revisionato
Jordan uscì dal bar tenendo tra le mani un vassoio con: tre cappuccini, quattro bomboloni alla crema e un bicchiere di tè al limone. Appoggiò il tutto al centro del tavolo che i suoi amici avevano scelto e si sedette accanto a Bryce e di fronte a Byron. Prese la sua tazza con il tè e vi versò una bustina di zucchero, quindi iniziò a girare la bevanda calda con un cucchiaino, mentre il vapore del liquido raggiungeva il suo viso.
Byron si sporse sul tavolo per vedere cosa aveva preso il verde. «Tè?» gli chiese. Jordan alzò la testa di scatto e la sbatté violentemente contro quella del biondo, che urlò: «Ahi!» Tutti quelli nei paraggi si voltarono verso di loro con espressioni sorprese sul volto, mentre li osservavano stupiti dal loro comportamento quasi infantile. «Cazzo».
Claude diede una gomitata a Byron, mentre con la mano destra svuotava la quinta bustina di zucchero sul cappuccino. «Se Xavier lo scopre ti ammazza» disse; quindi prese un'altra bustina di zucchero e, con molta calma e attenzione, la aprì per poi versare il contenuto nella bevanda amara che gli si presentava davanti.
Byron si massaggiò il braccio guardando di traverso Claude e osservando soprattutto la sua mano allungarsi per prendere altre bustine di zucchero con tranquillità. Si chiese se da piccolo, appena era nato, lo avessero imbevuto nello zucchero prima di darlo alla madre. «Perché Xavier dovrebbe incazzarsi se ho detto "cazzo"? Insomma, lui dice di peggio» mormorò. Bevve una lunga sorsata di cappuccino, mentre Claude era troppo occupato a versare l'ultima bustina di zucchero - ovvero la ottava.
Il rosso aprì la bocca per rispondere, quando Bryce si alzò in piedi e cominciò a urlare, smanettando a destra e a sinistra come un ossesso. «Ma quante cazzo di bustine metti in quel cazzo di cappuccino!?» esclamò e si passò una mano fra i capelli bianchi.
Claude sobbalzò e lo guardò male. «La finisci di dire queste cazzo di parolacce, porca puttana?» urlò a sua volta, poi si mise a sedere e si ricompose tranquillamente. Tossì un paio di volte prima di riprendere a parlare: «Dicevo... A me piacciono le cose dolci».
Jordan sgranò gli occhi e li sbatté un paio di volte, poi aggrottò le sopracciglia. «Ma io pensavo che ti piacesse Bryce» mormorò tra sé e sé, ma per sua sfortuna lo sentirono tutti. Bryce si voltò verso di lui con occhi fiammeggianti, mentre mordeva con ferocia il proprio bombolone: la crema finì sugli angoli della sua bocca e volò anche sul naso di Claude, che era troppo impegnato a piegarsi in due dalle risate insieme a Byron. Jordan capì immediatamente cosa aveva appena fatto e si alzò in piedi, afferrando la sua valigia verde per il manico e mettendosi lo zaino in spalla. «Io devo andare in bagno» disse e scappò dagli occhi infuocati di Bryce e dalla sua voglia di prenderlo a pugni.
Uscì fuori dal bar buttando la metà del bombolone che non avevo voglia di finire nel cestino e corse verso i bagni dell'aeroporto, accanto ad un negozio di calcio. Non si fermò nemmeno a dare un'occhiata alla vetrina, era terrorizzato dall'idea che Bryce potesse raggiungerlo e ucciderlo. Spalancò la porta dei bagni degli uomini e vide che erano completamente vuoti. Che strano, pensò. Di solito i bagni degli aeroporti sono sempre pieni.
Si avvicinò ai lavandini e aprì l'acqua fredda lasciandola scorrere e si guardò allo specchio. La sua coda era leggermente spettinata, alcuni ciuffi verdi e più corti rispetto al resto dei suoi capelli gli incorniciavano disordinatamente il volto, ma poco gli importava. Sospirò e si sciacquò il viso. Gli faceva male la testa.
Alzò nuovamente gli occhi. Era pronto a incontrarlo? Era pronto a parlare di nuovo con lui come se fosse un semplice amico dopo tutto quello che aveva finalmente accettato? Era pronto a vederlo fidanzato, se avesse trovato la ragazza giusta nell'isola di Liocott? Scosse violentemente la testa. No. Lui non era pronto a tutto quello che sarebbe accaduto dopo il viaggio in aereo. Non lo era mai stato. Eppure la voglia di vedere Xavier era così grande che avrebbe fatto quel viaggio anche solo per guardarlo da lontano. Il solo pensare che avrebbe rivisto il suo sorriso, la sua pelle lattea e delicata, i suoi capelli rossi, i suoi occhi verde smeraldo che cambiavano sfumatura col suo umore, che brillavano quando erano insieme, gli riempiva il cuore di gioia e gli faceva dimenticare tutto il resto. Quando c'era Xavier quel "tutto il resto" diventava superfluo agli occhi di Jordan, anche quella finale, a momenti.
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STARDUST, hiromido
Fanfictionᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀ Gli occhi di Jordan erano come due stelle. Spesso allungava le mani al cielo come per cercare di afferrare due stelle che gli assomigliavano, per sentirlo meno lontano. Altre volte chiudeva gli occhi davanti al cielo notturno per cercare di...