-Credo che se passerò anche solo un altro minuto chiusa in questa carrozza impazzirò- mugolò Violet incrociando le braccia al petto e sfoggiando il suo broncio da figlia unica di una delle famiglie più benestanti della contea.
Si vedeva che era una che aveva sempre a avuto tutto e subito.
-Io penso che finirò per avere il fondoschiena piatto come questo seggiolino- si lagnò invece Juliet muovendosi come un'anguilla.
-Ah, non ditelo nemmeno!- esclamò Clarabella -non posso presentarmi al principe sfinita dal viaggio, se solo andassimo più veloce-.
-I cavalli con le ali non sono ancora stati scoperti- intervenne allora Katarina che era stanca di tutte quelle lamentele -ma magari potreste provare ad informarvi dal signor Turnertuff magari lui può trovarvene uno-.
Violet si voltò verso di lei e le lanciò un'occhiata di fuoco che Katarina ignorò elegantemente.
Intanto Clarabella si era sporta verso il finestrino e spostando con la punta dell'indice la tendina aveva sorriso con sguardo trasognato.
-Non trovate che sia il più elegante cavaliere di tutto il plotone?- sospirò.
-Di chi state parlando?- le domandò Juliet tentando di guardare a suo volta fuori dal finestrino.
-Di Ser Edmund ovviamente- rispose l'altra -i suoi capelli sembrano oro colato e poi ha quegli occhi...luccicano come stelle-.
-O lui o il principe- la prese in giro Katarina -sappiate però che siete sempre in tempo a scappare per una fuga d'amore e nessuna di noi vi giudicherà, state tranquilla-.
Clarabella scosse la testa innervosita ma Katarina non potè fare a meno di ammettere dentro di sé che la ragazza aveva ragione.
Edmund era sempre stato molto bello.
Con quel naso aquilino e dritto, la mascella scolpita, i capelli dorati che gli incorniciavano il viso da angioletto e quell'aria spesso un po' strafottente aveva piegato ai suoi piedi i cuori di molte fanciulle del villaggio, ma non glien'era mai importato niente. E forse era proprio quello che lo rendeva ancora più affascinante.
Perché si sa: ciò che non si può avere è sempre più allettante.
-Io trovo che anche il generale Wagner sia interessante- commentò Katarina riemergendo dai suoi pensieri.
-Sembra così vecchio...- commentò Juliet che non aveva mai avuto buon gusto in fatto di uomini.
-Pensate che è soltanto cinque anni più vecchio di noi- intervenne allora Violet -mio padre conosce la sua famiglia- aggiunse poi altezzosa.
-Spesso la famiglia non corrisponde affatto a come sei tu...- borbottò Katarina, ma nessuno la udì.
-E poi sembra così, non so, sciupato, quelle cicatrici, le mani callose...- intervenne Clarabella.
-Pensate che il vostro Edmund rimarrà pulito e impomatato come lo vedete ora?- ribatté Katarina -vi dimenticate forse che sono guerrieri, affrontano la guerra per noi, essere degli affascinanti gentiluomini è l'ultima delle loro priorità-.
-Mi è parso di notare che il generale Wagner fosse l'unico tra la cavalleria a sfoggiare le sue orribili cicatrici- la rimbeccò allora l'altra.
In tutto questo Annette era rimasta in silenzio, come era stata da quando avevano lasciato Edentor. Non sembrava interessata alle chiacchiere e, se proprio doveva essere sincera, neanche Katarina lo era, perciò ringraziò il cielo quando la carrozza si fermò davanti alle porte delle contea di Garlik che era una delle contee più piccole tra tutte le tredici che occupavano La Piana.
Si dava il caso che il territorio in cui risiedevano sparse tutte le tredici contee e la Capitale fosse delimitato a sud dal mare e a nord da una catena di montagne praticamente invalicabile. Pochi erano riusciti ad attraversare la Cordigliera Della Morte e anche quei pochi non era riusciti a tornare, perciò nessuno sapeva cosa ci fosse al di là.
Nonostante questo da alcuni anni si combatteva una guerra tra le punte aguzze delle montagne poiché una popolazione straniera risiedente dall'altra parte stava tentando di valicare la Cordigliera.
Li chiamavano i Selvaggi ma nessuno conosceva veramente gli usi e i costumi di quel popolo. Ma era sempre stato un vizio degli uomini chiamare selvaggio ciò che era loro sconosciuto.
Dopo che il generale Wagner ebbe fatto aprire la porta, la comitiva avanzò placidamente, come un mansueto ruminante, all'interno della contea.
Katarina immaginò che alcuni dei cavalieri si fossero già mossi per radunare le cinque ragazze di Garlik perciò si mise a pensare a quanti minuti di libertà rimanessero ancora a quelle fanciulle e alle loro famiglie.
Rendersi conto di rischiare di non rivedere più i tuoi genitori e i tuoi fratelli era straziante e Katarina non poteva nemmeno pensarci nonostante, egoisticamente, l'unico che le sarebbe mancato come l'aria sarebbe stato Gabriël. Il suo Gabriël. Il ragazzo con cui aveva condiviso tutto. Dai dolcetti che le venivano regalati per il compleanno quando era bambina ad un posto nel suo cuore.
Non sapeva come avrebbe fatto senza di lui.
-Abbiamo alcuni minuti di stallo- tuonò un cavaliere aprendo lo sportellino della carrozza -potete scendere a riposare-.
Le ragazze scesero dalla carrozza e si avviarono verso un albero al lato della piazza principale che offriva un po' d'ombra.
-Lady Katarina- la chiamò però una voce alle sue spalle.
Il generale Wagner le stava venendo incontro e Katarina fu felice che fossero abbastanza lontani dalle occhiate delle sue compari e dei cavalieri.
-Credo che vi sia caduta questa scendendo dalla carrozza- le disse porgendole la spilla che lei e Gabriël avevano trovato alla scogliera.
Katarina la prese tentando di mascherare la sua impazienza di nasconderlo pregando che l'uomo non l'avesse guardata attentamente.
-Vi ringrazio- rispose lasciandosela scivolare nella tasca dell'abito.
-Suppongo che questa incantevole fanciulla sia vostra sorella- aggiunse poi sorridendo ad Annette che era in piedi accanto a Katarina.
-Annette Van Der Mer, signore- si presentò facendo un piccolo inchino.
-Generale Christan Wagner milady, so chi siete ma è un piacere conoscervi di persona e non solo come un nome su un foglio bianco-.
Annette avanzò un mezzo sorriso che era il primo che faceva da quando avevano lasciato Edentor.
-E per me è un piacere sapere che c'è qualcuno che si ricorda ancora che non siamo solo merce da trasporto-.
Il generale sorrise e una piccola cicatrice candida sotto il mento brillò.
-Mi dispiace che vi sentiate così- si scusò -ho odiato quest'idea fin dal momento in cui il principe in persona me ne ha parlato, ho tentando di dissuaderlo ma è sempre stato molto cocciuto-.
-Conoscete bene vostra signoria?- chiese Katarina che non aveva idea che il generale avesse un rapporto così stretto con il principe.
-Sono il suo consigliere più intimo- spiegò -quando divenni cavaliere mi dimostrai subito uno dei migliori combattenti così un giorno il Re decise che sarebbe stato utile per il principe tenersi in allenamento, perciò iniziammo ad incontrarci nel pomeriggio in una sala che avevano fatto adibire a stanza di allenamento e lì ci conoscemmo, lui mi promise che mi avrebbe fatto generale è così fu e nonostante la carica di suo consigliere non dovrebbe essere nelle mie competenze ha insistito perché questa regola venisse modificata apposta per avermi al suo fianco-.
-Una storia davvero singolare generale- commentò Annette che non sembrava vogliosa di parlare del principe.
-Sì, devo ammettere che se ripenso a cosa mi aspettavo dalla mia vita quando mi sono arruolato nella cavalleria ho fatto passi da gigante-.
-Bisogna stare sempre attenti a non fare il passo più lungo della gamba, però- ribatté Annette.
-Avete perfettamente ragione- rispose lui lanciando uno sguardo fugace a Katarina.
La ragazza arrossì leggermente scoprendo che gli occhi glaciali del generale la pungevano come aghi.
-Perdonatemi ma adesso credo proprio di dover andare, è stato un piacere conoscervi Lady Annette- disse sorridendo alla fanciulla -Lady Katarina- aggiunse poi salutandola con un inchino veloce e allontanandosi impettito come solo un generale sa essere.
-Sembrava che vi foste già incontrati- commentò la sorella quando l'uomo fu ad una discreta distanza.
-Ieri sera quando vi siete addormentate ha bussato alla porta per constatare che stessimo tutte bene-.
-Sembra molto diverso da come dovrebbe essere un generale- continuò osservandolo da lontano mentre impartiva ordini ai suoi cavalieri.
-Non è forse meglio così?- rispose Katarina voltandosi e raggiungendo le altre ragazze.
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The Lost Lady
Fantasycopertina a cura di @_je_sss_ L'antica dinastia degli Oveergard è stata sterminata dall'usurpatore che, impossessatosi di un trono non legittimo, adesso sta cercando una moglie per il suo figlio maggiore. Ma le Lady di corte non sono di gradimento d...