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Fu snervante sentire il suo sguardo persistente addosso.
Mi fece sentire in soggezione, a disagio.
Come se dovessi calibrare ogni mio movimento e soprattutto non cedere.
Non permettermi di ricambiare il suo, inciso sul mio corpo.

Continuai a guardare la strada senza avere il coraggio di interrompere quella strana sensazione creata.

Era stato facile estorcergli l'indirizzo, anzi sembrava quasi entusiasta della mia interruzione.
Le prove erano il suo sorrisetto compiaciuto e i suoi occhi addolciti.

Occhi che ora stavano finalmente guardando da tutt'altra parte.
Scorsi con la coda dell'occhio Taehyung girarsi verso il finestrino, intento a guardare il paesaggio scuro e le strade illuminate dai lampioni.

Fu il semaforo che fece da scusante quando lo guardai, venendo catturato dalla sua capigliatura scura e selvaggia.
Li preferivo così, più lunghi, bruni e sbarazzini.
Contornavano perfettamente il suo viso simmetrico, e gli davano un'aria molto pittoresca.

Neanche me ne accorsi quando si girò scovandomi a fissarlo di nascosto.

Fu un breve attimo, poi feci finta di niente e schiarendomi la voce ripartì.
Sapevo di esser stato beccato con le mani nel sacco.
E ne fui certo quando si lasciò sfuggire un risolino divertito.

"Hobi"
L'avevo visto abbastanza da essermi abituato alla sua presenza, ma la sua voce continuava costantemente a farmi uno strano effetto.
Era rilassante, ti accarezzava senza averti neanche toccato.

"Hoseok?"
Sbattei le palpebre quando mi chiamò una seconda volta ed un clacson alle nostre spalle mi fece sobbalzare.

Sbuffai infastidito e premetti sull'acceleratore.

"Cosa?"
Risposi passandomi la mano sulla fronte e spostando i capelli all'indietro.

"Sei proprio un figo"
Mi rispose per poi sospirare rumorosamente.

Mi girai a guardarlo brevemente ed alzai un sopracciglio perplesso.
"Quanto hai bevuto?"

"Guarda che queste cose le penso anche quando sono perfettamente lucido, quando sei al mio bar e ti guardo e t-"
La sua confessione venne interrotta dal mio navigatore che annunciò l'arrivo a destinazione.

Dannazione.

Sarebbe stato interessare sentire il continuo.

Spensi il motore e lanciai un'occhiata al barista, sperando che capisse che era arrivato il momento di andarsene.
Questo non recepì il messaggio, forse appositamente o forse per il suo stato di lucidità.
Piuttosto sembrò approfittarsene.

"Non mi accompagni su?"
Interruppe lo scambio di sguardi con questa domanda sfrontata.
Sbattè le palpebre cercando di essere convincente nonostante la mia espressione poco convinta.

"Preferisco di no"
Mi sembrò un dovere rifiutare.
Entrare a casa sua sarebbe un'ulteriore limite oltrepassato, l'ennesima cosa non giusta.

Eppure mi fu difficile resistere, continuare a fare ragionamenti doverosi quando si tolse la cintura e si avvicinò a me.
Di istinto mi allontanai mentre lui mi appoggiò una mano sulla coscia.

"Mi hai portato via da quella festa, mi sembra il minimo accompagnarmi dentro casa ora"
Mi spiegò scandendo le parole lentamente.
Il suo indice cominciò a fare piccoli cerchi concentrici sul mio ginocchio e io scacciai la sua mano ripensando scottato all'ultima volta che aveva fatto qualcosa del genere.

"Okay, entri e me ne vado"
Cedetti pur di farlo smettere.

Taehyung fece un versetto entusiasta e scese scalpitante dalla macchina.
Io lo seguì a testa bassa.

--

Casa sua era ciò che avevo sempre desiderato da adolescente.
Sognavo di vivere in un'appartamento di modeste dimensioni, accogliente e soprattutto da solo.
La sua dimora rispecchiava molto il suo stile curato nei minimi dettagli.
Era personale e maledettamente artistico.
Possedeva quadri, piante e cianfrusaglie artistiche di ogni tipo.
Mentirei se dicessi che era inaspettato.

"Questo l'ho comprato in un mercatino dell'usato"
Mormorò indicandomi una piccola statuetta nel suo salotto.

Annuì e smisi di ispezionare il suo appartamento.

"Allora vado"
Ignorai la piccola protesta rumorosa del barista e cominciai ad incamminarmi verso la porta d'ingresso.
Sentii i suoi passi seguirmi subito dopo e, allertato mi affrettai.
Riuscii a raggiungere la maniglia e ad aprirla vittorioso, peccato che durò un breve attimo.
Taehyung alle mie spalle piazzò il suo palmo grande su di essa, spingendolo e chiudendo la porta con un forte tonfo.

Mi girai infastidito da tutta questa insistenza, pronto a urlargli addosso se necessario.

Fu invano.

Mi ammutolì come un deficiente davanti alla sua faccia pericolosamente vicina alla mia.
Il mio cervello decise di spegnersi di fronte alle sue sopracciglia spesse aggrottate.
Dinanzi ai suoi occhi che scrutavano i miei, in cerca di un qualche messaggio palesemente nascosto tra le righe.

Fremetti appena le sue mani strinsero i miei fianchi, succube di così tanta audacia.
Neanche riuscii a distogliere i miei occhi dei suoi, che senza alcun timore si avvicinarono per poi chiudersi appena le sue labbra si posarono sicure sulle mie.

Continuai a tenere gli occhi aperti, a guardare le sue ciglia lunghe mentre assaporavo un miscuglio di dolcezza ed alcolici.
Non era opprimente, lui non era ubriaco, neanche lontanamente brillo.

A provarlo era il controllo che aveva su di me, le sue mani calde che insinuandosi sotto la mia maglietta presero ad accarezzare la mia pelle.
Chiusi gli occhi solo quando incontrai la sua lingua, maledettamente esperta, capace di mandarmi fuori di testa insieme alle sue labbra, al suo profumo, alla sua presenza.

Fu doloroso staccarsi e cercar ossigeno, ed ancora più doloroso sentire il mio cazzo indurirsi quando le labbra del barista scesero sul mio collo.

"Non sai quante volte ho immaginato tutto questo"
Ansimò sul mio collo per poi pressarci le labbra e baciarlo.

"Ti guardavo al bar e cazzo, non hai idea"
Cominciò a lasciarci marchi coi denti e a lambirli senza alcuna esitazione.

Non avevo mai ricevuto questo tipo di attenzioni.
L'essere praticamente schiacciato dalla presenza di Taehyung contro la sua porta d'ingresso mi faceva sentire desiderato.
Le sue labbra -ora sulle mie clavicole- erano frenetiche sul mio corpo.
Mi fecero credere alle sue parole, al fatto che mi desiderava da tempo.

Mi irrigidii appena la mia coscia sfiorò la sua erezione.
Fu nuovo per me, strano ma non spiacevole, per niente.
Era ciò di cui avevo bisogno da tempo, premure, attenzioni.

Queste però andarono oltre appena lo sentì armeggiare con la mia cerniera.
Scacciò le mie mani che ingenue cercarono di fermarlo.
Non servì nessuna insistenza, bramavo come uno sprovveduto tutto questo e lui lo sapeva.

"Taehyung"
Annaspai in cerca di ossigeno mentre lui con le sue mani grandi abbassò i miei jeans.

"Non dirlo Hobi"

Sembrò leggermi nel pensiero.

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