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Qualche anno dopo...

Jordan si decise ad aprire gli occhi, sebbene la sua voglia di alzarsi fosse pari a zero. Era domenica, era sveglio da più di mezz'ora ma voleva ancora dormire. Si rotolò fra i lenzuoli, infagottandosi come un involtino primavera, e, quando aprì le iridi nere, si girò verso il posto di Xavier e notò che non c'era. Il suo sguardo arrivò fino all'orologio: erano solo le 11. Di solito il dormiglione era lui, non Jordan, quindi gli sembrava strano che fosse già in piedi.

«Xavier?» chiamò, ma non ricevette alcuna risposta.

Okay, non era in casa, altrimenti sarebbe arrivato di corsa a dargli il bacio del buongiorno. Ma cosa ci faceva fuori casa alle 11 del mattino? Soprattutto se quel giorno era la vigila di Natale e i due, insieme, avesse preparato un programma con i fiocchi nel pomeriggio che non poteva essere disdetto in alcun modo. Jordan si era impegnato molto per rendere tutto perfetto.

Il venticinquenne fece mente locale. Non poteva essere andato a fare la spesa, l'avevano fatta ieri insieme il giorno precedente, quando avevano staccato dal lavoro. I regali... Forse, ma Xavier non si limitava al 24 per farli. Era sempre così organizzato in tutto ciò che faceva (al contrario di Jordan)!

Non gli venivano altre spiegazioni (a parte l'amante, però cercò di archiviare quel pensiero), quindi si alzò dal letto e iniziò a cercare i boxer per la stanza. Li trovò vicino all'armadio, li prese e li infilò, leggermente rosso nel viso. Si diresse subito in cucina e iniziò a scaldare il latte nel microonde. Prese il telecomando, accese la televisione e si mise a guardare gli anime appollaiato sul divano, con un piccolo broncio che gli increspava le labbra sottili.

Il suono del microonde lo fece sobbalzare e si alzò di scatto, spaventato da quel suono improvviso. Prese la tazza calda, e si sedette a tavola. Mise del cacao sul liquido e girò il tutto con un cucchiaio. Mentre sorseggiava il latte ripensò a quella notte e arrossì violentemente, ritrovandosi a stringere con forza la tazza. Non avrebbe voluto reagire così, in fondo ormai per loro era normale coccolarsi prima di addormentarsi, ma era inevitabile per lui non arrossire, era così timido.

I suoi pensieri tornarono a quando l'avevano fatto per la prima volta. Era stato strano, ma bello. Si ricordava alla perfezione ogni piccolo dettaglio: i loro occhi che si incrociavano, gli sguardi carichi di passione, le mani di Xavier che gli accarezzavano il petto e il viso, i loro baci e la loro paura di essere scoperti. Inutile dire che il giorno dopo Claude e Bryce li avevano scoperti subito e li avevano condotti nella loro camera, facendosi raccontare tutto nei minimi dettagli e dicendo loro alcune regole di vitale importanza. Praticamente avevano assistito ad una lezione sessuale da parte di due dei loro migliori amici, con i quali erano cresciuti.

Jordan finì di bere il latte e si alzò. Lavò la tazza e, dopo averla asciugata con un panno, la mise a posto; quindi tornò in camera.

Fortunatamente i riscaldamenti erano accesi, altrimenti sarebbe diventato un ghiacciolo stando solo in boxer. A parte questo, però, non potevano mancare i pantaloni della tuta, un maglione natalizio e le pantofole a forma di fragola (a Xavier aveva comprato quelle a forma di pistacchio, su Internet. Nonostante tutto non aveva ancora dimenticato la metafora di Byron) sopra la sedia della scrivania.

Dopo aver indossato il tutto si sentì molto più a suo agio e staccò il telefono dalla presa. Mentre andava in bagno guardò se Xavier gli aveva scritto qualcosa, magari per avvertirlo del motivo per il quale era scomparso, ma non trovò nessun messaggio. In compenso gliene aveva mandati trecentomila Byron (e ne aveva ricevuti alcuni anche da Bryce e Claude, che erano in vacanza in Norvegia). Voglio anche io il ragazzo che mi regala un viaggio in Norvegia per Natale, pensò, mentre si sciacquava il viso e si preoccupava di dove poteva essere scomparso Xavier.

STARDUST, hiromidoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora