Missing Jenna

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JUSTIN'S POV

Dopo essere riusciti ad uccidere tutti i ragazzi contro cui combattevamo, andammo da Jason. Però quella volta non andammo in tre, ma in quattro. Ci eravamo portati dietro la ragazza.

Aveva assistito alla scena, quindi non potevamo semplicemente lasciarla andare, anche se non credo che avrebbe detto qualcosa, dato che le avevamo salvato la vita, esattamente come lei aveva fatto con me.

Era terrorizzata e tremava, ma quell'atto l'aveva resa più coraggiosa di quanto sembrasse. Sicuramente era più coraggiosa di tutte le altre ragazze della sua età, a parte quelle che facevano parte del mio mondo.

Mi ritrovai ad osservarla, mentre lei guardava fuori dal finestrino. Non era molto alta, ma ma aveva un fisico mozzafiato, capelli castani e due occhi blu che ero sicuro che facevano invidia a tutte le donne.

Nonostate il trucco nero che ormai era tutto sbavato attorno ai suoi occhi, era davvero bella, dovevo ammetterlo.

Quando finalmente arrivammo da Jason, scendemmo tutti dalla macchina, ma, una volta arrivati alla porta d'ingresso, mi accorsi che non ci stava seguendo, era ancora in macchina. Così la andai a prendere.

-E' ora di scendere. - le aprii lo sportello e lei scese.

-Dove siamo? Che cosa volete da me? - i suoi occhi stavano per cacciare nuove lacrime.

-Seguici e basta.

Fece come dissi e riuscimmo ad andare dentro l'edificio. Dopo aver persorso il lungo corridoio, finalmente arrivammo da Jason. Ryan bussò e poco dopo ci fece segno di entrare.

-Allora, che è successo? - chiese, ma dalla voce si poteva capire che non era tranquillo come suo solito.

-Li abbiamo uccisi tutti. - Logan cercò di calmarlo, ma non servì.

-E cos'era quel messaggio?

La ragazza era dietro di me, nascosta, ma mi spostai per lasciarla passare e mostrarla a Jason.

-Chi è questa? - la indicò.

-Era nel capannone. Quelli la torturavano. Ma ha assistito alla scena e così abbiamo deciso portarla qui, così tu deciderai cosa farne.

Si alzò dalla sua scrivania e venne verso di noi, fermandosi a pochi centimetri dalla sua ospite.

-E tu sei?

-J-Jennifer. - guardava in basso.

-Puoi tranquillizzarti Jennifer, qui non abbiamo intenzione di torturarti. Vuoi dirmi cosa ti facevano?

La ragazza alzò di colpo lo sguardo verso di lui, e poi verso di noi; c'era qualcosa che la preoccupava, si vedeva lontano un miglio.

Jason, alquanto spazientito da tutta questa commedia, la invitò a sedersi su un divanetto che era nel suo ufficio. Sembrò funzionare.

-Mi hanno rapita. - prese un respiro profondo - Poi mi hanno portata lì, e hanno cominciato a...

Non finì di parlare che subito scoppiò in lacrime, piangeva così forte da emettere singhiozzi.

-A... - Jason la incitò ad andare avanti.

-A spogliarmi. Mi avevano legato le mani al muro, e poi hanno abusato di me e del mio corpo. Ogni volta che credevo che sarebbe finita, ricominciavano da capo. E poi, mi hanno lasciata vestire. Credevo che fosse finita, e invece hanno iniziato a farmi male. Intendo schiaffi, pugni, tagli...

Tornò a piangere, coprendosi il viso con le mani. Persino Jason sembrava impietosito, ma sapevamo tutti che quella era solo una maschera.

Sapevamo tutti che era solo questione di minuti prima che la congedasse fuori da quella stanza per poi ordinare ad uno di noi tre di ucciderla e di sbarazzarci del suo corpo.

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