Capitolo 3 Il Piano

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Qualche ora dopo ci dirigemmo di nuovo in mensa, sta volta per cenare.
Portammo i nostri vassoi al tavolo e ci sedemmo uno di fronte all'altro per parlarci meglio.
"Newt mi vuoi dire sì o no il tuo piano?" chiesi per l'ennesima volta all'ex raduraio.
"Abbi pazienza, non voglio che nessuno ci senta."
Si guardò un attimo in torno per controllare che non ci fosse nessuno che stesse origliando e cominciò a parlare sottovoce mentre cominciava a divorare il suo pasto.
Per non destare sospetti cominciai a mangiare anche io.
" Allora, dato che siamo a Febbraio abbiamo molto tempo per escogitare un piano fatto bene, ma dato che sono un genio mi è venuto in mente subito."
"E da dove viene tutta questa modestia signor "ho un piano e non lo dico a nessuno"?" dissi prendendolo in giro.
"Dai non scherziamo. Allora come ben sai per arrivare alle Bahamas avremo bisogno di una Berga.
Le berghe della base sono strettamente sorvegliate da telecamere e guardie armate 24 ore su 24.
Ma io, avendo già studiato in passato una via di fuga simile, sono riuscito a scoprire l'ora esatta in cui le guardie si danno il cambio, e cioè alle 11:30 in punto, ogni notte. Se tu riuscissi a disattivare le telecamere anche solo per 10 minuti, non verremmo ripresi e potrei agire di soppiatto riuscendo a cogliere di sorpresa le guardie del cambio stendendole. Potremmo rubare una Berga e volare felici verso le isole tropicali.
Il problema sarà però riuscire a disinstallare il localizzatore che c'è all'interno della Berga prima di rubarla, sennò saremmo rintracciabili fin dall'inizio. "
Era un bel piano tutto sommato, ma aveva alcune lacune.
" Newt è un bel piano, ma come farai a stendere 6 guardie armate se tu sei solo uno? E come faremo a disattivare il localizzatore senza dare nell'occhio?
Poi io non credo che tu abbia mai visto i curcuiti di una berga, sono veramente angusti e sono fatti a posta perché ci possano passare solo i robot. Questo piano non potrà funzionare "
" Quale piano? "
Eravamo talmente concentrati nella nostra conversazione che non ci eravamo accorti che qualcuno ci stava ascoltando.
Erano Jake e Johanna, rispettivamente fratello e sorella.
Praticamente erano il miracolo della base.
Non era facile trovare di quei tempi dei ragazzini che non facessero parte dei progetti della WICKED, soprattutto entrambi immuni.
La più piccola, Johanna, aveva circa una decina d'anni, capelli neri e ricci tenuti sciolti alla sbarazzina e pelle scura con qualche spruzzata di lentiggini sul naso.
Il maggiore, Jake, era sulla quindicina ma sembrava un ventenne: ragazzo di colore alto e piazzato con spalle possenti e capelli tagliati a spazzola. Ciò che lo tradiva dal sembrare adulto era quella sua faccia da ragazzino innocente e quel suo sorrisetto beffardo stampato sempre in volto.
"Ah... A ehm.."
Cominciai a gesticolare farfugliando parole senza senso.
Nessuno doveva scoprire il nostro piano.
"Ecco vedete.... Io e Teresa stiamo organizzando un piano per... Si un piano per..."
Newt cercò di inventarsi qualche scusa ma li per li non gli veniva in mente niente.
"Sentite ragazzi, non sarò un genio della scienza come voi, ma ho un buon udito. Abbiamo ascoltato e... Siamo dentro."
I due fratelli si avvicinarono alla nostra parte di tavolo.
"E?" dissi incredula.
"Teresa non credere che siate gli unici a volersene andare di qui. Dopo due mesi di stupide analisi senza progressi ti rompi a stare rinchiuso. Noi veniamo con voi"
Newt e io ci scambiammo uno sguardo preoccupato.
Sapevamo di poterci fidare di quei due ragazzini, li avevamo seguiti noi fin da quando erano arrivati, ma non eravamo sicuri di garantirgli la protezione adatta.
"Ragazzi..." cominciò Newt "non sono sicuro che sia la cosa giusta. Sarà molto pericoloso e..."
Johanna mi si avvinghió al braccio e cominciò a supplicarmi.
"Oh andiamo Teresa, ti prego ti prego ti pre-"
Le misi una mano sulla bocca per farla tacere.
"Shh non devi urlare, rischi di farci scoprire" dissi a bassa voce.
"Newt, Teresa, siamo stanchi di stare qui. Ovunque vogliate andare, portateci con voi, per favore."
Disse sotto voce Jake.
Non potevo dire di no a quel ragazzo, ne aveva passate veramente tante.
I suoi genitori erano riusciti a sfuggire al virus inizialmente, poi però hanno cominciato a mostrare i sintomi e lui è stato costretto a scappare con la sorellina piccola e a crescerla con le sue uniche forze.
Quando sono arrivati qui erano sporchi, affamati e feriti.
Nonostante tutto ciò che avevano passato però, rimanevano delle persone meravigliose, semplicemente pure.
I fratelli guardarono me e Newt con sguardo speranzoso.
"Oh ... E va bene."
"Si!" i fratelli si scambiarono un cinque di vittoria.
"Sai una cosa Teresa, loro potrebbero esserci molto utili "
Newt incrociò le braccia al petto e uno sguardo malizioso gli apparve negli occhi, come tutte le volte che si metteva a pensare ad un piano.
"E come?"
"Il piano si potrà fare"

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