Capitolo 7

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Pov's Tim
Sono le 06:00 del mattino. Oggi non ne ho proprio voglia di andare a scuola, ma almeno c'è Clay.
No aspetta Tim, frena. Non essere impulsivo come sempre. Non ti innamorare. Che poi "innamorare", che parolone. Non ti far piacere ragazzi del genere, ragazzi etero, fidanzati tra l'altro.
Clay è il ragazzo che tutti sognano. Bello, muscoloso, simpatico, altruista. Di solito mi piacciono ragazzi che non sono della mia portata. Clay non guarderà mai uno come me, forse perché non sono alla sua altezza, o forse perché è felicemente etero.

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Appena entrai a scuola, Isabella mi saltò quasi addosso, felicissima. Adoro questa ragazza, è solare, ti tira su il morale anche quando ce l'hai a terra.

-"Timmy caro stasera c'è una festa, inizia verso le 23:30 e non si sa quando finisce. Ti aspettiamo " mi disse per poi darmi infine un bacio sulla guancia.
-"Non so. Volevo rimanere a casa stasera" dissi
-"Vuoi rimanere a casa da solo, ad annoiarti? Ti ho invitato a questa festa e tu vieni. È il momento di dire a tutti chi è Tim Blake" disse cercando di convincermi.
-"Ma non so mai cosa dire, sono abbastanza timido e impacciato."
-"Senti, ci penso io a tutto, tu vestiti bene e vieni"
-"Ok..."
-"Yeeeeee, magari ti faccio conoscere qualche ragazza" disse esaltata, per poi entrare in classe.
-"Bene e ora chi glielo dice che sono gay?" dissi sottovoce.
-"Dire che cosa, Blake?" mi chiese Clay con dietro Lydia.
-"No niente. Voi ci siete stasera alla festa?"
-"È venerdì sera e c'è una festa. Ovvio che ci siamo" disse Lydia
-"Bene allora ci vediamo stasera" disse Clay.

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Queste sei ore di scuola non passavano più. Guardai per tutto il tempo l'orologio. I secondi passavano lentamente, e io volevo solo andare a casa.

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Stasera c'è la festa e non so cosa mettermi. Ok sembro una tredicenne in crisi. Tim calmati, è solo una festa.
Scesi le scale e vidi i miei genitori in salotto.

-"Uh dove vai vestito così bene?" chiese mia madre incuriosita.
-"C'è una festa stasera" dissi
-"Nostro figlio che esce di casa? È un miracolo" disse mio padre contento.
-"Ebbene si, vado a una festa stasera. Ora vado, ciao vi voglio bene"

Uscì subito di casa e presi la moto. In un quarto d'ora arrivai alla festa.

-"Timmy sei arrivato finalmente" disse Isabella felice.
-"Bella sai che sei l'unica a chiamarmi Timmy?" dissi scherzando.
-"Si, tu sei l'unico a chiamarmi Bella, siamo pari" disse ridendo.
-"Dai andiamo dagli altri a bere qualcosa"

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Non pensavo che la serata potesse finire così.
Sono sul letto di qualcuno, con affianco gente sconosciuta che dorme.

Cercai di ricordare qualcosa. Intanto uscì dalla camera. Scesi le scale, mi resi conto di non sapere dove sia finito e come ci sia finito, di conseguenza mi salì il panico. Arrivato al piano terra, mi resi conto di essere in un albergo. Andai verso la reception e chiesi qualche informazione.

-"Salve può dirmi dove mi trovo" chiesi alla ragazza della reception.
-"Ti trovi nell'albergo più bello e lussuoso di San Francisco" disse la ragazza.
-"San Francisco?"
-"Si"
-"O merda, che ho fatto."

È tutto un gran casinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora