Capitolo 10

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«Davvero fantastico, grazie signorina Mitchell, le faremo sapere al più presto.» disse il produttore seduto all'estrema destra, un uomo dai capelli neri e la folta barba che aveva ascoltato tutta l'esibizione con un sorriso stampato in volto.
Beca annuì ancora tremante per l'emozione e diede una rapida occhiata alle poltrone in fondo, Chloe non c'era più, era andata via e lei non se n'era minimamente resa conto, troppo occupata a cercare di restare in piedi e non cedere sulle ginocchia che sembravano fatte di gelatina.
Sorrise rivolta ai quattro uomini che aveva davanti e superò le tende del sipario.
«Beca! Com'è andata?» chiese Tom non appena la vide uscire.
«Bene, credo.» rispose buttando un'occhiata sul palco e sperando che la sua mente non le avesse giocato un brutto scherzo.
Dov'era finita Chloe?
Una parte di lei stava iniziando a pensare di averla solo immaginata per sopprimere la paura.
«Va tutto bene?» Tom la guardò di sbieco analizzando poi la sala per capire cosa stesse cercando la ragazza.
«S-sì è tutto...tutto apposto. Adesso devo andare, ci si vede Tom.» disse frettolosamente superandolo.
«A presto.»

La mora uscì dal teatro e rimase ferma sul piccolo viottolo, dando le spalle alle porte, indecisa se andarsene o meno. Guardò l'orologio, erano le sei del pomeriggio, avrebbe potuto ancora chiamare Chloe e chiederle una spiegazione.
Non appena però quel pensiero le sfiorò la mente, vide qualcuno arrivare e prima ancora che se ne rendesse conto si ritrovò fra le braccia di una ragazza, i suoi capelli le solledicavano il collo e le sue braccia la stringevano così forte da farle mancare il respiro.
«Sei stata grande Beca! Hai stupito perfino i produttori.»
«Tu...tu eri lì?» chiese Beca stordita, era davvero convinta di essersi immaginata tutto.
«Certo. Mi hai anche sorriso. Sono dovuta restare seduta per quasi due ore prima di vederti cantare ma ne è valsa la pena.» spiegò con un sorriso.
«Come scusa?! Sei rimasta lì per tutto il tempo?»
«Già. Non volevo perdermi la tua esibizione.» concluse dandole un buffetto sulla spalla. «Sono certa che otterrai la parte.»
«Cosa te lo fa credere?»
«Oh andiamo, è raro che i produttori ti facciano un complimento, figuriamoci che si alzino in piedi battendo le mani. Il ruolo è tuo Beca Mitchell!» disse prendendo un braccio di Beca e alzandolo verso il cielo, come segno di vittoria.
Beca non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire una risata, trovava l'entusiasmo della rossa davvero adorabile.

«Senti mi chiedevo...ti andrebbe di fare un giro?» disse poi Chloe sul più bello.
«A-adesso?» domandò Beca sentendo l'agitazione crescere dentro di lei.
Nonostante volesse passare del tempo con la ragazza in questione, aveva paura, una folle paura. Temeva che lei potesse scoprirla, che capisse che per lei non era solo una sconosciuta o una potenziale amica.
«E allora quando? Dai avanti, vieni con me.» la incoraggiò porgendole la mano, come aveva fatto la prima volta, quando l'aveva portata a teatro. E proprio come allora, Beca quasi sobbalzò quando le loro mani si strinsero appena.

Camminavano l'una di fianco all'altra sullo stretto marciapiedi, senza dire una parola, guardando il paesaggio che scorreva davanti ai loro occhi o semplicemente godendosi quel leggero venticello fresco che le avvolgeva.
Beca però era così concentrata a mantenere la calma cercando di ignorare i suoi battiti che le rimbombavano nelle orecchie che non fece neanche caso al fatto che Chloe la stesse chiamando.
«Terra chiama Beca?» disse la rossa per l'ennesima volta passandole una mano davanti al viso facendola tornare alla realtà.
«S-sì?»
«Stai bene?»
«Chi io? Alla grande. Sto benissimo non preoccuparti.» rispose con una nervosa risata. Se non fosse stato perché aveva sostenuto un provino una mezz'oretta fa, era sicura che Chloe si fosse chiesta se non fosse ubriaca.
La mora abbassò lo sguardo sulle sue dita, che erano strette da quelle della ragazza e che ora tremavano appena.
Come era possibile che anche solo stare accanto a lei le facesse quell'effetto?
«Eccoci arrivate.» disse Chloe superando un cancello in ferro battuto.
«Dove siamo?»
«Non sei mai venuta qui?»
«No mai.»
«Questo è forse il parco più bello nelle vicinanze.»
Beca si guardò intorno, era un'immensa distesa verde, cosparsa di panchine qua e là, ognuna sovrastata da alti salici o cipressi, da un lato si trovavano due altalene e uno scivolo di un blu acceso e poi in lontananza vide una cosa che le mozzò il fiato.
«Ma quello è...»
«Un lago.» concluse Chloe al posto suo. «Benvenuta nel mio piccolo paese delle meraviglie.» aggiunse con una leggera risata.
«Come ho fatto a non notarlo prima?» disse senza riuscire a staccare gli occhi da quel paesaggio mozzafiato.
Percorsero un vialetto in ciottoli e arrivarono fino alle sponde del lago, dove si sedettero sull'erba e rivolsero entrambe lo sguardo all'orizzonte.
«Perché mi hai portata qui?» chiese Beca guardandola per qualche secondo.
«Non ci ho mai portato nessuno. Ho aspettato di trovare qualcuno di davvero speciale con cui poter condividere questa piccola parte di me.» spiegò perdendosi a guardare il sole che via via tramontava.
«Ed io sono quel qualcuno?»
«Già.»
«Bhe...grazie.»
Chloe sorrise debolmente e tornò a guardare il sole che si rifletteva debolmente sullo specchio d'acqua, di tanto in tanto si lasciava sfuggire dei lievi sospiri.
«A cosa pensi?» chiese Beca notando che lo sguardo della ragazza si era perso nel vuoto.
«Allo spettacolo. Vorrei che lui potesse vedermi.» ammise sentendo gli occhi inumidirsi.
«Chi?»
«Mio padre. Vorrei potergli dimostrare ciò che so fare, dove posso arrivare col mio talento.»
«Sono certa che ci riuscirai.» tentò di consolarla.
«Non credo sia il momento giusto per fare i melodrammatici giusto? Non ti ho portata qui per costringerti ad ascoltare i miei discorsi strappalacrime.» disse abbozzando un sorriso e asciugandosi le guance.

Rimasero un paio di minuti in silenzio ascoltando il dolce cinguettio degli uccelli fin quando non si voltarono, quasi contemporaneamente, ritrovandosi faccia a faccia.
Mentre Beca teneva gli occhi fissi su quelli della rossa, Chloe lasciava che il suo sguardo corresse sull'esile corpo della ragazza, soffermandosi a guardare ogni particolare fin quando non raggiunse il viso. Lì si fermò ed incominciò ad analizzare ogni centimetro di pelle, dalle guance, che stavano assumendo un colorito via via più roseo, al naso sottile, alle labbra, a quegli occhi blu scuro che non smettevano di fissarla insistenti.
«Sai...c'è una cosa che devo dirti.» disse Beca di punto in bianco facendola rabbrividire.
«Dimmi.»
«Vedi...ehm...» provò a parlare ma le parole le morivano in gola.
«Devo preoccuparmi?»
«Cosa? No, certo che no. È solo che, è complicato da dire a parole.»
«Potresti cantare. La musica è una soluzione a cui ricorro spesso quando non so esprimere qualcosa.» le consigliò.
«D'accordo allora...»
Beca prese un respiro e, nonostante stesse nuovamente tremando dall'agitazione, cominciò a cantare a bassa voce.

«All I knew this morning when I woke
Is I know something now, know something now I didn't before.

And all I've seen since eighteen hours ago
is green eyes and freckles
and your smile in the back of my mind making me feel like

I just want to know you better, know you better, know you better now
I just want to know you better, know you better, know you better now
I just want to know you better, know you better, know you better now
I just want to know you, know you, know you

'Cause all I know is we said hello
And your eyes look like coming home
All I know is a simple name, everything has changed
All I know is you held the door
You'll be mine and I'll be yours
All I know since yesterday is everything has changed»

Concluse sentendo le sue orecchie andare a fuoco e dovette scostare lo sguardo per evitare di arrossire ulteriormente.
«Wow. È-è una canzone stupenda.» ammise Chloe e senza farsi notare dalla ragazza, si asciugò in fretta quella lacrima solitaria che le era colata lungo la guancia. «Perché proprio questa?»
«È proprio quello che volevo dirti. Vedi...ci conosciamo da poco, pochissimo in effetti. Eppure, non mi sono mai sentita così bene con qualcuno. Se adesso dovessi entrare a far parte di quel musical il merito sarà solo e soltanto tuo.
Sei stata tu a convincermi a buttarmi in questa cosa, tu mi hai dato il coraggio di eseguire quella canzone su quel palco, tu mi hai detto di ignorare tutti, credere nei miei sogni e combattere per realizzarli. Ci conosciamo solo da un paio di settimane ma la sola cosa che voglio al momento è conoscerti meglio, voglio capire chi sei davvero e...se un giorno salirò sul palco e la gente mi vedrà cantare...sarà solo grazie a te.»
Quando finì di parlare si ritrovò senza fiato, aveva avuto finalmente il coraggio di esternare i suoi sentimenti, almeno in parte.
Non appena però spostò nuovamente lo sguardo verso Chloe, notò quegli occhi azzurri velati di lacrime.
«Ehy...io non...non volevo farti piangere, davvero scusami.» disse prendendole la mano.
«È solo che...nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere.»
Ed in quel momento, con la luce della luna, che risplendeva ormai in cielo e il buio a fargli da sfondo, Beca trovò il coraggio di avvicinarsi lentamente a lei, unendo le loro labbra in un breve bacio. Per un attimo credette di toccare il cielo con un dito tanta era l'emozione che stava provando ma poi qualcosa la fece tornare bruscamente alla realtà.
Chloe si era scostata di colpo e la guardava con gli occhi sbarrati.
«I-io...ehm...scusami. Davvero scusami tanto.» Beca provò a scusarsi tendendo una mano verso di lei afferrandole un polso.
«C-credo di dover andare adesso.» disse la rossa liberandosi dalla sua stretta e alzandosi in piedi. «Ci vediamo Beca.» la salutò e poi si diresse verso l'uscita.
Beca la seguì con lo sguardo, fin quando non la vide superare il cancello, e si distese completamente sull'erba rivolgendo lo sguardo al cielo stellato sopra di lei ed emettendo un lungo sbuffo.
Aveva fatto decisamente una stupidaggine.

Everything has changed || BechloeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora