vano" disse il primo uomo al secondo entrando nella stanza ancora non illuminata.
"Si ma se dovessimo fallire ancora non so cosa ci succederebbe, potrebbero cacciarci."
Dalle condotte feci cenno a Teresa di gattonare senza fare rumore.
"Ti puoi fidare, sta volta sono sicuri di averli trovati"
A queste parole la vidi bloccarsi di colpo dando una leggera testata ad una gamba di un tavolo.
"Cos'è stato?"
"Cosa?"
"Ah niente, mi pareva di aver sentito qualcosa. E dove?"
"Vicino alle Bahamas, nella Moore's Island precisamente. Ma sono informazioni top secret, non so altro.
Comunque se quei dannati ragazzini fossero veramente li ti pensi cosa succederà? Il mondo potrebbe veramente avere una speranza."
Io e Teresa ci scambiammo uno sguardo, ero sicuro che stava pensando ciò che pensavo io.
Il Porto Sicuro.
" Quando credi che partiremo per la ricerca? "
" Giugno mi dicevano. Ma forse più avanti, sono tempi duri. "
Teresa continuò ad avanzare senza intoppi fino a raggiungermi nelle condotte
Aspettammo che i due uomini finissero di parlare per poi andarcene.
" Teresa ti rendi conto? Thomas, Minho, sono la! "
Lei mi fece segno di fare silenzio.
"Shh non urlare. Comunque sì ho sentito."
La ragazza incrociò le braccia pensierosa.
"Ma come non sei contenta?"
Le chiesi a bassa voce risistemando la griglia delle condotte. Lei sembrò tornare in sé.
"Cosa? No certo che sono contenta, ma sto pensando. Dobbiamo organizzare una via di fuga."
Improvvisamente mi venne l'illuminazione e annui soddisfatto.
"Teresa. C'è l'ho io un piano"
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Io E Te Contro Il Mondo
FanfictionSono sopravvissuti. Teresa e Newt sono stati salvati. Per loro ha inizio una nuova vita e soprattutto la ricerca dei loro amici che sembrano essere scomparsi. Fanfiction ambientata dopo gli eventi de La Rivelazione (il film) Leggete tutta la premes...