9.

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Harry girovagò nella sua stanza per cinque minuti buoni, decidendo se fosse strano o meno invitare Louis al laboratorio d'arte mensile. Le ultime volte aveva chiesto a Niall di venire, ma ultimamente stava cercando di sfruttare qualsiasi opportunità per passare del tempo con il più grande.

"Fanculo," mormorò tra sé, cercando il cellulare in tasca e componendo il numero che conosceva bene quanto il suo.

"Pronto?" disse Louis, e Harry sorrise d'istinto, un effetto che Louis sembrava avere sempre su di lui.

"Hey, sono io."

"Ciao Harry," rispose Louis, la voce più allegra, o forse era solo un pensiero speranzoso di Harry?

"Come va?"

"Mi stavo ... chiedendo una cosa." Disse Harry, improvvisamente nervoso.

"Spara, dai."

Harry ridacchiò leggermente. "Ogni mese al Westminster, i pazienti fanno un laboratorio di arte – una stronzata riguardo all'esprimere i propri sentimenti. Ci chiedono di portare qualcuno con noi e ... ho solo pensato di chiedere."

"Vuoi che venga io?" chiese Louis, e Harry riuscì quasi a sentire il suo sorriso nella sua voce.

"Solo se ti va," gli assicurò. Non voleva sembrare disperato, ma avrebbe mentito se non avesse ammesso di voler Louis lì più di chiunque altro.

"Certo, mi piacerebbe un casino!" disse Louis entusiasta. "Quand'è?"

"Domani a mezzogiorno," rispose Harry, pieno di gioia per il fatto di poter rivedere Louis presto.

"Ci sarò. Devo portare qualcosa?"

"Solo te stesso," disse Harry.

"Bene, ci vediamo domani allora."

"Sì, ciao Lou."

"Ciao ricciolino. Non vedo l'ora di vederti." E con quello staccò la chiamata, lasciando Harry aggrappato disperatamente al suo telefono, così da non farlo cadere dalle sue mani tremanti. Rabbrividì all'effetto che delle parole che non avrebbero significato nulla per chiunque altro avevano su di lui, ma il fatto che Louis volesse spendere del tempo con lui fece aumentare notevolmente il suo battito nel petto, e fece spuntare un sorriso sul suo viso.

**

"Hey Haz," disse Louis, sbucando allegramente nella stanza di Harry il giorno dopo, e Harry salutò Louis con la mano, senza alzare la testa dal cuscino.

"Mancano dieci minuti al laboratorio. Ho ancora dieci minuti di sonno," mormorò e Louis sorrise, chiudendo delicatamente la porta e sedendosi sulla sedia vicino al letto di Harry, passando quei dieci minuti a cercare di non guardare il sorrisetto in cui le labbra di Harry erano curvate, mentre cercava di riaddormentarsi. Quando il suo orologio segnò le dodici, per poco non sospirò di sollievo, avvicinandosi per scuotere delicatamente la spalla di Harry.

"Harry, svegliati amore. È ora di dipingere o quella roba lì." Harry emise un lamento e si rotolò, fregando gli occhi. Sbadigliò contro il palmo della mano e si sedette.

"Mi hai appena chiamato 'amore', per caso?" chiese sorridendo, e Louis arrossì.

"Io ... forse," disse imbarazzato, e sorrise quando Harry afferrò la sua mano, alzandosi e dirigendosi verso il corridoio.

"Facciamo il laboratorio nella caffetteria. Ce la faccio ad arrivarci da solo, ma ci impiego un'eternità, quindi se conosci la strada potresti guidarmi tu." Spiegò e Louis sorrise, appoggiando un braccio attorno alla vita di Harry e guidandolo fino alla fine del lungo corridoio.

The More I See You - Larry Stylinson // ITALIAN TRANSLATIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora