La contea di Berendir era famosa per la produzione di tessuti, per la maggior parte gestita dai grandi Lord delle contee, per questo Arthur non si stupì quando, sentendo delle grida e girato l'angolo, si trovò di fronte Lord e Lady Brandcastle.
La moglie indossava un pomposo abito azzurro e il volto contorto in una smorfia di disgusto era ombreggiato da un largo cappello dello stesso colore. Si stringeva al braccio del marito, altrettanto inghirlandato, indicando Richard, il giovane ragazzo membro della sua compagnia.
Richard guardava la coppia con occhi stralunati e impauriti mentre la mano tesa in avanti stringeva tra le dita una spilla per capelli con una qualche pietra preziosa incastonata.
-Cosa sta succedendo?- chiese affiancando il ragazzo e puntando gli occhi dritti in quelli ridotti a fessure di Lord Brandcastle.
-C'è sempre un Trembley tra me e la giustizia- rise amaramente l'uomo abbandonando la posa minacciosa che aveva avuto fino a quel momento e tornando dritto e impettito.
-Arthur io non ho...-.
-Ah, quindi anche il ladruncolo fa parte della vostra ridicola compagnia- sentenziò il Lord guardandolo dall'alto in basso.
-Ladro?- domandò Arthur ignorando con grande difficoltà le battute rivoltegli.
-Ha tentato di derubarmi- piagnucolò Lady Brandcastle indicando la spilla che Richard teneva tra le mani tremanti.
-Io l'ho semplicemente raccolta da terra e...-.
-Non provate a mentire!- esclamò il marito -Uno come voi non può che procurarsi da vivere così, non sarà certo la prima volta che derubate una povera donna benestante-.
Richard sgranò gli occhi incredulo e guardò Arthur in cerca d'aiuto.
-Richard non ha bisogno di guadagnarsi da vivere rubando- sibilò prendendo dalle mani la spilla -ha un lavoro onesto ed è una ragazzo con dei valori. Adesso va' Richard, non hai motivo di rimanere qui a farti accusare di qualcosa che non hai fatto-.
Richard annuì ringraziando Arthur con lo sguardo e proseguì per il suo cammino augurando un buona giornata a Lady Brandcastle che lo seguì con sguardo a metà tra il disgustato e l'atterrito.
-Non avete smesso di palesarvi come paladino delle giustizia vedo- disse Lord Brandcastle con acredine.
-Purtroppo è più forte di me- rispose Arthur con un'alzata di spalle e una discreta dose di sarcasmo nella voce -e voi? Cosa vi porta a disturbare anche la quiete di Berendir?-.
-Ci accertiamo che i nostri affari stiano andando per il meglio, anche se adesso che non c'è più Edmund con noi abbiamo molte spese in meno-.
Arthur strinse nel pugno la spilla conficcandosi i denti di metallo nella carne.
-Perchè chiaramente è stata una scelta di tipo economico quella di mandare Edmund a corte, quasi dimenticavo- rise amaramente.
-Non fate il saccente e neanche la vittima- sibilò Lady Brandcastle -non siamo dovuti a giustificarvi nessuna dalle scelte in merito a nostro figlio. Tutto ciò che abbiamo fatto, l'abbiamo fatto per il suo bene, la sua salute e la sua felicità-.
-Come se voi poteste sapere ciò che lo rende felice...-.
-Sta' attento ragazzo- lo ammonì l'uomo -non abbiamo fatto niente a Gabriël perché siamo persone di buon cuore, ma non ho problemi a far denunciare il fatto in anonimato o da qualche mio servitore-.
-Non sono qui per sfidarvi Milord- rispose tranquillamente Arthur rigirandosi la spilla tra le mani.
Doveva valere una fortuna, e pensare che era soltanto uno stupido gingillo da infilarsi tra i capelli. Anche lui avrebbe voluto avere il denaro da spendere in cose inutili e invece dovevano razionarlo per portare a casa il cibo e qualche abito.
-Volevo solo capire fino a che punto eravate in grado di spingervi con la vostra ottusità e vostra moglie non è da meno- continuò.
La donna assunse un'espressione indignata e l'uomo strinse la mascella fulminandolo con gli stessi occhi scuri di suo figlio.
-Mi faceva dolere il cuore pensare alla delusione di vostro padre nell'avere un figlio come vostro fratello. Debole, inutile, malato...dev'essere un brutto colpo per un padre. Ma mi consolavo sempre pensando che comunque aveva voi che siete sempre stato il figlio perfetto, quello di cui si vantava con baldanza, il suo pupillo, colui che ha sempre oscurato, per fortuna, quell'inetto del secondogenito. Ora però mi immagino lo stato in cui sia caduto scoprendo che anche il suo figlio migliore si è rivelato uno scellerato-.
Arthur ascoltava quelle parole taglienti sentendo il senso di colpa e le lacrime ribollirgli all'imboccatura dell'esofago. Sentiva tutto il dolore e la pesantezza dell'animo di Gabriël sulle sue spalle e comprese amaramente che cosa aveva fatto a suo fratello in tutti quegli anni.
Fratello mio come potrò mai farmi perdonare per il male che ti ho fatto, pensò, giuro che sono disposto a dare la mia stessa vita per la tua felicità.
-Dove pensate di arrivare con la vostra combriccola di contadini ubriaconi? Non riuscirete neanche a varcare le porte della città. Desistete finché siete in tempo e tornare dal vostro povero padre che sta vivendo la pena peggiore che possa esistere-.
Arthur osservò quell'uomo che mesi fa aveva reso un inferno la vita di suo fratello e che in quel momento stava ferendo il suo cuore con parole più affilate di una spada. Cosa voleva ancora? Cosa aveva bisogno di dimostrare? Di cosa esattamente aveva tanta paura?
-È certo, sono uno sciocco, un pazzo, un disgraziato senza speranze. Ne sono consapevole. Ma proprio per il fatto che ho sempre rivestito il ruolo di figlio perfetto, come dite voi, sento il bisogno di rimettere ogni cosa al suo posto. Ho un obbiettivo ed è quello di riprendermi la ragazza di cui sono innamorato e sposarla. Questo mi rende stupido? Può darsi, ma preferisco affrontare i problemi invece che allontanarli come avete fatto voi con vostro figlio-.
Nel chiacchiericcio costante e rumoroso della piazza in pieno mercato nel caldo sole di mezzogiorno, nessuno aveva fatto caso ai due distinti signori e al giovane contadino che litigavano. Eppure Arthur sentì come una presenza vicino a se, uno sguardo orgoglioso annuire alle sue spalle. Sperò che fosse quello di Annette, di suo padre o quello di Gabriël. La strada per la redenzione era lunga e impervia ma stava già cominciando a percorrerla. Sarebbe stato una persona migliore, lo doveva a suo fratello, ad Annette e a tutti gli uomini che si portava dietro.
-E per la cronaca, mio fratello ha dimostrato molto più coraggio e audacia di quanto io ne abbia mai avuti in tutta la mia vita- aggiunse prima di scagliare la costosa spilla di Lady Brandcastle in una montagna di sterco di cavallo ai suoi piedi.
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The Lost Lady
Fantasycopertina a cura di @_je_sss_ L'antica dinastia degli Oveergard è stata sterminata dall'usurpatore che, impossessatosi di un trono non legittimo, adesso sta cercando una moglie per il suo figlio maggiore. Ma le Lady di corte non sono di gradimento d...