Io sono qui.

LA VERITÀ

Erano le 06:30 del mattino, le grida dei miei genitori che si urlavano contro, mi svegliarono

-Che sta succedendo?
-Tuo padre se ne vuole andare.
-Quale sarebbe il motivo di questa scelta?
-Chiedi a lui,Mark.
-Te lo dico io il motivo, il motivo é che non accetto gente come te in casa. Ecco il motivo.
-Papà, non capisco cosa intendi dire.

Mio padre prese un volantino e me lo tirò in faccia con poca delicatezza facendomi irrigidire.

-Forza,dimmi cos'è questo?Eh..?Dimmi cosa cazzo é questo,Mark!

Mio padre urlava di continuo e io iniziai a leggere il titolo del volantino:GAY PRIDE.
Cavolo, lo avevo dimenticato sul comodino..

-Allora?!
-Papà..io..
-Sei frocio?Perché, questo coso era nella tua stanza?
-Papà io sono..
-No. Non dirlo. Non voglio sentire altro.

Prese un borsone e varcò la porta di casa.

-Marianne!Se questa storia non passerà dalla testa di tuo figlio..Io..
-É anche tuo figlio,Steven!
-No, non lo é.Non é umano.
-Steven!
-Stavo dicendo, che io chiamerò anche i preti per fargli cambiare idea o a colpi di frusta!

Mi sputò in faccia e chiuse la porta sbattendola violentamente e se ne andò. E io rimasi lì..davanti alla porta,bloccato,incapace di fare qualsiasi movimento.
Mia madre mi prese un fazzoletto per asciugarmi la saliva di mio padre dalla faccia, ma lo buttai a terra e corsi in bagno, sedendomi a terra, poggiando la testa sulle ginocchia e scoppiai a piangere.

-Mi odio, mi odio,mi odio. Odio mio padre..odio ciò che sono.

Senza pensare presi una lametta e iniziai a tagliare il polso fino a quando non usciva sangue.

-Uno, due, tre..

Il sangue cominciava ad uscire lentamente, e continuai fino al sesto taglio, ma poi una lacrima mi bagnò il polso insanguinato e con un pó di forza mi alzai e mi avvicinai al lavandino per pulire tutto e poi buttai la lametta.
Aperta la porta del bagno, per non ascoltare mia madre, corsi in camera mia, mi cambiai e subito uscii di casa per respirare visto che mi sentivo soffocare.