Sospirando, ammiro il cielo in cerca
di un panorama diverso dalla città illuminata,
sotto di me, ai piedi della montagna..
Il vento fresco nasconde l'arrivo della tanto attesa estate,
alzo il colleto della giacca, per non ammalarmi a giugno inoltrato..
Solo, con una vita davanti e tanti sogni, progetti
e speranze che gravano sulle mie spalle..
In solitudine, trovo il tempo per pensare,
per immaginare diversi impegni da intraprendere,
e come portarli a temine, una volta a casa..
Accendo un sigaro, mi terrà compagnia
in questo mio ciclone di pensieri,
accompagnato dal rumore delle auto di
passaggio, quello degli animali notturni
e la musica di un locale vicino..
Penso alla dura vita dei miei predecessori,
anziani e logorati dall'estenuante servizio..
A come sia cambiato, al giorno d'oggi,
il nostro stile di vita, a quante altre persone
abbiano solcato incessantemente questo suolo, e abbiano
sorvegliato questa postazione..
Intanto, una canzone in lontananza,
rievoca in me ricordi ormai seppelliti
nella cripta del passato, e un'altra,
e un'altra ancora..
Man mano, il passato si apre nella mia mente,
come fosse un libro aperto, già letto una volta,
ma parzialmente dimenticato..
Distogliere saltuariamente lo sguardo dalla civiltà,
mi induce inesorabilmente ad ammirare la luna..
Alta nel cielo, ma abbastanza grande e nitida,
appare come la Terra, osservata da un altro pianeta,
un pianeta estraneo e sconosciuto, un pianeta diverso dalla mia terra..
Intanto, il sigaro si sta lentamente esaurendo,
lasciandomi solo in balia dei miei pensieri,
mentre il momento in cui appenderò
il fucile al chiodo, sembra ancora troppo lontano..
I ricordi pian piano tornano ad inabissarsi
nell'oblio dei pensieri, e mi ritrovo qui,
ad osservare il mondo, per vederci sostanzialmente me stesso,
colui che sono, colui che ero, e colui che sarò, finquando
il mietitore avrà pietà della mia anima,
e mi permetterà di librarmi nei cieli,
senza più alcuna missione da portare a termine,
se non quella di essere libero...
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Della fenice l'animo, del lupo l'impeto
PoesiaAi confini tra il reale e l'irreale, vi è un'eterea soglia chiamata creatività, impossibile da varcare se non destando la propria mente dall'assopimento mentale della massa.. Ringrazio chi mi ha reso ciò che sono, nel bene e nel male.. - 24/07/2014