Chapter Ten

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"La prego salvali, salva mia moglie e la mia bambina" Un uomo era inginocchiato di fronte ad un signore che guardava con pietà quello che sembrava essere proprio James
"James alzati, non devi metterti in ginocchio davanti a me" l'uomo fece come detto dallo stregone. Il signore  fece stendere la donna in un lettino e fece un piccolo incantesimo trasferendo la magia della spada che aveva accanto, dentro il feto della donna.
In poco tempo la donna che prima era priva di ogni segno di vita aprì gli occhi ritornando dal mondo dei morti.

Alysea si svegliò d'improvviso, era un paio di giorni che facevo lo stesso sogno, vedeva un'uomo che in questo caso a quanto pare era il padre che chiedeva aiuto ad uno stregone, egli risuscitò la madre e in quel caso anche lei. Ma non capiva come avesse fatto. E se tutto ciò era legata al suo cambiamento? Pensò
La ragazza si alzò dal letto e si diresse verso il bagno, erano circa le 6:00 del mattino. Miles era tornato dagli altri ma a volte veniva a farle visita. Con Cris la situazione stava peggiorando, non si parlavano più come prima. Il segreto che lei nascondeva non faceva altro che mangiarla dentro e non le dava la possibilità di mostrare i suoi veri sentimenti, Il suo affetto verso di lui era aumentato e immaginare di restare sola, di nuovo, la distruggeva.
Sciacquò il viso, si guardò allo specchio e i suoi occhi erano tornati arancioni, la ragazza gettò un urlo soffocato sbattendo i pugni sul vetro dello specchio rompendolo e alcuni pezzi di vetro le causarono un taglio sulle mani. Si accasciò a terra tenendosi la testa tra di esse incominciando a piangere. In realtà non era un pianto triste, bensì era un pianto isterico. Era davvero stanca, le bugie la stavano perseguitando e ora nella lista dei suoi problemi si aggiungeva anche quest'altro di cui non sapeva niente.
L'unica cosa che poteva fare era trovare quello stregone dove andò il padre tempo fa ma fondamentalmente non sapeva da dove iniziare per cercarlo.
Si alzò, medicò la ferita alla mano e poi si cambiò. Indossò degli jeans strappati a sigaretta con una semplice maglietta smanicata e delle vans nere, prese la giacca e uscì di casa. Non sapeva di preciso dove andare, nel sogno l'unico indizio presente era il nome del locale "potions and spells".
Non conosceva altro e l'unico che poteva aiutarla e che sapeva chi fosse veramente era Jacob. Quindi avrebbe chiesto a lui.
"Dove vai straniera?!" quella voce poteva riconoscerla tra mille, Cristopher era lì di fronte, che ci faceva a quel ora del mattino di fronte casa sua?. Non avrebbe potuto in quel momento dargli tanto conto.
"Ehi!" disse.
"Allora? dove vai?" Le scompigliò i capelli.
"Mh un giro" rispose la ragazza. Avrebbe potuto dirgli la verità ma non poteva in quel modo, non sapeva neanche lei cos'era diventata e ormai fargli sapere che prima era una cacciatrice era uno dei suoi problemi minori.
"Posso venire con te?" le chiese quest'ultimo.
"Non credo sia il caso, davvero sto bene.Ci vediamo dopo" disse la ragazza, sperava che quel dopo non fosse molto vicino perché sapeva che dopo,  era il momento.
Il ragazzo non la seguì, non sarebbe stato corretto e dentro di se ancora non capiva per quale motivo gli importava così tanto, non era solo il portavoce di tutto il gruppo, quando le andava a parlare era perché principalmente voleva farlo lui ed al fatto che fosse strana in questi giorni si aggiunge anche che non potè fare a meno di accorgersi dell'enorme taglio sulla mano mano e l'odore del sangue gli faceva capire che era una ferita fresca.
Non sapeva che fare ne cosa dirle ma la scelta più saggia era solo aspettare.
La ragazza si recò nel bosco, era la prima volta che ci andava senza armi e anche se non aveva paura del branco di Jacob potevano incombere altri pericoli. Ma per fortuna trovò il nascondiglio del branco dei guaritori e appena si accorse di Miles andò lì e lo abbracciò. Erano diventati molto amici, lui era riuscito a farle trovare dentro di se quella benevolenza che non provava per gli altri da molto.
"Che ci fai qua? Sai che è pericoloso e per giunta sei venuta senza alcun arma"
"Calma Miles, sto cercando Jacob" Le disse la ragazza sorridendogli
"Perché?" Chiese il ragazzo
"Devo chiedergli di accompagnarmi da una parte, tranquillo niente di pericoloso" lo rassicurò lei.
"Mi fido, vado a chiamarlo"
"Grazie" sussurò lievemente. Miles corse a chiamarlo, anche se Alysea sembrava tranquilla, egli aveva capito che era piuttosto urgente.
Jacob uscì dalla porta di quella casa.
All'esterno era ricoperta di erbacce ed era poco curata ma era sicura che dentro, i letti e tutto ciò che gli serviva per vivere , era pulito. La casa era molto grande e sapendo che Miles non conosceva la metà delle cose che Alysea possedeva dentro la sua, probabilmente era anche vuota.
"Tutto bene Alysea?" Chiese Jacob, non si aspettava che la ragazza si presentasse da lui.
"Si, potresti accompagnarmi da una parte? Sai sei l'unico che probabilmente conosce più cose di quante io ne abbia mai conosciuto" i due s'incamminarono.
"Dove vuoi che ti porti?" Rise lui, forse aveva un po' interpretato male la faccenda.
Infatti ultimamente Jacob si era molto interessato a lei non solo amichevolmente. Vederla salvare il suo beta, ha fatto scattare dentro di lui un interruttore che aveva tenuto spento per molto tempo.
"Potresti portarmi da Potions and Spells?" Il ragazzo al suono di quelle parole rabbrividì, se chiedeva di quel posto era perché il potere che le era stato trasferito si era svegliato. Ed era un male per tutti, anche per lei.
Jacob non sapeva cosa fare, se fossero andati fino in fondo si sarebbe segnata la fine di tutto, perché era questo ciò che custodiva dentro di se Alysea, possedeva qualcosa di distruttivo.
Entrarono in un locale, il nome era diverso da quello che ricordava la ragazza nel sogno, era solo un mini bar dove la gente ubriaca si fermava per bere qualche birra. Non capiva perché l'alpha l'avesse portata in un posto del genere quando le aveva chiesto tutt'altro.
"Che ci facciamo qua?"
"Stiamo cercando qualcuno" disse lui serio. Si guardò in giro quando poi con lo sguardo si soffermò su un uomo con un po' di barbetta grigia, aveva un'aria triste e sorseggiava un bicchiere di birra.
La ragazza si avvicinò lentamente al bancone seguita da Jacob.
"Signorine come te non dovrebbero stare in posti come questi" disse l'uomo seduto lì accanto.
"Non mi fa paura niente" disse la ragazza osservandolo. Non sapeva per quale motivo Jacob si fosse soffermato su di lui ma sicuramente era collegato a tutto quello che stavano cercando.
All'improvviso l'uomo si girò nella direzione della ragazza e quando la riconobbe sgranò gli occhi. Eppure Alysea avrebbe giurato di non averlo mai visto, ma ormai era abituata al fatto che gli altri conoscessero lei ma non viceversa.
"Tu, che ci fai qua?!" la ragazza non capì
"Mi conosce?" Chiese ingenuamente, Jacob di tutta risposta continuò a stare in silenzio. L'uomo sorrise quando si accorse chi avesse accanto la ragazza
"Jacob sei cresciuto, perché l'hai portata qua? Non era questo il patto." Alysea non capì, di che patto parlava?
Guardò stranita il ragazzo: le avevano raccontato un'altra bugia.
"Si è svegliato" rispose l'alpha
"Questo significa? Dobbiamo portarla subito da Sebus" si affrettò l'uomo. Ma la ragazza interruppe quello scambio di battute.
"Di cosa state parlando? Chi è lei? E cosa si è risvegliato? E sopratutto, chi è Sebus" L'uomo sorrise.
"hai ragione, non ci siamo presentati, io sono William. Ero molto amico con tuo padre e sono colui che ha fondato l'accademia dei cacciatori, o meglio i miei genitori prima di me" la ragazza non capì.
"Quindi lei conosceva mio padre James? E se lei è il fondatore dell'Accademia, chi è quello che la possiede ora?!."
"Il suo vero nome è Clifford, era un rivale di tuo padre. Nonostante fossi io il prossimo dopo mio padre a possedere l'accademia, io avevo lasciato il compito a  James. Era il più adatto a farlo. Ma Clifford era geloso e così s'inventò che i lupi mangia uomini e tutti gli altri branchi avessero attaccato e sterminato un paio di famiglie quindi avevano spezzato il patto fatto anni prima. In realtà era tutta una trappola perché quando si ritrovarono lì, tuo padre e tua madre, erano completamente soli contro un branco di 12 lupi. Loro credevano che fossero stati i tuoi genitori a spezzare quel patto visto che si trovavano lì a cacciarli, così li attaccarono e furono uccisi. Fu una morte tragica.
Quando i tuoi genitori morirono e quando scoprì la verità decisi di combattere Clifford ma lui ormai aveva portato a suo favore ogni singolo cacciatore presente nel Accademia e minacciò di uccidere mia moglie e mia figlia. Così decisi di rinunciare al titolo, ma quel bastardo le uccise lo stesso e mi portò via tutto: mia moglie, mia figlia e il mio migliore amico"
L'uomo aveva gli occhi colmi di rabbia, un po' come quelli di Alysea. Non credeva come fosse possibile che gli fosse stato fatto una cosa del genere.
Il cuore della ragazza cominciò a battere più forte, i suoi occhi erano cambiati nuovamente diventando arancioni. I bicchieri e i vari tavoli di quel bar iniziarono a tremare, era come se tutto ciò lo stessa causando lei o meglio ciò che viveva dentro di lei.
La ragazza era arrabbiata, delusa, triste. Non riusciva più a sopportare tutte quelle bugie.
Non riusciva a credere al fatto che quel bastardo di Clifford che per due anni l'aveva trattata come una figlia era stata la causa della sua rovina, non riusciva a credere a nulla di ciò che le era stato raccontato.
Gettò un urlo liberatorio che unitosi alla potenza che stava sprigionando, fece volar via Jacob e William, distrusse completamente tutto il bar.
Quel urlo stordì tutti i presenti mentre Alysea cadde a terra sfinita.
La guerra era iniziata.

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