"Cazzo"Quasi feci cadere il mio drink a terra dallo stupore.
Stupore nel vedere quasi un metro e ottanta di pura avvenenza spiccare in un posto del genere.
Camminare disinvolto con in mano due bottiglie di vetro dall'aria pesante, ricolme di un liquido trasparente, Gin o Vodka probabilmente, per poi raggiungere una poltrona occupata e mostrare il bottino trionfante.
Arricciai il naso davanti alla sfilza di suoi coetanei, intenti ad urlare come ossessi e a dissetarsi chi con alcolici e chi con le bocche altrui.
Il barista invece se ne stava lì, sorridente e in un'angolo, a parlottare con un ragazzo corvino dagli occhi grandi.
Strinsi gli occhi per guardarli meglio, chiedendomi per quale assurdo motivo stessero ridacchiando così intimamente, finendo quasi per rovesciare a terra il medesimo drink per la seconda volta in questa serata.
Mi irrigidii appena i nostri occhi si incontrarono, non essendo più in grado di distaccarli.
Sembrò sorpreso nel vedermi per poi trasformare quell'espressione stupefatta in un sorriso leggero, divertito.
"Merda"
Imprecai a bassa voce, sperando vivamente che non decidesse di raggiungermi.
Sembrò leggermi nel pensiero perché, dopo aver scambiato qualche risolino con l'anonimo ragazzo dagli occhi grandi, si alzò, sorridente e deciso ad incamminarsi verso la mia direzione.
Vederlo avvicinarsi così lentamente fu una tortura e vederlo fermarsi in mezzo alla pista fu un sollievo.
Si fermo, forse decidendo di dare una svolta ai propri piani o forse con questo intento sin dall'inizio, pensando che fosse meglio scatenarsi.
Cominciare a sfoggiare le proprie abilità non inerenti al ballo, bensì alla seduzione.
Muoversi con disinvoltura sulla base di una canzone non troppo movimentata, ammiccante e consapevole anche ad occhi chiusi della mia costante attenzione nei suoi riguardi.
Il mio drink non bastò a dissetarmi, non ne sarebbero bastati neanche un centinaio.
Deglutì nonostante il mio palato completamente arido, indeciso sul da farsi.Non potevo starmene lì a guardarlo, non potevo dargli questa soddisfazione.
Mostraemi così vulnerabile davanti al suo sorriso consapevole e compiaciuto.Mi alzai dalla sedia cominciando a sentirmi leggermente accaldato, appoggiai il mio drink nel bancone alle mie spalle e incurante nel mio migliore amico (sicuramente brillo e in compagnia) decisi di uscire da quel posto.
Cercai con lo sguardo l'uscita e poco prima di cominciare a sgomitare nel bel mezzo della folla per raggiungerla gli rivolsi un'ultima occhiata.
Fu uno sbaglio.
Una morsa alquanto fastidiosa cominciò ad intensificarsi nel mio stomaco.
Una sensazione sgradevole e precedentemente mai provata.
Non fu per niente piacevole vedere Taehyung in compagnia.
A ballare spensieratamente e con divertimento col suo coetaneo.
Mani intrecciare e schiena contro petto.
Vederlo divertirsi e sfoggiare la tale disinvoltura come se fosse di norma.Quando fino a poche sere prima quelle stesse mani stringevano qualcosa di ben diverso.
Con il viso contratto e non consapevole di cosa stessi facendo mi avvicinai.
Fu il mio corpo a decidere di raggiungerlo, senza consultare minimamente la mia parte ragionevole.
Il cervello, ciò che non usai quando con uno strattone lo staccai dal suo 'amico'."Che cosa?"
Borbottò spalancando gli occhi chiaramente sorpreso."Andiamocene"
Lo tirai verso di me lanciando un'occhiataccia al suo amico anch'esso interdetto.'Occhi grandi' non mi calcolò, chiedendo spiegazioni al barista
"Taehyung lo conosci?"Fui sollevato dal vederlo annuire, incapace di trattenere un sorriso ambiguo.
Mi seguì a testa bassa fino all'uscita e una volta fuori lo guardai meglio.
La luce dei lampioni in qualche modo enfatizzarono in tutto ulteriormente.Dal suo abbigliamento più elegante e sbarazzino ai suoi lineamenti che sin dal primo momento mi avevano colpito.
Dai capelli ora scuri e abbastanza lunghi a contornargli quel viso dalle fattezze praticamente perfette.
Gli occhi espressivi, ora leggermente offuscati e stanchi.
Le dita cosparse di anelli e le labbra lucide.
Ora intente a sorridere vittoriose davanti al mio fissarlo per minuti come al solito.Una brutta abitudine.
"Hoseok?"
Sentire di nuovo la sua voce roca mi fece venire i brividi."Perché mi hai portato fuori?"
Domandò inumidendosi le labbra, curioso.
Riuscii a capire dal suo tono e dall'inclinazione della voce che non fosse pienamente lucido.Tenni gli occhi fissi sui lampioni alle sue spalle e mi trattenni dal dire qualcosa di sbagliato e altamente compromettente.
Sembrò contrariato dal mio silenzio e proprio quando cercò di insistere lo interruppi.
"Ti accompagno a casa"

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Cheater ➿ Vhope
FanfictionDove un Jung Hoseok in procinto di sposarsi non riuscirà a resistere alla bellezza eterea del suo barista.