Capitolo 12

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Caleb si avvicinò a Martina non appena gli allenamenti furono terminati.
«Andiamo?»
«La caviglia va molto meglio, fratellone. Posso tornare a casa sola tra poco. Tu vai pure»
«Sicura piccoletta?»
«Sicura, tranquillo»
«Va bene, ci vediamo a casa»
«A dopo»

Quando tutti furono andati via, Aiden si avvicinò alla ragazza, che si alzò nonostante il dolore alla caviglia non fosse realmente passato.
«Su, come hai intenzione di farti perdonare?»
«Se ti offro una crepes mi perdoni?»
A Martina brillarono gli occhi, non appena sentì nominare il suo cibo preferito.
«Si!» esclamò senza pensarci, iniziando a saltellare e facendosi ancor più male alla caviglia. Si bloccò gemendo di dolore.
«Sta ferma. Certo che sei proprio una scema»
«Ma stai zitto baka»
«Zittiscimi tu~»
Però, il ragazzo non ricevette ciò che si aspettava. Infatti lo schiaffo sulle labbra che aveva ricevuto, si era sentito probabilmente in tutta la città.
«Ahia!!! Ma sei fuori?!»
«Ho solo ubbidito, zucchero filato»
«Non chiamarmi così!»
«Tu smetti di chiamarmi principessa!»
«Come vuoi, piccola~»
La ragazza rimase basita, e arrossì impercettabilmente, mentre sul ragazzo nasceva un ghigno divertito.
«Vaffanculo»
«Andiamo o no?»
«Si. Prima andiamo, prima me ne torno a casa lontano da te»
Iniziarono ad avviarsi, ma qualcosa fece bloccare il ragazzo.
«Appoggiati a me»
«Cosa?»
«Si vede che la caviglia ti fa male. Appoggiati, ti aiuto a camminare»
«Non mi fa mal-»
«Smetti di fare l'orgogliosa, o ti prendo in braccio»
La ragazza arrosì un po di più all'idea, e fortunatamente Aiden non se ne rese conto.
«E va bene...» accettò infine, per poi appoggiarsi a lui per camminare senza dolore.

La ragazza mangiò la crepes alla velocità della luce. Eppure era più grande di lei, non che ci volesse molto. Era una bomba calorica. Nutella, nutella bianca, smartis, marshmallow, caramello e panna.
«Tu sei un mostro minchia» commentò Aiden, mentre mangiava la propria. Era simile a quella della ragazza, ma senza caramello e marshmallow.
«Ma sta zitto, sta»
«Così ti farà male la pancia»
La ragazza sbuffò, facendo notare un po di Nutella sul labbro. Il rosato le si parò davanti, guadagnandosi un'occhiata confusa.
«Ti sei sporcata. Sei proprio una bimba» commentò. La ragazza stava per dirgliene di cotte e di crude, ma venne bloccata dal pollice del ragazzo che passava dolcemente sul suo labbro inferiore, pulendola.
«N-Non chiamarmi bimba!» sbottò, arrossendo per il gesto del ragazzo.
Che carina, è tutta rossa~ pensò il rosato, guardandola.
«Va bene, va bene. Scusa principessa~»
«Uno di questi giorni ti uccido!»
«Ma dai! Sono tornato in vita da poco!»
«E sti cazzi?!»
«Ma guarda te. Ti offro una crepes per scusarmi e tu mi minacci di morte»
«Bah. Ma perché cazzo ho deciso di darti retta?!»
«Non riesci a stare senza di me, eh?»
«Sei l'unico che non vorrei tra i piedi in realtà»
«Mi ami»
«Come un dito in culo»
«Non è detto che non piaccia~»
«Ti informo che stai parlando con un'asessuale apothi»
«Una che?»
La ragazza roteò gli occhi, aveva immaginato che Aiden fosse ignorante.
«Asessuale, cioè che non prova attrazione sessuale ma solo quella romantica. Apothi, che prova repulsione verso il sesso»
«In pratica non scopi?»
«...già»
«E non ami?»
«Non è così. Come ho detto, provo attrazione romantica. Quindi posso innamorarmi. Io in particolare, sono panromantica. Quindi posso innamorarmi di una persona indifferentemente dal sesso»
«Ah... Capisco... Circa»
«Cosa non ti è chiaro?»
«Perché hai questa repulsione verso il sesso?»
«...»
Martina rimase in silenzio. Non voleva parlarne. A malapena ne parlava con le persone di cui so fidava davvero, e doveva farlo con Aiden?
«Principessa?»
«...»
«Bimba?»
«...»
«Marty...?»
«Io torno a casa»
«...»
Aiden capì di aver toccato un tasto dolente per la castana, e preferì non irritarla ancora. Non voleva ferirla.
«Ti accompagno»
«Non serve...»
«Ma voglio»
«...va bene»
Il rosato la riaccompagnò a casa, per poi baciarle la guancia e andarsene, lasciandola imbambolata davanti alla porta di casa come una deficiente.

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