8 mesi prima: Sucus

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Lhessil

"Due costole incrinate, otto lividi su braccia e gambe, una leggera escoriazione alla spalla sinistra e una tumefazione al volto" la voce di Rodwen riecheggia nei dormitori deserti, le sue mani passano su ogni mia ferita come quelle di una mamma che accarezzano il proprio figlio, senza malizia ma colmi di dolcezza. Sospiro e sul mio viso compare una smorfia di dolore quando mi rimetto la maglia.

"Di sicuro è andata meglio dell'altra settimana" dico ripensando a come non riuscivo nemmeno a sedermi da quanto mi faceva male il corpo. Lui annuisce con la testa e si toglie la felpa di dosso restando a petto nudo, anche se lo fa più piano possibile dalla sua bocca escono versi di dolore.

"Vediamo un po'" mormoro allungando le mani verso di lui. "Hai almeno tre costole rotte, cinque lividi sul busto, un ematoma grosso come una casa sul braccio e il labbro ancora gonfio per le botte...per non parlare dei graffi sulla tua schiena" dico elencando tutte le sue ferite, lui mi guarda annuendo stanco e poi si riveste alzandosi.

"Almeno l'occhio non è più nero come prima" dico cercando di tirargli su il morale, lui accenna un piccolo sorriso prima di prendermi le mani per tirarmi in piedi.

"Già, almeno quello" dice accarezzandomi una guancia, mi avvicino al suo corpo e lo abbraccio piano, cercando di non provocare a nessuno dei due altro dolore.

"Ti voglio bene, Rodwen" dico nascondendo il volto nell'incavo del suo collo.

"Anche io te ne voglio, Lhess" dice lasciandomi un bacio sulla testa, solo a lui lascio chiamarmi così, odio i nomignoli, il mio nome mi piace così com'è, non deve subire trasformazioni di alcun tipo, e soprattutto da persone di cui non mi fido.
Io e Rodwen ci conosciamo da ben 3 anni ormai, siamo entrati a far parte dell'esercito insieme quando eravamo ancora degli adolescenti.

In questo mondo infatti ogni ragazzo che ha appena compiuto 15 anni deve presentarsi alla leva obbligatoria e resta in prova per i primi tre mesi: se dopo questo tempo risulta idoneo a fare il soldato e supera l'ultima prova, la più difficile per un ragazzino, allora inizierà un vero e proprio addestramento teso alla formazione di un soldato intelligente, abile nel combattere e nel uccidere ma soprattutto fedele all'Impero e alla sua imperatrice.

"Direi che di percosse ne ho prese più io questa settimana" Rodwen indica il proprio volto con un gesto quasi teatrale per far intendere che quel che sta dicendo è assolutamente ovvio. "Lhess?" di colpo abbassa le braccia e le fa cadere lungo i fianchi in un modo cosi esasperato che mi fa roteare gli occhi. "Questo significa..." Rodwen lascia la frase a metà perché vuole che sia io completarla.

Quel tono di voce mi dà sui nervi ma esaudisco comunque la sua richiesta: "Oggi giocherò io" dico sbuffando e roteando nuovamente gli occhi.
Per me e Rodwen è tradizione partecipare ogni dies veneris ad un gioco che qui al campo viene chiamato "Sucus" : la prova consiste nel rispondere al maggior numero di domande in sette minuti e mezzo, il quiz prevede qualsiasi sorta di domanda, dalla storia alla matematica
dalla filosofia alla chimica.
E il bello non è questo, tutto ciò va fatto mentre lottiamo.
La maggior parte di noi ne ha abbastanza delle botte giornaliere, quindi spesso non giocano più di due persone, com'è infatti richiesto dalle regole.
La possibilità di rispondere viene inoltre data a chi tocca con il cosiddetto "Pugio", il pugnale, il petto dell'avversario. Chi vince il gioco si aggiudica quel che tre secoli fa noi esseri umani chiamavamo succo, oggi considerato una prelibatezza destinata a pochi.

"Brava la mia bimba" mormora Rodwen dandomi un buffetto sulla guancia.

"Se vinco io ti tiro il Sucus in faccia".

***

"L'azoto!" essendomi aggiudicata per la seconda volta la possibilità rispondo alla domanda che Locis, il cuoco della mensa, mi ha appena posto. Rodwen fa un verso di incoraggiamento ma purtroppo mi distrae e Syllia che mi sta squadrando da capo a piedi per la mia imminente vittoria mi colpisce il petto con poco garbo provocandomi un dolore lancinante.
La rabbia mi ribolle fin dentro le ossa tant'è che ringhio alla ragazza che mi trovo davanti.
Io e Syllia non siamo mai state in ottimi rapporti ma almeno ci sopportavamo, ora invece sembra odiarmi ancora di più, forse perché un giorno le confessai che io non volevo diventare una soldatessa, poiché avevo già ucciso in passato e avevo promesso che non lo avrei rifatto una seconda volta.
Non scorderò mai quello che mi disse quel giorno: "La guerra fa parte della nostra vita, la guerra è parte di noi, è necessario uccidere se vuoi sopravvivere".
Forse era per questo che non ci potevamo sopportare l'un l'altra, per la nostra diversità.

Di scatto mi giro verso Rodwen e gli lancio un occhiataccia, quest'ultimo alza le spalle come a dire che gli dispiace di avermi distratto e leggendo il suo labiale colgo uno 'Scusa'.
Accenno un debole sorriso per confortarlo perché in fondo so che non è affatto colpa sua ma mia, e lui ricambia.
"Quando scoppiò la Bellum
Sitis o anche chiamata Guerra della sete?" la voce di Locis riecheggia nelle mura della cucina mentre tutti gli spettatori sono ormai bramosi di sapere chi sarà la vincitrice.

"Merda" impreco tra me e me, sapendo che se rispondo a questa domanda vincerei sicuramente e ora sarei a scolarmi una brocca di Sucus insieme a Rodwen.
Syllia sembra essere sicurissima di sé  non aspetta un attimo e risponde alla domanda.

"18 novembre 2417."

Prima che sia Locis a parlare lo faccio io: "È sbagliato!" Urlo di gioia e per qualche secondo non dico altro. "È sbagliato, È sbagliato" continuo con una smorfia in risposta a Syllia che mi ha appena tirato un'occhiataccia.

"Abbiamo vinto!" esclama Rodwen, mi prende di peso e mi issa sulla sua schiena martoriata, gli chiedo se gli sto facendo male ricordandomi che ha diverse ferite su di essa, ma lui scuote la testa sorridendo. Se prova dolore non lo da a vedere, però cerco di muovermi il meno possibile per non farlo soffrire in silenzio.

"La prossima volta non emettere alcun suono" lo rimprovero ridendo dandogli un buffetto sulla testa. Lui ride mentre mi porta davanti ad un tavolo apparecchiato con una tovaglia rossa con sopra una brocca pregiata piena di Sucus. Prendiamo i bicchieri e li riempiamo fino all'orlo offrendone un po' anche a Locis che accetta di buon grado.

"A Lhessil!" esulta Rodwen alzando il suo bicchiere, facciamo tintinnare i nostri calici e brindiamo alla mia vittoria offendo un po' di Sucus anche a Syllia rimasta in disparte.

"Hai combattuto bene, te lo meriti dopotutto" dico sincera cercando di placare quell'odio che provo nei suoi confronti e allungandole un bicchiere colmo fino all'orlo, lei mi lancia un'occhiata circospetta prima di prendere il bicchiere e farmi un cenno con la testa per ringraziarmi.
Siamo tutti umani, in fondo.
O almeno è quello che spero.

"The soldier and his warrior princess"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora