2. Tensione fra i perdenti

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Il secondo giorno, poi il terzo furono pesanti per Richie, ma la chiacchierata con Bill gli aveva dato molto su cui riflettere e questo consisteva in una distrazione.
Il quarto giorno fu il più ricco di sorprese. Il ragazzo dopo essersi sorbito le prime ore di lezione aveva raggiunto stremato la pausa per il pasto di mezzogiorno e lo aveva consumato con i soliti ragazzi.
Mancavano trenta minuti all'inizio delle lezioni pomeridiane, quando Beverly lo attirò a sé e lo accompagnò in un angolo del corridoio.
"Richie, questi giorni ti ho visto con l'umore un po' a terra...sicuro vada tutto bene?"
Lui colto di sprovvista si limitò ad annuire.
"Per qualunque cosa, io ci sono, sappilo."
Il viso della ragazza era a pochi centimetri dal suo, le mani gli accarezzavano la parte alta delle braccia delineate dalle spalle moderatamente grandi. Il respiro tiepido e neutro gli riscaldava le labbra.
"Beverly" sussurrò lui.
"Richie" sussurrò lei.
"Sta per suonare la campanella."
Lei sorrise allontanandosi da lui in fretta. "Hai ragione. A-andiamo in classe"
Richie le cinse con il braccio la vita e insieme si avviarono verso l'aula. I fianchi magri della ragazza si muovevano delicati ad ogni suo passo, il portamento era altrettanto aggraziato, con l'aggiunta della sua genuina bellezza priva di banalità sembrava una creatura magica, uscita da un libro.
Eddie appena i due entrarono allungò una gomitata a Bill che stava rileggendo il tema assegnatogli il giorno prima dal suo professore di lettere che intendeva metterlo alla prova insistendo con l'idea che avesse un enorme potenziale; non si sbagliava affatto.
"Stanno insieme?" Domandò Eddie senza distogliere lo sguardo. Non ricevette nessuna risposta.
"Bill, Bill! Stanno insieme Richie e Bevvie?"
All'udire il nome della ragazza il giovane alzò gli occhi di scatto e intercettò la coppia come un felino in cerca di una preda. "Dio santo Eds. Spero di no."

Bill e Beverly avevano avuto una storia complicata negli anni passati nella scuola superiore in cui ora frequentavano l'ultimo anno. Bill la amava con tutto se stesso, e pur essendo ancora un ragazzino, sapeva benissimo il significato della parola amare, lo sapeva perché era sicuro di amare Beverly. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei. Lei provava gli stessi identici sentimenti e questo li rendeva una perfetta coppia di anime gemelle. La presenza del padre di Bev complicava però la faccenda. Non potevano mai vedersi per studiare, per esempio, a casa sua, se lui avesse scoperto che sua figlia era fidanzata avrebbe scatenato l'inferno. D'altra parte Bill con l'idea di intraprendere un mestiere serale che non gli occupasse le ore dedicate allo studio, era stato assunto in un locale che necessitava della sua presenza per tutti i giorni della settimana a parte il martedì e alla ragazza una sola sera per uscire insieme e per vedersi sembrava un insulto alla loro relazione. "Dimostrami che sono importante per te, che sono più importante di quel dannato lavoro!".
Le pretese di lei, gli impegni di lui, i limiti imposti dal fatto di tenere il rapporto nascosto al padre, le complicazioni pesavano sui due giovani a tal punto che lei un giorno, sentendosi intrappolata in una gabbia di angoscia e preoccupazioni aveva deciso di chiudere.

"Chiediglielo Eddie. Chiedigli se stanno insieme." Bill sembrava allarmato, come per timore di perderla anche se ormai non aveva più alcun potere su di lei.
"Non posso Bill sembro un maleducato ragazzino ficcanaso." Eddie sembrava allarmato quanto lui anche se Bill non sapeva spiegarsene il motivo.
Finite le ore di lezione Beverly si avviò subito verso casa dopo aver salutato i suoi amici e averli informati che se non fosse tornata puntuale Alvin Marsh l'avrebbe rovinata, Richie rimase invece con il resto del gruppo.
Ben, anche lui agitato per la mano di Richie sul fianco della sua amata non aveva resistito a domandare: "Rich, te la fai con Bev ora?"
Lui scoppiò a ridere e lo rassicurò: "Tranquillo amico non "me la faccio con Bev" anche se credo di non aver capito appieno cosa intendi."
L'altro iniziò a spiegare ma Richie lo interruppe subito con un gesto della mano avvisandolo di aver intuito.
La tensione era costantemente presente nel gruppo da quando era nato il dubbio che Richie e Beverly potessero avere una storia. In realtà i dubbi dei ragazzi erano basati su qualcosa di inesistente, capitava spesso di vedere ragazzi e ragazze abbracciarsi per i corridoi senza che stessero insieme. Fra i perdenti però c'era sempre stato una sorta di equilibrio sacro, l'unica fiamma di Bev era sempre stata Big Bill e questo lo sapevano e lo accettavano tutti, come anche il fatto che tutti da piccoli avevano avuto un debole per la rossa, prima della Prova del Fumo, nell'estate maledetta, le avevano dichiarato la loro infatuazione, uno ad uno, e questo aveva reso la cosa genuina e naturale. Vedere ora che la coppia che tutti speravano si ricongiungesse dopo poco, veniva scombussolata dalla presenza di qualcun altro creava confusione, indignazione quasi.

Ben prese per un braccio Richie deciso a chiarire le cose senza battute o omissioni.
"State insieme si o no Tozier?"
Il ragazzo lo guardo divertito lievemente curvato a causa della sua altezza.
"Amico stai calmo, non capisco cosa ti succede, cosa succede a tutti!"
Ben alzò il tono di voce iniziando a parlare per poi tornare a quello normale. "Bev è di Bill, Richie non puoi fare questo a Bill, non puoi fare questo a me. Lo sai che per Beverly morirei, nel vero senso della frase, e che le vado dietro da quando ho undici anni. Con l'avanzare del tempo e con la crescita dell'attrazione fra Bill e lei ho dovuto farmi da parte, ma ora arrivi tu. Richie mi fa male."
Lo sguardo del ragazzo tornò a essere quello che Ben aveva scorso qualche giorno prima quando li aveva raggiunti al tavolo.
"Tu non sai cosa sto passando. Non lo sai. E lasciamelo dire non puoi nemmeno immaginarlo. Quindi se trascorro un po' di tempo con la ragazza che ti ossessiona da sempre e che ti ha sempre considerato come un'amico, devi fartene una ragione! Perché se permetti sto cercando di uscire da un intrigo di pensieri, angosce e segreti che sono costretto ad affrontare da solo e se trovo qualche distrazione devo coglierla al volo. Capisci "Hanscom"?!" Concluso lo sfogo girò i tacchi e si avviò verso casa senza nemmeno passare a salutare il resto degli amici.
Durante il tragitto si asciugò le lacrime e ne produsse di nuove in una sorta di breve routine che si interruppe improvvisamente quando incrociò Eddie.
"Richie, non ti ho visto andare via... è tutto okay con Ben?"
Lui si sforzò di sorridere sperando che l'altro non facesse caso alle lacrime. "Be-benissimo"
Con la solita premura, Eddie si avvicinò e appoggiò la mano sulla sua spalla alzandosi sulle punte per riuscire a guardare Richie negli occhi. "Lo sai che noi ci siamo per te vero? Che io ci sono."
All'altro sfuggi un sorrisetto che si allungò lateralmente nella guancia destra. "Grazie"
Gli sembrò che stesse per abbracciarlo, quando invece Eddie ritornò alla sua altezza normale e fece per allontanarsi.
"Eds, ti voglio bene." Una fitta gli trafisse il cuore. Una vampata di imbarazzo gli invase la il viso di natura pallido ricco di lentiggini e il sudore affiorò all'attaccatura dei capelli. Ma cosa mi è saltato in mente? "Eds ti voglio bene?!" ma come mi è venuto?!
Il ragazzo si voltò e gli sorrise. Era bellissimo. Gli occhioni nocciola si erano dischiusi in una forma affusolata a causa del sorriso, i capelli si muovevano a ritmo di vento. Le mani infilate nelle tasche trapelavano dal tessuto.
Richie aveva letteralmente dimenticato come respirare.

spazio autrice:
-ciao a tutti, lo scorso capitolo ha raggiunto un certo numero di letture e come promesso ecco il secondo capitolo, vi sta piacendo la storia?

l'ironia dell'amore (reddie)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora