Santa Monica

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TRIS

Non ricordavo quanto fosse divertente fare questi giochetti stupidi tra amici. Anche se amici non ce n'erano, dato che non conoscevo nessuno, e se proprio volevo considerarne qualcuno, avrei detto Justin.

Ma non era questo il punto. Mi stavo divertendo davvero, probabilmente l'ottanta percento del merito spettava all'alcol, ma anche Justin era diverso.

Presi la bottiglia e la feci girare al centro del cerchio che avevamo creato. Dopo parecchi giri, cominciò a rallentare, sorpassando Justin, per fermarsi davanti ad un ragazzo moro, con gli occhi verdi. Ci misi un po' a riconoscerlo, ma poi mi ricordai di lui. Era il tizio dei coktail.

Mi alzai andando verso di lui in modo sensuale, e a giudicare dalla sua espressione, capii subito che sette minuti erano più che sufficienti.

Lo presi per mano, e mimai un ciao ai ragazzi ancora seduti, che ci guardavano rientrare in casa, mentre urlavano e incitavano il ragazzo. Non capivo la loro fissa per le donne più grandi di loro, ma poco mi importava.

Lo spinsi nella prima stanza libera che trovai e lui si fiondò sulle mie labbra, iniziando subito con i lavori di lingua. Io gli tolsi il giubbino di quella che doveva essere la sua squadra di football, e subito dopo feci fuori anche la sua maglietta.

Mi spinse sul letto, sdraiandosi sopra di me. Mi cacciò prima gli slip, e poi, quando ribaltai le posizioni, mettendomi a cavalcioni sopra di lui, mi tirò giù la cerniera eliminando anche il vestito dal mio corpo.

Potevo sentire benissimo la sua erezione sopra di me, e mi divertii a muovermi un po' di più su di lui, come avevo fatto qualche ora prima con Justin.

Dio, ma anche mentre scopavo dovevo pensare a lui?

Gli slacciai velocemente i pantaloni, per tirarli giù insieme ai suoi boxer. Diedi un'occhiata all'orologio sul comodino, erano passati tre minuti da quando eravamo dentro. Quattro minuti sarebbero bastati, a giudicare da tutti e due.

Mi girò sotto di lui, e con una spinta veloce mi penetrò, facendomi urlare. Mi mossi anche io sotto di lui, aumentando la velocità delle spinte e subito raggiungemmo l'apice del piacere, quasi insieme.

Mi presi qualche secondo per respirare.

-E' stato fantastico, Justin.

Sbarrai gli occhi, rendendomi conto di quello che avevo appena detto.

-In realtà è Charlie. - rise - Qualche ex che non riesci a toglierti dalla testa? - chiese mentre si rivestiva.

-Qualcosa del genere. - mi rivestii velocemente anche io, per poi uscire di corsa, con il ragazzo dietro di me.

Mentre aprivo la porta, mi ritrovai di fronte Justin, e per poco non gli andai addosso.

-Che diavolo ci fai qui?

-I sette minuti sono passati, e sono venuto a chiamarvi, ma vedo che non ce n'è stato bisogno. - mi sorrise divertito e poi tornò fuori, con me e Charlie dietro di lui.

-Allora amico? - i veri invitati urlavano contro Charlie, e io risi.

-E' stato fantastico. - lo guardai.

-Ma ora, dobbiamo andare. - aggiunse Justin.

Tutti urlarono, neanche fosse stato un cantante di fama internazionale, appena uscito sul palco per iniziare il suo concerto.

-Vado a chiamare gli altri. Staranno sicuramente dentro. - dissi.

-Okay, io vado a vedere se stanno fuori.

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