8. Tra queste note

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L'alba iniziava a tingere il cielo afferrando con le sue lunghe dita rosee le poche nuvole di passaggio. Il cielo però era ancora scuro e la luna era una sagoma sbiadita sempre presente sopra le punte nere di quegli alberi raggrinziti. Gabriël alzò la testa scuotendosi piano i ricci castani pregni di fango.
Accoccolata di fianco a lui c'era Felìce. Teneva la testa bionda poggiata sulla sua spalla e dormiva ancora profondamente.
Guardandola in quel momento a Gabriël sembrò più indifesa che mai e si trattenne a stento dallo stringerla al suo petto come faceva con i suoi fratellini.
Alzò leggermente la testa.
Hernest dormiva in piedi, legato all'albero spoglio dove l'aveva lasciato Gabriël durante la notte e intorno a loro niente sembrava essere mutato, mentre invece nel cuore di Gabriël era mutato tutto.
-Puzzi di melma sai- mormorò sorridendo Felice che aveva aperto gli occhi.
-Tu invece profumi di rose e viole- scherzò lui tirandosi su.
Felìce fece lo stesso e i due si guardarono negli occhi. Il volto della fanciulla era completamente infangato, solo i suoi due occhietti azzurri risplendevano.
-Mi dispiace per tutto quello che è successo ieri- disse Gabriël.
-No, dispiace a me per aver detto quelle brutte cose, tu non c'entravi niente, so che tu e Katarina non mi avete mai giudicata, voi due non giudicate mai nessuno-.
-Ma sono stato meschino a dire che non hai amici e adesso che ci penso, pure bugiardo perché tu hai me...e Kat- aggiunse infine.
-Grazie Gab e perdonami anche per tutte le minacce di morte che ti ho lanciato, sei una delle persone migliori che conosca, non che io ne conosca molte...ma spero che valga lo stesso-.
-Per me vale tutto-.
Felìce sorrise e poi, portandosi i capelli dietro entrambe le orecchie aggrottò le ciglia.
-Però mi stavo chiedendo una cosa- aggiunse -come conosci il mio nome per intero?-.
-Felìce Welda Kruger? Beh, diciamo che sono uno a cui piace osservare- rispose Gabriël alzandosi in piedi e tendendo una mano a Felìce.
Lei la afferrò e si lasciò sollevare in piedi.
-Ho bisogno di un bagno- borbottò poi saltando in sella ad Hernest.
Gabriël sciolse il nodo e afferrò le briglie tirandosi dietro l'animale.
-Dovrebbe esserci un fiume a pochi chilometri dalle Fosse Oscure-.
-Il fiume Lansbook, giusto?-.
-Sì...non vorrei risultare ancora offensivo ma, ne sai molto di geografia?-.
-Oh, giusto, dimenticavo che se è una donna ad esibire un minimo di intelletto la cosa può risultare inconcepibile- commentò acida Felìce.
-E dai Fel, te l'ho detto che non volevo risultare offensivo-.
-Ah, voi uomini fate sempre così! Pensate che mettendo prima della frase "non voglio risultare offensivo" la cosa non risulti offensiva comunque...-.
Gabriël si lasciò scappare un sorriso mentre superava con un balzo la fossa dove Felìce era caduta quella notte. Era stato un momento terribile e Gabriël ricordava ancora il modo in cui Felìce si era rifiutata di lottare. Aveva chiuso gli occhi e aveva smesso di respirare come se stesse tirando un sospiro prima di immergersi per lungo tempo. Felìce non aveva avuto una vita facile ma Gabriël non pensava che potesse soffrirne fino a quel punto. Decise però che non ne avrebbe fatto parola né con lei né con nessun altro.
-E tu invece?-.
-Io cosa?- rispose Gabriël scavalcando agilmente un tronco d'albero marcio.
-Quel ragazzo, come si chiamava? Ah sì, Edmund Brandcastle...era tuo amico giusto?-.
Gabriël deglutì con forza e le mani iniziarono a sudargli. Non aveva pensato alla possibilità di rivederlo al castello, il che era stato alquanto stupido da parte sua dato che Edmund faceva parte della cavalleria reale e quindi al castello ci viveva.
-Sì, lo eravamo...-.
-E come mai se n'è andato?-.
-Suo padre...lui...è andato a vivere da dei parenti, degli zii lontani- tagliò corto Gabriël con il sudore freddo.
-Sai- continuò Felìce che non sembrava, al contrario di un Gabriël sofferente, intenzionata a far cadere l'argomento -mi siete sempre sembrati così strani, tu ed Edmund intendo, come poteva il figlio del conte Brandcastle essere amico di uno come te? Voglio dire, non vorrei risultare offensiva ma, eravate una coppia un po' inusuale-.
Una coppia...
-Certo- continuò -io non credo nelle barriere sociali ma ciò non toglie che esistano e...-.
-Ma tu non chiudi mai la bocca?!- sbottò Gabriël stringendo le briglie talmente forte da fargli diventare le nocche bianche.
Felìce deglutì stupita. Non l'aveva mai visto alzare la voce o perdere il controllo e adesso che l'aveva fatto si sentiva come colpevole. Naturalmente in un certo senso lo era, ma sentiva come se sotto ci fosse stato qualcosa di più grosso, che né lei né Gabriël potevano controllare.
-Io...mi dispiace, non volevo gridare- scosse la testa lui senza neanche voltarsi a guardarla.
Felìce sorrise debolmente e accarezzò dolcemente il collo di Hernest.
-Non fa niente- mormorò.

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