1.4 - L'ambientazione

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Per quel che riguarda l'ambientazione, ancora una volta, il discorso è simile a quello che già è stato detto per i personaggi e, più in generale, per l'intera trama: è necessario essere estremamente verosimili. Visto che molto è già stato detto in precedenza sull'argomento, questo sarà un paragrafo più breve, ma spero utile.

Come già detto, essere "verosimili" non significa essere per forza "realistici", e questo più che mai vale per l'ambientazione, soprattutto se state scrivendo un fantasy. Per questo motivo, dividerò i tipi di ambientazione in due macro-categorie: le ambientazioni reali e le ambientazioni di fantasia.



Per ambientazione reale s'intende d'ora innanzi quel tipo di ambientazione che esiste o che è realmente esistita. Sono di questo tipo le città odierne, ad esempio, luoghi del mondo di quest'epoca, ma anche tutti i luoghi storici, ad esempio le città in un'epoca antica. In entrambi i casi, tuttavia, la chiave vincente è sapere di cosa si sta parlando. In parole povere: non è consigliabile cedere alla tentazione di ambientare la propria storia in un luogo o in un'epoca che non si conoscono, meno che mai farlo per moda. Non è il caso, quindi, di ambientare la storia a Boston, se non siete mai stati né avete fatto ricerca a proposito di Boston. Perché sì, i due metodi per raggiungere un grado accettabile di verosimiglianza per l'ambientazione sono proprio questi due: vivere in prima persona o fare ricerca.

Ecco, quindi, i consigli pratici: cercate di visitare i luoghi dove volete ambientare la vostra storia, o di ambientare la storia in luoghi che già conoscete. Non abbiate paura, anche in questo caso, di sembrare provinciali: se non c'è alcun motivo per cui la vostra storia debba essere ambientata a Boston, ben potete ambientarla nella vostra Milano, o Bologna, o Roma, o Palermo, senza temere di essere fuori moda. Uno dei più grandi errori è, infatti, scegliere ambientazioni troppo difficili da rappresentare, inutili ai fini della trama, e farlo solo per piacere di più a un fantomatico pubblico simpatizzante per ambientazioni più esotiche.

Questo tuttavia potrebbe non essere possibile, o non rientrare per niente nel vostro gusto, e quindi si verrebbe a creare la situazione di dover ambientare la storia in luoghi che non si conoscono e in cui non si può studiare sul campo: è il caso, ad esempio, dei romanzi storici, o delle ambientazioni necessarie ma troppo lontane da noi per essere visitate in viaggio. Ovviamente non è impedito parlare di quello che non si è mai visto in prima persona, ma certamente richiede uno sforzo maggiore di immedesimazione e, soprattutto, di ricerca. E come si ricerca per i luoghi? Beh, potete guardare documentari, video, leggere le caratteristiche del luogo, le tradizioni... per le ambientazioni storiche è vivamente consigliata la lettura di testi storici accademici. Anche se a primo impatto vi potrebbe sembrare eccessivo, tenete sempre presente che è il dettaglio a fare la differenza, e se potrete vantare dalla vostra parte una conoscenza superiore di un periodo storico, anche tutto quello che scriverete partirà con una marcia in più, ve lo posso garantire.

Un altro metodo che io ho usato e che è anche piuttosto divertente, è cercare ambientazioni plausibili e percorrerne le strade con google street view: è un metodo estremamente immersivo, che vi permette di avere un riscontro visivo e realistico del luogo che dovete descrivere. Può essere utile anche per calcolare le tempistiche di percorrenza, vedere che tipo di architettura caratterizza un dato luogo... insomma, le potenzialità d'utilizzo sono molteplici.



Per ambientazione di fantasia s'intende quella creata in tutto o in parte dal vostro estro creativo. In questa categoria rientrano città, mondi, territori completamente inventati, città esistenti ma in un contesto diverso da quello reale, ad esempio una Chicago ambientata nel futuro. Come per ogni parametro che vi lascia molta libertà di manovra, ci sono pro e contro: i pro sono sicuramente che è più facile inventare, solitamente, rispetto al mantenersi aderenti alla realtà, e potrebbe richiedere anche meno ricerca; il contro è che anche qui è facilissimo cadere nella non-verosimiglianza, se si finisce con l'esagerare.

Anche qui, in realtà, il consiglio è simile: dovete fare ricerca. Anche se non vi attenete alla realtà, cercate di prendere spunto da qualcosa di reale, in foto o in mappa (ad esempio, è utile prendere una città esistente come esempio, per poi ritrasformarla secondo le proprie esigenze). Insomma, se credete di avere problemi di costruzione dell'ambientazione, non abbiate paura di avvalervi di luoghi realmente esistenti. Un esempio che uso spesso, a questo punto, è il pianeta allagato del film Interstellar, il cui setting non è inventato, bensì realmente esistente, in Islanda. Tale ambientazione è stata ripresa uguale e riadattata alla trama del film, trasformandola in un intero pianeta.

Insomma, fate ricerca, prendete spunto dal mondo reale. E, a seconda del vostro genere (fantasy, fantascienza, o qualsiasi altro), leggete e prendete spunto dalla letteratura a voi simile. Non vi sto dicendo di copiare, ovviamente: certo è che dovrete rielaborare. Ma è anche vero che scrivere un fantasy senza aver mai letto Tolkien diventa arduo, così come arduo sarebbe scrivere fantascienza senza aver mai letto Asimov, o horror senza aver mai letto King. Studiate quello che i grandi hanno fatto prima di voi, capite come hanno risolto i problemi di verosimiglianza, e sarete sulla buona strada per risolverli voi stessi.



Infine, vorrei mettervi a conoscenza di una terza tecnica, che io chiamo: del luogo fantasma. Avvertenza: è da usare con molta cautela, perché rischia di togliere una grande fetta di bellezza alla vostra opera. Ma esiste e può essere molto utile quando il focus di un libro non è l'ambientazione, quindi ve la spiego: consiste nel non dire mai dove ci si trova. Non dare mai indicazioni né di luogo, né culturali. Faccio un esempio, di nuovo autoreferenziale: nel mio primo fanatasy, Gli Eredi di Howel, era importante l'ambientazione del mondo parallelo in cui si ritrova un ragazzo dei giorni nostri; l'ambientazione nel mondo moderno era molto breve, giusto due capitoli all'inizio e alla fine, ma non era importante di che nazionalità fosse il ragazzo, o da che città provenisse. Anzi, di più: preferivo non dire le sue origini in modo che chiunque leggesse potesse immedesimarsi. Non lo volevo americano, francese, o italiano, anche perché non era importante: l'importante era il mio mondo inventato. Quindi nelle parti ambientate nel nostro mondo moderno, ho evitato qualsiasi riferimento geografico. Anche il nome del protagonista e di tutti gli altri personaggi è il più internazionale possibile: Gabriel, nome occidentale parecchio diffuso. Insomma, in circostanze particolari, potete anche optare per questo metodo. Di solito si può usare dove, come dicevo, il focus non è l'ambientazione, o dove volete dare un'impronta più internazionale. Ma attenzione, ovviamente, perché è un metodo che potrebbe portarvi a ignorare un'ambientazione che, al contrario, servirebbe.

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