La tortura

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Lhessil

Dei brividi freddi continuano a scendermi lungo la schiena mentre attraversiamo il complesso deserto, a quest'ora sono tutti fuori ad allenarsi, insegnare o completare missioni. Mi torturo le mani, i miei occhi sono fissi sul pavimento, mi sento più stanca di prima e vorrei solo stendermi sulla mia branda per dormire. Il mio corpo ha un fremito più violento quando ripenso alle parole di Cromnus.

"Sarà lui ad infliggerti la punizione."

Perché proprio lui? Jersena ha sempre provato piacere a torturare le sue vittime, soprattutto me, quindi perché togliersi questo piccolo sfizio?
Alzo la testa e punto il mio sguardo sul Capitano alla mia sinistra, ha un'aria corrucciata, nei suoi occhi scorgo una tempesta di domande, le stesse che mi frullano in testa. Mi lancia una breve occhiata prima di tornare a guardare davanti a sé, giro la testa e vado a sbattere contro la schiena di Cromuns davanti a me. Si è fermato di colpo e, distraendomi, gli sono finita addosso. Borbotto una scusa mentre la manona di un armadio con due braccia mi riporta al mio posto bruscamente, le guardie della Generale che mi circondano sono dei perfetti concentrati di muscoli, zero cervello e nessuna pietà.

Alzo gli occhi e Cromnus si gira, davanti a noi una porta viene aperta ed entriamo nella ormai familiare sala delle torture. La stanza, piuttosto grande, è 'abbellita' ai lati da scaffali e scaffali di armi e oggetti da tortura, sul fondo c'è la sedia elettrica mentre al centro della sala un tavolo in legno ospita i frustini e le fruste più pregiate delle 5 terre, la collezione privata della Generale di cui è gelosamente protettiva, nemmeno fosse la sua prole. Ci dirigiamo verso un'altra stanza adiacente a questa, i nostri passi risuonano sulla pietra sotto i nostri piedi, questa è vuota se non per un piccolo tappeto rosso al centro su cui tra poco mi metteranno, e il colore non è dato certo dal tessuto. La Perita viene verso di noi con un sorriso malefico stampato in faccia, Cromnus si inchina davanti alla sua figura e le bacia la mano, un conato di vomito quasi mi esce dalla bocca appena vedo fare lo stesso dal Capitano.

"Potete andare" dice ai due energumeni che ci hanno accompagnati fino qui, loro fanno un cenno con le teste ed escono chiudendosi la porta a chiave alle spalle.

"Allora..."inizia a dire la Generale con quel sorriso schifoso, fa un cenno a Cromnus che sparisce dietro di me e poi incolla il suo sguardo al mio. "La piccola Lhessil...mi ricordo di te, sei stata una delle poche che ha fallito miseramente il giorno della prova finale" continua, al ricordo faccio una smorfia.

"Beh, a quanto pare l'ho superata alla fine, perché sono qui" dico seria, di colpo la mia testa si gira per il forte schiaffo che Jersena mi ha appena dato.

"Non mi interrompere, brutta impertinente" sibila con gli occhi neri, del sangue mi esce dalla bocca, sputo ai suoi piedi mentre una smorfia di disgusto si dipinge sulla sua faccia da schiaffi.

"Mi fai ribrezzo" dice voltandosi di scatto, velocemente si va a sedere sul piccolo trono che i suoi scagnozzi le hanno procurato per assistere allo spettacolo che a breve si terrà.

La donna alza la testa comportandosi come una regina che non è prima di dire: "Procedi."

Di colpo sento un bruciore dietro al collo mentre lo stantuffo si infila nella mia carne, faccio una smorfia di dolore sentendo il Moritent entrare in circolazione nel mio sangue, un liquido che viene dato ai torturati prima della punizione per non farli morire, ma solo provare dolore. Tanto dolore che vorresti morire.
Cromnus è alle mie spalle e mi sta disinfettando il piccolo buco, mi giro verso di lui e lo guardo male ricevendo in cambio un sorrisetto furbo.

"Elijah" volto di scatto la testa sentendo Jersena parlare, tende una mano verso il Capitano rimasto vicino alla porta fino a quel momento e sorride.
Quindi è così che si chiama, Elijah...

"Sì Generale" risponde lui andandole incontro, le si inchina davanti ancora una volta prima che la donna lo afferri per la nuca e gli sussurri qualcosa all'orecchio prima di baciargli la guancia.
Sgrano gli occhi alla scena ed abbasso la testa di scatto, è chiaro che abbia scelto lui, deve essere uno dei suoi preferiti, e di sicuro non sbaglia mai.

Il Capitano si rialza e si gira verso di me, la sua espressione non è più corrucciata, ma dura e sicura di ciò che sta per fare.
Cromnus mi dà una spintarella facendomi avanzare verso di lui, prendo un bel respiro e raddrizzo la schiena andando incontro alla mia pena.

"Puniscila con 30 frustate, voglio che le si vedono le ossa della schiena" la voce di Jersena rimbomba nella stanza in parte vuota, alzo il mento verso il Magistro ricevendo uno sguardo gelido in cambio. Le mie gambe hanno un fremito mentre la sua mano afferra il mio braccio e mi porta sul tappeto, mi fa inginocchiare su di esso e mi si piazza alle spalle. Vedo alcune gocce di sangue rappreso attorno al tessuto e faccio una smorfia di disgusto trattenendo un urlo e prendo un bel respiro cercando di calmarmi. Cromnus si avvicina e inizia a sbottonarmi la giacca, lo lascio fare sapendo che de se intervengo la pena si alzerà ancora di più. Mi leva la felpa e le due maglie sotto che indosso lasciandomi in canottiera e reggiseno. Rabbrividisco mentre il freddo delle pietre mi entra nelle vene, alzo lo sguardo e vedo Jersena sorridere maleficamente.

"Cromuns, prendi il mio Jiili dice la donna, il ragazzo si muove verso la prima stanza e torna poco dopo con una frusta lunga che termina con una punta dorata. Sbianco di colpo vedendo l'arma prediletta della Perita sperando di essere in un incubo, lei mi guarda con odio prima di ordinare al Capitano di iniziare.

Cromnus allunga la frusta a qualcuno alle mie spalle, alzo lo sguardo e vedo due mani grandi prenderla con riluttanza. Giro la testa e fisso il Capitano negli occhi cercando pietà, lui guarda l'arma prima di fissare il suo sguardo nei miei occhi.

"Girati! Subito!" mi urla in faccia, sobbalzo davanti alla sua espressione di pura rabbia e mi volto di scatto, stringo le palpebre trattenendo le lacrime che minacciano di uscire. Cromnus mi prende le mani e mi incatena i polsi alle pareti ai miei lati, poi si va a mettere vicino alla Generale.

"Puoi iniziare" dice lei guardando la persona alle mie spalle, i suoi occhi ritornano su di me e sento per la prima volta la frusta dorata abbattersi sulla mia schiena. Un urlo di dolore puro mi esce dalle labbra mentre vedo delle gocce di sangue schizzare sul pavimento, la mia pelle va in fiamme nel momento esatto in cui la seconda frustata si abbatte sulla mia schiena. Urlo ancora mentre sento tirare le catene sui miei polsi, chiudo gli occhi cercando di non pensare al dolore, non ho il coraggio di alzare la testa e vedere l'espressione degli spettatori, sento solo il mio corpo in fiamme e il fiatone di chi mi sta infliggendo questa tortura.

Il silenzio della stanza si riempie piano piano delle mie urla sempre più stanche, la gola mi fa male mentre non mi sento più la schiena, il dolore ha fatto da anestetizzante agli ultimi colpi inferti sulla mia pelle martoriata.

"Basta!" la voce di Cromnus risuona per ultima nella stanza prima che il mio corpo si accasci al suolo sfinito.

"Bene, ripulisci tutto, hai fatto un ottimo lavoro" dice la Generale, sento i suoi tacchi riecheggiare sul pavimento assieme ai passi di Cromnus prima che una porta venga chiusa con un tonfo.

Apro leggermente le palpebre e vedo una figura sfocata andare verso la porta, sento girare la chiave nella serratura e poi due mani mi liberano i polsi. Mugolo dal dolore, due braccia mi sollevano con cautela da terra e mi alzano in piedi.

"Lhessil, mi dispiace, resisti" la voce di Elijah risuona nelle mie orecchie come una melodia, mi appoggio completamente al suo corpo cercando sollievo dal dolore.

"Certo che potevano darti anche più Moritent" continua, chiudo gli occhi non riuscendo più quasi a respirare, il Capitano mi porta fuori dalle stanze della tortura.

"Lhessil, non ce la faccio da solo" arranca sotto il mio peso morto, mugolo ancora provando a fare qualche passo ma cadendo miseramente sulle ginocchia, lui mi rialza subito in piedi e mi sorregge con entrambe le mani sui fianchi.

"Mi dispiace, ma devo farlo" dice, confusa alzo di poco le palpebre quando sento un dolore lancinante alla schiena, lì dove la mia pelle è lacerata. Serro gli occhi di scatto mente urlo dal dolore, le sue braccia mi tengono come una sposa e inizia a correre verso non so dove.

"Lhessil, ti prego, non urlare, resisti" la sua voce arriva confusa al mio orecchio, non riesco ad essere cosciente per più di due secondi di seguito mentre percorriamo il complesso velocemente.

"Elijah" mormoro prima di sentire qualcosa di morbido sotto di me. Poi di nuovo buio.

"The soldier and his warrior princess"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora