Fino a quel momento Beca non avrebbe mai pensato che qualcuno potesse essere tanto ossessionato da una persona incontrata per caso, eppure durante quei cinque giorni perfino lei aveva iniziato a pensare di essere impazzita. Ogni sera usciva di casa diretta verso il solito pub, man mano che si avvicinava sentiva della musica provenire da quelle mura ma ogni volta che arrivava sulla soglia della porta, a malincuore si rendeva conto che a suonare non era il pianoforte, posato ancora in fondo al locale, bensì un jukebox vecchio stile che si trovava alla fine del bancone. Per qualche strano motivo la gente sembrava preferire quell'apparecchio invece di un vero strumento musicale che era rimasto fermo da quando Chloe lo aveva suonato e che ora si stava ricoprendo da un sottile strato di polvere.
«Hai bisogno di qualcosa?» un uomo dai capelli castani e dalla folta barba la riscosse dai propri pensieri.
Era la sesta volta che rientrava in quel pub con la sola speranza di trovare la ragazza a cui non riusciva a smettere di pensare.
«Hai visto una ragazza dai capelli rossi e gli occhi azzurri qui in giro ultimamente?» chiese senza neanche rifletterci su e pentendosene poco dopo.
L'uomo la guardò da capo a piedi e appoggiandosi meglio contro la parete disse:«Oh ti riferisci alla pianista.»
Beca annuì passando in analisi ogni persona presente.
«Mi dispiace ma non la vedo da un po'.» alzò le spalle e bevve un sorso del drink che teneva nella mano destra. «Peccato era davvero brava.» aggiunse poi.
Beca lo ringraziò con un cenno e lasciò il pub.
Continuò a camminare per altri venti minuti, senza una meta precisa, fin quando una lunga fila di persone catturò la sua attenzione. Beca seguì con lo sguardo la lunga scia che proseguiva fin dentro un grande edificio color mattone, dei neon illuminavano la scritta "Ensemble Theater ".
La mora dovette leggere più volte per essere sicura di non aver sbagliato, viveva lì da sempre ma non aveva mai visto quel teatro né ne aveva sentito parlare, ci volle solo qualche secondo prima che una strana sensazione, simile a un profondo dispiacere, si facesse largo in lei.
«Bel posto vero?» qualcuno parlò alle sue spalle facendola visibilmente sobbalzare.
«C-Chloe?!» esclamò dopo aver strizzato gli occhi per metterla a fuoco.
«È aperto solo da qualche mese ma ha già fatto un mucchio di spettacoli.» continuò la rossa come se niente fosse.
Beca sentì i suoi battiti accelerare per chissà quale ragione ed era inutile dire che quella situazione la stava mettendo non poco a disagio. Chloe si trovava a pochi centimetri da lei e le aveva posato una mano sulla spalla per richiamare la sua attenzione, l'altra la teneva, come l'ultima volta in cui l'aveva vista, nella tasca dei jeans neri.
«T-tu ci sei mai andata?» Beca dovette fare appello a tutte le sue forze per balbettare il meno possibile.
«Oh sì, parecchie volte. Fanno dei musical davvero niente male.»
Alla parola "musical" il cuore di Beca fece un balzo.
«Dovresti vederne uno qualche volta. Sono del parere che tutti almeno una volta debbano assistere a uno spettacolo di questo genere.» parlava così velocemente che non dava neanche alla mora il tempo di ribattere. Era come se avesse sempre desiderato avere una conversazione di questo tipo con qualcuno.
«Io li ho visti dei musical.» affermò Beca dando l'ennesima occhiata all'edificio.
«E non sono meravigliosi? Quella musica, le canzoni, i balli.» disse con aria sognante la rossa, per poi abbassare lo sguardo e controllare l'orologio; Beca si ritrovò a sperare che non dovesse andar via per qualche motivo.
«So che non ci conosciamo ma...ti andrebbe di seguirmi?» chiese Chloe dopo un pezzo.
«Dove?»
Beca le lanciò uno sguardo confuso e Chloe le fece cenno di seguirla in mezzo alla folla.
«Chloe? Che stai facendo?»
«Sei libera stasera giusto?» domandò ignorando le parole di Beca, che annuì perplessa.
Dovettero aspettare qualche minuto prima di raggiungere quella che sembrava una biglietteria.
«Due biglietti per favore.» disse Chloe all'uomo dietro il vetro.
«Cosa?! Due biglietti?!» esclamò la mora sgranando gli occhi.
L'uomo intanto aveva sistemato i biglietti sul banco e Chloe impiegò un attimo a prenderli prima di venire fermata dalla ragazza al suo fianco.
«Chloe hai una vaga idea di quanto costino?! Io non ce li ho quei soldi con me.» aveva assunto il tono di voce di qualcuno decisamente disperato.
«Non preoccuparti.» dovette trascinarla di peso fino alla sala. «Ho pagato per entrambe.»
«Come scusa?! Ma se neanche mi conosci.» sbottò seguendola nelle varie file di poltrone in velluto rosse.
«Avrò modo di conoscerti più avanti.» disse tranquilla.
«E se non mi piacesse il teatro?» continuò Beca con insistenza.
«Il teatro ti piace eccome.» affermò sedendosi e invitando Beca a fare lo stesso.
«Come fai ad esserne sicura?»
«Ti ho vista.» rispose spiazzandola. «Non preoccuparti non sono una stalker. Semplicemente stavo passeggiando con l'intento di andare a vedere questo spettacolo quando ti ho vista al pub.» spiegò notando che la mora aveva gli occhi sbarrati.
Beca sbiancò e sperò con tutta se stessa che Chloe non fosse riuscita a sentire la conversazione fra lei e quello sconosciuto.
«Te ne stavi già andando e stavi facendo esattamente la strada che stavo percorrendo io. Ad un certo punto ti sei fermata e hai guardato tutta questa gente.» indicò le persone che rapidamente stavano prendendo posto. «Quando hai capito che si trattava di un teatro hai avuto una strana reazione, lo definirei una specie di sussulto. E questo può voler dire solo una cosa, sei un'amante degli spettacoli.» concluse fiera il suo racconto, certa di aver centrato in pieno il bersaglio e guardando Beca che non riusciva a togliere quell'espressione sorpresa dal volto.
«Bhe devo ammettere che è proprio così...ho sempre amato il teatro. I musical in particolare sono il genere di spettacoli che adoro di più.» disse voltandosi verso la rossa.
«E com'è cominciata questa tua passione per i musical se posso chiederti?» chiese Chloe curiosa di saperne di più.
«Premetto che sin da piccola la musica era qualcosa capace di farmi emozionare. Mio padre aveva uno di quei vecchi giradischi e ogni sera ascoltavamo una canzone, a volte lui cantava, altre volte no. È quel genere di ricordo che ti scalda il cuore ogni volta che ti torna in mente. Credo che la mia passione per il mondo della musica e dello spettacolo sia cominciata allora.» spiegò perdendosi ad osservare le assi del soffitto, come se con la mente stesse ripercorrendo gli anni passati.
Improvvisamente tutte le luci si spensero, ponendo fine alla loro chiacchierata e incominciò una lieve e dolce musica. Entrambe si sistemarono sugli schienali per godersi lo spettacolo.Fu un susseguirsi di ballerini, canzoni e aneddoti inverosimili, era un misto tra una fiaba e una commedia. Quando le luci si riaccesero, Beca e Chloe si guardarono per qualche istante per poi dire all'unisono:«È stato un musical meraviglioso.»
Rimasero sedute a guardare la gente lasciare la stanza mentre commentavano ancora ciò che avevano visto, fin quando lo sguardo di Beca non si posò sul palco vuoto e ogni traccia di buonumore sembrò svanire.
«Ehy va tutto bene? Ho detto qualcosa di sbagliato?» chiese Chloe leggermente allarmata.
«N-no tu non c'entri è solo che...» non riuscì a terminare la frase senza che i suoi occhi si riempissero di lacrime. «Ho passato anni a fare il possibile per evitare di guardare un palcoscenico e adesso...»
«Perché? Se c'era qualche problema perché non me lo hai detto? Non ti ci avrei portata. Scusami, davvero mi dispiace.» le circondò le spalle con un braccio ripetendole mille volte quanto le dispiacesse.
«Non è colpa tua Chloe.» tirò su col naso e si asciugò le guance.
«Hai mai avuto un sogno che per qualche ragione non hai mai potuto realizzare?» domandò guardando le poche persone rimaste. Chloe annuì e abbassò lo sguardo.
«Questo era ciò che ho sempre amato fare. Ho sempre sentito che il mio posto fosse lì, sul palcoscenico, l'unico luogo dove io riesca ad essere me stessa.» ammise mentre le si strozzava la voce.
«E perché hai smesso?»
«Perché qualcuno mi ha detto che non valeva la pena lottare per una cosa simile. Era un sogno irrealizzabile.» un triste sorriso le fece curvare le labbra.
Chloe la guardò per un attimo negli occhi blu notte e poi, con un fil di voce disse:«Non esistono sogni irrealizzabili. Se ci si crede fino in fondo è possibile realizzarli.»
«Qual'era il tuo sogno?» domandò la mora.
«Suonare.» Chloe sorrise dicendo quella parola ma fu un sorriso amaro, come se celasse anche lei della tristezza.
«Ma è quello che fai no?»
«Io non voglio suonare nei locali. Sai io e te non siamo poi così diverse, abbiamo lo stesso obiettivo.»
Beca parve sorpresa ma la cosa durò solo un paio di secondi.
«Perché non eri su quel palco allora? Io ti ho sentita suonare e sei fantastica, suoni meravigliosamente.»
«Ti ringrazio ma per la gente dello spettacolo questo non è niente. Per loro non è abbastanza.» si lasciò scivolare nella poltrona e chiuse gli occhi.
«Bhe almeno tu hai qualcuno che ti sostiene.» disse Beca con un sospiro.
«Cosa ti fa credere che sia così?»
«Sei così incredibilmente ottimista, non ti lasci abbattere da niente. Deve per forza esserci qualcuno dietro.»
«Ti sorprenderà sapere che non è così. I miei odiano questa mia passione per la musica.»
«Non puoi dire sul serio.» disse stupita.
«Sono serissima. Ciò che mi impedisce di buttarmi giù è il pensiero che un giorno riuscirò a suonare lassù, sono certa che prima o poi ce la farò, è difficile ma non impossibile, è una sfida e a me le sfide piacciono.»
«Vorrei proprio pensarla come te. Mi farebbe bene un po' del tuo ottimismo.»
«Potrei regalartene un po' se vuoi.»
Entrambe scoppiarono a ridere attirando l'attenzione di quei pochi presenti che si stavano lentamente alzando dalle poltrone. Non appena smisero di ridere Chloe le diede un rapido bacio sulla guancia facendo fare al cuore di Beca una capriola.
«Va meglio adesso?» chiese col sorriso ancora stampato in volto. Beca annuì incapace di proferire parola.
Dopo poco decisero di alzarsi ma giunte all'uscita la rossa fermò Beca prendendole il polso e facendola voltare in direzione del palcoscenico.
«Voglio che tu tenga a mente una cosa.» sussurrò posandole le mani sulle spalle. «I sogni spesso sono più raggiungibili di quanto si pensa, basta solo guardare oltre, superare quel sipario.»
E prendendola per mano la condusse fuori sotto il cielo trapuntato di stelle.
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Everything has changed || Bechloe
FanfictionSalire sul palcoscenico, era il suo sogno fin da bambina ma le opportunità, in una piccola cittadina dell'Ohio, erano sempre state scarse. Eppure, come in un film, qualcosa accadde, quando meno se lo aspettava. Un incontro, un semplicissimo incontro...