Prologue

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-Allora? Dov'è quella? Perchè non si è presentata quando doveva? Mi farà perdere tutto!

Le due ragazze non aprirono bocca. Non avevano paura di nulla, eppure quando erano davanti a quell'uomo (anche se chiamarlo così non era molto appropriato, dato che aveva solamente ventisette anni) non riuscivano a nascondere il timore che lui riusciva a trasmettere.

-Allora? Devo mettermi comodo o avete intenzione di rispondermi?

-E' morta. - sputò Katherine; la più fredda, sentimentalmente, delle due.

La sua reazione fu proprio quella che si aspettarono: rimase impassibile a quelle parole.

Ovviamente lui ci era abituato; molti suoi ''soci'' erano morti per portare a termine il loro lavoro. In fondo anche Katherine e Aimee ci erano abituate. Erano costrette a sentire storie del genere quasi tutti i giorni, da almeno cinque anni.

Erano abituate a tutto ciò, ma questo non voleva dire che sarebbero rimaste impassibili e fredde come lui. Nell'azienda, loro erano le più ''umane''; erano riuscite a conservare ancora qualche briciola di sentimenti, nascoste sotto la loro dura corazza. Questo era lo scopo della prima prova.

-E come sarebbe morta? - a giudicare dal tono di voce, avrebbe potuto sembrare anche interessato, ma non era affatto così, ma le ragazze, consapevoli di ciò, risposero comunque.

-Era nel bel mezzo di una sparatoria. Se la stava cavando, ma le hanno teso una trappola ed essendo stata sola, non è riuscita a difendersi a dovere. - la voce di Katherine era fredda come il marmo, ma Aimee sapeva bene che in fondo le dispiaceva.

-E' un peccato. Davvero un peccato.

Seguì qualche istante di silenzio, che fu poi rotto bruscamente.

-Ci hai chiamate solo per questo? Possiamo andare ora? - Aimee aprì la bocca per la prima volta da quando era lì, e l'aveva fatto nel modo e nel momento sbagliato.

-Cos'è, ti scoccia stare qui con me?

-No. - boccheggiò - Sono solo stanca. Quindi, se qui abbiamo finito, toglierei il disturbo. - sputò quelle parole con disprezzo, e si poteva notare il suo nervoso nei suoi confronti.

Tutto ciò non lo irritò, ma peggio, lo divertiva.

-Beh, mi dispiace contraddirti, ma qui non abbiamo affatto finito, anzi, qui abbiamo appena iniziato. - sorrise divertito.

-E questo che vorrebbe dire?

-Non vi ho fatte chiamare solo per raccontarmi la storiella della vostra amica, ma perchè ora voi dovrete risolvere questo danno. Non posso permettermi altre perdite e sapete che cosa significa questo?

Le due ragazze rimasero in silenzio. Eccome se sapevano ciò che stava per succedere.

-Che dovete provvedere voi stesse a rimediare. Cercate una nuova ragazza, allenatela e rendetela come voi. Magari un po' più forte e sveglia della vostra amica, non vorrei che facesse la sua stessa fine, sapete... - ridacchiò.

-Okay. - le due ragazze risposero nello stesso momento.

-Beh, ora potete andare. Contente?

Le due ragazze non se lo fecero ripetere due volte e arrivarono velocemente fino al portone d'ingresso del capannone ormai vuoto, facendo rimbombare il suono dei loro tacchi alti sul pavimento.

-Prima che mi dimentichi... - le interruppe mentre stavano per uscire definitivamente da quel luogo - avete tempo solo fino a dopo domani per trovarla. E consideratevi fortunate.

Avevano solo due giorni per fare ciò che gli aveva riferito il loro capo, dato che era già sera. Scossero la testa scacciando i brividi lungo la schiena e salirono in macchina.

-Da dove cominciamo? - chiese Katherine, che dal lato del passeggero, aprì il finestrino e cacciò fuori una nuvola di fumo dopo aver aspirato dalla sua sigaretta appena accesa.

-Discoteca? - Aimee premette sull'accelleratore, dirigendosi verso il locale più vicino - In fondo li ce ne sono di ragazze!

-Solo perchè devo distrarmi. - ridacchiò, già felice all'idea di entrare in un posto del genere pronta a perdere la testa per via dell'alcol o di qualche altra sostanza, e per il ''divertimento'' che non mancava mai in serate come quelle, a prescindere da chi fosse stata la sua nuova ''preda''.

Mancavano due giorni. Il primo, come già sapevano, era andato a farsi fottere nell'istante in cui si scolarono il primo coktail della serata.

Ovviamente si erano svegliate tardi il giorno seguente. Dopo tutto quell'alcol che si erano scolate la sera prima, e non solo, si poteva considerare un miracolo che fossero ancora vive. Anche se, in effetti, erano sopravvissute a cose peggiori.

Katherine si tirò su strofinandosi gli occhi, ignorando il fatto che aveva ancora il trucco, ormai sbavato, della sera prima. Si girò a destra e notò un ragazzo davvero sexy che dormiva a pancia in giù, totalmente nudo, nel suo letto. ''Chissà come si chiama'' pensò in quel momento, mentre si diresse verso il bagno con dell'intimo pulito in mano per farsi una doccia.

Quando riuscì notò che quel ragazzo sconosciuto se ne era già andato, e un altro ragazzo, proveniente dalla camera di Aimee stava per fare lo stesso, quando si girò e la vide in intimo. La guardò dalla testa ai piedi, soffermandosi più a lungo sulle parti appena coperte. Quando arrivò al suo sguardo le fece un sorriso malizioso. In tutta risposta, Katherine gli alzò il dito medio, e poi lui si dileguò in un istante.

-E' mezzogiorno Aimee, il tempo non gioca proprio a nostro favore. Alza quel culo, e preparati, tra un'ora usciamo e andiamo a mangiare fuori.

-Credevo che la tua rabbia si fosse dileguata ieri notte, ma devo essermi sbagliata. - la prese in giro Aimee.

-Oh, lo sai che per te ci sarà sempre. E ora muoviti.

Aimee sbuffò. Dopo quarantacinque minuti era pronta, afferrò la borsa e uscì di casa salendo sulla loro Porche, dove Katherine la stava già aspettando.

Erano state fuori tutto il giorno e non erano riuscite a trovare nessuno.

Quel compito non era facile come poteva sembrare. Anzi, tutto il contrario. Non dovevano semplicemente trovare una sostituta, ma trovare una ''qualificata''. Doveva essere bella, per riuscire a distrarre più facilmente nemici o interlocutori, e intelligente, per contrattare e incastrare tutti quelli con cui aveva a che fare.Inoltre, coloro che sceglievano, dovevano anche essere abili nel capire se i nuovi scelti avrebbero potuto reagire o andare contro alla loro nuova vita.

Anche loro due erano state scelte, e infatti, non si erano mai opposte a tutti i sacrifici che avevano dovuto affrontare. Quando ultimarono la loro ''trasformazione'', si sorpresero quando capirono quanto fossero abili lì dentro.

Quando tornarono a casa, ormai rassegnate, passarono davanti al quartiere di Somerville.

-Ehy fermati! - Aimee quasi strabuzzò gli occhi indicando una casa a Katherine, che in quel momento era al volante. - Guarda lì.

-Oddio non ce la faccio più! Me ne voglio andare da qui, non voglio più vedervi! - la ragazza era totalmente arrabbiata con i suoi genitori, e per quanto urlavano, si potevano sentire da fuori.

-Sta zitta! Tu non andrai da nessuna parte! Dici sempre le stesse cose, ma non le fai mai. Quindi fila subito in camera tua, e di anche addio al tuo nuovo amichetto! - la rimproverò sua madre.

Così come le disse la madre, la ragazza corse al piano superiore, e non appena arrivò in camera sua sbattè la porta usando tutta la forza che aveva in corpo.

-Fanculo! - urlò prima di crollare in lacrime.

Le due ragazze, da fuori la finestra, sentirono e osservarono tutto dalla finestra, ed essendo riuscite a vederla prima che la discussione tra madre e figlia iniziasse, capirono che avrebbe potuto essere quella giusta.

Era abbastanza alta, aveva un fisico da modella, occhi dorati, e capelli castano chiari. Sembrava furba e intelligente, e se ciò che le mancava era solamente il coraggio, avrebbero potuto rimediare.

Senza tardare un attimo, salirono in macchina e mandarono un messaggio al loro capo:

''L'abbiamo trovata.''

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