.•°[14]°•.

733 54 68
                                    

Jordan si alzò dal proprio posto per posare il vassoio ormai vuoto in cucina. Quella sera si era seduto in disparte accanto a Bryce, che non aveva spiccicato parola per tutta la cena. Le uniche cose che aveva detto erano state poco educate e verso i ragazzi che volevano sedersi nel loro stesso tavolo, uno degli ultimi liberi nella sala da pranzo.

Jordan si avviò verso la cucina a testa bassa, poiché non voleva incontrare né gli occhi di Xavier, né quelli di Isabelle, e la signorina Shiller prese il vassoio insieme al piatto vuoto, regalandogli un piccolo sorriso. Uscì dalla sala da pranzo e salì le scale lentamente. Camminò a lungo nel corridoio ed entrò nella propria camera. Si chiuse la porta alle spalle con un sospiro e vi ci si appoggiò contro chiudendo gli occhi.

Ripensò all'incontro nel corridoio. Si ricordava perfettamente le sensazioni che aveva provato: quel senso di vuoto e allo stesso tempo di completezza di fronte alla figura della persona che continuava ad amare nonostante tutto; la tristezza accompagnata dalla meraviglia di fronte alla bellezza di Xavier; e poi un'ondata di delusione e rabbia l'aveva travolto e se n'era andato senza dire una parola.

Jordan era debole, troppo debole. Non riusciva a far finta che non gliene fregasse niente. Non riusciva a guardare Xavier in quegli occhi verdi senza scoppiare in lacrime. Non aveva il coraggio di dire basta e superare quei sentimenti, perché non voleva farlo. Xavier era tutto per lui e, sebbene amare lo stesse distruggendo, era anche l'unica cosa che lo faceva andare avanti. Avrebbe anche camminato sul fuoco pur di vedere Xavier sorridere.

Inspirò una grande boccata d'aria e si lasciò cadere a peso morto sulla sedia della scrivania. Prese un foglio bianco da un cassetto e una matita e iniziò a fare un piccolo cerchio in alto. Lo divise al centro da una linea che continuava pochi millimetri dopo e cominciò a delineare un viso a caso. Disegnò due occhi allungati, simili a quelli di un gattino, un piccolo naso leggermente all'insù e una bocca dalle labbra non troppo carnose.

Appoggiò la matita sulla superficie della scrivania e cancellò gli scarabocchi del cerchio e della riga. Riprese la matita e disegnò i capelli: ciuffi spettinati che andavano ovunque senza trovare il loro verso. Ai lati della testa disegnò due piccole corna e poi una linea retta che rovinò il tutto. La matita gli era scivolata di mano.

Spostò lo sguardo sulla porta e vide Claude entrare sbattendola alle sue spalle. Jordan mise tranquillamente la matita a posto e il disegno, ormai rovinato, lo accartocciò e lo gettò nel cestino. «Claude, mi hai fatto prendere un colpo» disse e guardò il ragazzo sedersi imbronciato sul bordo del letto. «Che è successo?»

«Voglio far pace con Bryce. Non ce la faccio a vederlo così triste» spiegò, poi fulminò con lo sguardo Jordan. «E non ce la faccio nemmeno a vederlo ridere - anche se leggermente - con te».

Jordan scoppiò a ridere. «Scusami tanto se provo a far sorridere il mio migliore amico, allora» disse, divertito dalla sua gelosia. A guardarlo non sembrava nemmeno che soffrisse, ma Claude si accorse della matita che teneva stretta nel pugno della mano, degli occhi un po' lucidi e delle sopracciglia leggermente inarcate.

«E come pensi di fare?» domandò ancora il verde.

Claude sorrise e si mise a sedere per terra, tirando fuori dalla tasca gomma e matite. «Voglio disegnare i suoi occhi, come feci tanto tempo fa. Però, questa volta, senza l'aiuto di nessuno», e gli lanciò un'occhiataccia.

Jordan arrossì di colpo e sorrise, imbarazzato. «Che cosa dolce!» esclamò. Aprì il cassetto e porse un paio di fogli bianchi a Claude, che li prese ringraziandolo. «Di nulla. Io vado a farmi una doccia».

Claude annuì e si mise all'opera, dimenticandosi completamente della presenza del minore. Jordan lo superò sempre sorridendo e aprì l'armadio. Tirò fuori un paio di boxer e prese dal letto i suoi pantaloni corti fino al ginocchio, quindi si rinchiuse nel bagno attaccato alla sua camera.

STARDUST, hiromidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora