Sono sempre stata una ragazza molto coraggiosa.
Fin da quando ero piccola i nuovi inizi mi hanno sempre affascinata, le nuove avventure, le nuove conoscenze. Non ho mai avuto paura di buttarmi nel vuoto, l'ho sempre fatto ad occhi aperti.
Sono scappata di casa un centinaio di volte solo durante la quinta elementare. Però tornavo sempre a casa prima che la giornata finisse: il mondo non mi spaventava, ma mi faceva sentire sola.
All'inizio a casa ad aspettarmi c'erano sempre severe punizioni (oltre alla polizia), ma poi i miei ci presero l'abitudine, capirono il mio bisogno di sentirmi libera ogni tanto, e in prima media mi diedero addirittura le chiavi di casa per tornare ogni volta che fossi scappata.
Ho vissuto tante esperienze, molte di queste mi hanno portata a crescere più in fretta rispetto alle mie coetanee e ad essere molto spesso più matura di loro, ma non c'è stata una sola volta della mia vita in cui abbia avuto paura di non farcela.
Probabilmente perché non me ne è mai fregato niente di ciò che facevo.
Volevo solo trovare la mi strada e fare in modo che andasse nella direzione opposta a quella di tutti gli altri.
L'irrazionale mi ha sempre attratta, quello che trasgrediva le regole, ciò che poteva differenziarmi dagli altri.
Ho cambiato scuola superiore per tre volte, fallendo sempre nell'essere "scolarizzata", come dicevano i prof. Non riuscivo a stare ferma nel banco per più di tre minuti, né zitta durante la lezione. E puntualmente venivo cacciata dalla classe.
Nonostante ciò, però, non ho mai avuto una cattiva media e ho sempre fatto amicizia con le bidelle nei corridoi.
Inoltre cambiare tre scuole in due anni mi ha portata a fare tantissime conoscenze. A conoscere tante maschere e pochi volti che si mostrassero per ciò che erano davvero.
Tra le tante esperienze ovviamente quella di finire in un manicomio non era la più ambita.
Ma pensavo che stare qui in qualche modo mi avrebbe aiutata. Magari a distrarmi, o a dimenticare tutto ciò che c'è stato prima di ieri. Ma trovarmi in questa stanza, da sola e senza nessuno con cui parlare, a cui urlare le mie domande, mi fa sentire, per la prima volta nella mia vita, spaventata.
Ho paura.
Di tante cose, ma prima fra tutte proprio dell'avere paura.
Non ci sono abituata, non so come affrontarla.
Non so come affrontare questa situazione, né se affrontarla o lasciare semplicemente che questi anni passino senza che io rimedi in alcun modo.
Ma proprio non ce la faccio a far finta di nulla, la mia esuberanza non può star chiusa dietro le sbarre.
E la Cate di qualche giorno fa non può rimanere fuori da questo posto.
Ho paura di dimenticare chi ero.
O di non riuscire a farlo.
Ho paura che le esperienze della mia adolescenza segnino per sempre il resto della mia vita, che qualsiasi cosa faccia d'ora in avanti non avrò più la prontezza di affrontarla senza fermarmi a pensare.
Ho paura di avere ancora tanto da imparare.
Perché sono stufa di non sapere cosa mi aspetterà domani, o tra un mese, o tra un anno.
Sono stufa di sapere che le mie scelte avranno sempre delle conseguenze, anche se minime.
Però ho paura di non avere più la possibilità di compiere delle scelte, di essere autonoma una volta uscita da qui.
Ho paura di non uscire da qui, non solo fisicamente.
Ho paura che questo posto mi strappi via l'adolescenza, mi sottragga al mondo e a tutto ciò che mi aspetta lì fuori in questi anni. Ma ho anche paura che ciò che mi aspetta non sia ciò che mi aspetto io.
Non posso bruciare qui dentro gli anni migliori della mia vita.
Non quando non sono stata io ad appiccare l'incendio.
Poi ho paura delle cose più semplici e scontate, e non so se sia così che debba andare.
Ho paura di essere felice. Perché so quanto è bello e so anche che non dura.
Ho paura di soffrire. Perché le lacrime scavano molto più a fondo sul mio viso di quanto lo facciano le fossette che si
aprono sugli angoli della mia bocca quando rido.
Ho paura di impazzire.
Ho paura di restare lucida.
Ho paura di ricordarmi tutto di questo posto, e non riuscire a togliermelo più dalla testa.
Ho paura di prendere quei farmaci, perché non ne ho bisogno.
Ho paura di parlare.
Ho paura di tacere.
Ho paura di dire la verità, ma anche di non farlo.
So che farlo potrebbe ucciderla, e che non farlo potrebbe uccidermi.
E allora cosa scegliere?
Ho paura di scegliere.
Ho paura di non trovare qualcuno che mi aiuti a farlo.
Ho paura di restare sola.
Ho paura di non trovare più nessuno capace di sopportarmi, amarmi e vivermi.
Ho paura di non conoscere l'amore.
Ho paura di smettere di vivere.
Ho paura di non avere più diciassette anni l'anno prossimo. E non intendo sulla carta di identità.
Ho paura di me. La me di ieri e quella di oggi.
Ho paura che non sia solo una bugia il motivo per cui sono qui.
Ho paura di perdermi.
Ho paura di spegnermi.
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Keep me close #Wattys2019
RomanceDicono che l'amore sappia riparare dove il mondo ferisce. Cate questo non può saperlo perché la sua famiglia non è mai stata capace di amarla veramente, ed una volta finita in un ospedale psichiatrico è sicura che non potrà mai provare questo sentim...