-Capitolo venti-

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Bakugou...

Beep

Bakugou, che stai facendo?

Beep

Devi trovare un modo.

"KATSUKI! KATSUKI!" il biondo venne svegliato dalle urla del compagno.

Non capiva perché stesse gridando così forte fin quando non si accorse che aveva un piede fuori dalla finestra. Kirishima aveva attivato la sua unicità e lo teneva il suo braccio. L'aria della fredda della notte gli perforava i polmoni.

"COSA CAZZO STAI FACENDO?" urlò il rosso.

"I-io? Cosa?" si buttò con tra il braccia del compagno.

"Che sta succedendo?" chiese Eijiro preoccupato.

"I-io non-" rimase immobile guardando il ragazzo con occhi spalancati.

"Calmati sono qui" rispose dolcemente.

Bakugou...

"NO!" si staccò violentemente dal'abbraccio. "VATTENE!" disse in modo brusco.

"Cos-"

Bakugou...

"HO DETTO VAI VIA! ESCI DA QUI!"

"KATSUKI-"

"NON CHIAMAMI COSÌ!" prese rosso per i polsi e lo sbattè fuori dalla porta.

"COSA STAI FACENDO?" bussò freneticamente sulla porta.

Il biondo corse in bagno, aprì l'acqua del lavando si sciacquò la faccia. Tentò di calmarsi ma le mani iniziarono a scoppiettargli e non riusciva più a controllarsi. 

"PERCHÉ TI STAI COMPORTANDO COSÌ?" gridava Kirishima dall'altro lato della porta.

Bakugou...

Beep

La testa iniziò a girare. Katsuki vide la stanza sempre più sfocata ruotare su se stessa. Non capiva cosa stesse succedendo. Forse qualcosa stava iniziando a prendere forma nella sua mente. Un piccolo pensiero carico di paura si stava facendo strada dentro di lui. Come un serpente strisciava pericolosamente nella sua direzione. Con tutto se stesso represse quell'idea dentro di sé chiudendola nel cassetto più remoto della sua psiche.

Il rumore dei pugni sulla porta cessarono. Bakugou sentì solamente la scena che stava avvenendo fuori la sua camera ma poteva immaginarla benissimo.

"Per favore, voglio solo aiutarti!" 

Sentì Kaminari uscire dalla sua stanza ancora un po' assonato.

"Ohi, chi è che urla così alle quattro del mattino? Kirishima ch- amico che cos'è successo?"

"K-kamina-" udì chiaramente i singhiozzi del compagno mentre sembrava che fosse appoggiato con la testa sulla porta 

"Su, calmati" lo consolo l'amico elettrico "Parla con calma. Andiamo nella mia stanza". 

Così Bakugou non sentì più niente e si accasciò a terra con le mani tra i capelli.

"Che sta succedendo?" ringhiò.

"Perché?" ruggì stringendo le mani per formare dei pugni. Fino a poco fa stavano dormendo serenamente quando si svegliò per il rumore stesso di alcune esplosioni. Non era del tutto cosciente. Quella voce ovattata chiamava il suo nome mentre lui si avvicinava sempre più pericolosamente al balcone. Perché non lo lasciava in pace? Quando aprì la finestra e mise un piede fuori sentì qualcuno afferrarlo per un braccio e una voce che lo chiamava per nome.

"Oh amico, mi dispiace molto" sentì nella stanza affianco alla sue le parole di Kaminari.

"K-Kaminari, co-cos- cosa ho fatto di sba-sbagliato?" domandò tra un singhiozzò e Kirishima.

Gli si spezza il cuore nel sentire il ragazzo in quelle condizioni ma le sue gambe non avevano intenzione di muoversi. E la testa non aveva intenzione di smettere di girare.

"Niente! Magari Bakugou ha avuto una reazione esagerata. Lo conosci meglio di me. Potrebbe aver avuto uno scatto d'ira" continuò il ragazzo elettrico  "Anche se questo è troppo anche per lui" sussurrò nell'intento di non farsi sentire ma fallendo miseramente.

Le lacrime iniziarono a scendere copiose sul volto di Katsuki. Perchè dove succedere tutto a lui.

"Quello che ti consiglio è di lasciargli i suoi spazi. Giusto per far calmare le acque" continuò il ragazzo elettrico.

"Ora vai a dormire, domani abbiamo lezione e dovrai essere carico!" disse infine il biondo.

Bakugou non riuscì più a sentir niente. Solo e al buio. Era un debole. Non riusciva ad accettare la situazione. Ancora una volta sentì un debole dolore alla testa.

Ragazzo, noi possiamo aiutarti solo fin qui.

Beep

Bakugou...

Ancora quella voce? La prima non l'aveva riconosciuta ma la seconda era certo di averla già sentita. Se solo non fosse ovattata capirebbe con chi prendersela per i suoi mal di testa così frequenti che non lo facevano neanche riposare di notte.

"Eijiro, mi dispiace" singhiozzò "Non so cosa sta succedendo. Spero solo che tornerai ad essere felice. Anzi, te lo prometto" disse con le lacrime agli occhi "E tu sai che mantengo le promesse" concluse stingendo le braccia al petto e alzando la testa guardare la luna dalla finestra ancora aperta.

Cosa provo per te? -Bakushima/Kiribaku- IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora