Soffitta

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Era da qualche giorno che Tom aveva iniziato a vivere da solo. Aveva comprato una bella casetta, con una vecchia soffitta polverosa.

I primi giorni, durante la notte, sentiva dei rumori provenire dal piano di sopra, ovvero la soffitta.
Erano tanti piccoli passetti, accompagnati da uno sfregamento di legno, come se un qualche animale stesse mangiando il pavimento.

Il giorno dopo salì nella soffitta per controllare e notò degli strani segni sul legno.
Diede la colpa ai roditori.
Allora decise di comprare un gatto.

L'animale non sembrava a proprio agio nell'ambiente, ma Tom pensò che si dovesse solo abituare.
Lo chiamò Amedeus, gli sembrava un bel nome, fatto apposta per quel gatto dal pelo grigio tigrato.

Quella notte sentì ancora i rumori, seguiti dallo zampettio di Amedeus. I rumori cessarono.
Passarono pochi secondi che Tom sentì le zampette del micio salire sul letto ed accoccolarsi contro il suo fianco.
Gli fece una carezza, che venne accolta da innumerevoli fusa.

La sera dopo, Tom tornò a casa stanco morto per il lavoro.
Il gatto si era ambientato molto bene e sembrava già riconoscere il suo nome.

Tom lo chiamò per dargli da mangiare e Amedeus arrivò trotterellando allegro, per poi affondare il muso bianco nella ciotola.
Mentre il gatto mangiava sereno, il ragazzo decise di saltare cena, troppo stanco e nervoso per mangiare. Si prese giusto un biscotto e si concesse un po' di televisione prima di andare a dormire.

Una volta lavatosi andò nel letto. Prima di addormentarsi sentì ancora quel rumore di topi nella soffitta e il passo leggero di Amedeus non si fece attendere. Si sentì uno strano gridolino acuto strozzato e poi di nuovo il silenzio.

Il micio doveva aver appena ucciso una di quelle creature.

Dopo qualche minuto Tom sentì il materasso abbassarsi sotto il leggero peso di quattro zampette di gatto. Amedeus si mise a dormire vicino a lui.
Il ragazzo, troppo stanco per muoversi, sorrise col viso premuto contro al cuscino, felice di ricevere il suo affetto.

La mattina dopo Tom non doveva andare a lavoro e decise di passarsi una rilassante giornata casalinga.
Come il giorno precedente, cercò il gatto per dargli la colazione, ma al terzo richiamo lui non si era ancora materializzato in cucina.
Allora il ragazzo decise di andare a cercarlo.

Si diresse verso il letto, ma non lo trovò.

Si diresse nel bagno, ma non lo trovò.

Si diresse nel salotto, ma neanche lì lo trovò.

Mancava soltanto la soffitta.
Con un'espressione un po' confusa, Tom si diresse in quella stanza.
Venne subito investito da uno strano odore di ferro e notò del sangue per terra.
Sul legno c'erano dei segni, che alla fine non sembravano molto segni di morsi ma più di graffi, come se i topi avessero provato a fare un buco per entrare nella camera da letto di Tom.

Avanzò nella penombra della soffitta, finché non si trovò di fronte un cadavere.

Era Amedeus.

Era stato completamente squarciato a metà, le interiora riversate sul pavimento, e il sangue era schizzato ovunque.

Tom fu assalito dal terrore.

Chi avrebbe mai potuto fare una cosa del genere al suo gatto?

Si girò, lottando contro la colazione che cercava di uscire fuori dal suo corpo, e tornò verso l'uscita della soffitta. Vide le tracce di sangue.
Dovevano essere state lasciate lì dall'assassino.

Decise di seguirle.

Appena fuori dalla soffitta scomparvero.

Tom si guardò intorno confuso e ritrovò le tracce sul soffitto. Continuavano fino alla sua camera da letto, come se quella cosa (sì perché ormai le impronte erano troppo strane per poter appartenere ad un animale) avesse camminato attaccato al soffitto per tutto il tragitto.

Sbiadivano lentamente e scomparivano definitivamente sopra al suo letto.

Tom si guardò in giro, alla ricerca di altre tracce, sentendosi improvvisamente come il protagonista del film horror della sera precedente.

Non vide nulla.

Rimase fermo a pensare per un po'.

Non erano mai stati i topi a fare quei rumori...

Non era stato il gatto ad uccidere, ma era stato ucciso...

Amedeus non avrebbe potuto addormentarsi vicino a lui...

Allora...

Cosa lo aveva fatto?

...

......

...

E quando sarebbe tornato?

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