11. I ragazzi entrano in contatto

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Nei tre giorni seguenti Richie non si presentò a scuola.
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Terzo giorno di assenza, ore 23,36.
L'animo gli cadeva a pezzi.
Non riusciva a dimenticare cosa gli era accaduto pochi giorni prima.
Aveva avuto Eddie fra le dita per qualche secondo e se l'era lasciato sfuggire.

Veramente non l'aveva sentito esattamente come una persona seduta accanto a lui in una panchina. L'aveva per lo più percepito, come si percepisce un'emozione. Gli era entrato dentro e gli aveva parlato da dentro. Era un concetto tanto astratto che perfino un individuo ricco di immaginazione come lui era a stento in grado di comprenderlo. Sentiva di apprenderlo solo in parte, per il momento riusciva ad accontentarsi ma presto avrebbe desiderato saperne di più e riuscire a instaurare di nuovo quel "collegamento con Eddie".
Stava riflettendo sull'argomento quando...
Il cuore gli si fermò per un secondo.
Una potente pressione sul petto, un mal di testa infernale.
Si sentì invadere dal caldo, poi dal freddo.
Tutto cessò nel giro di pochi millesimi di secondi.
"Richie."
Lui si voltò e alle sue spalle aveva Eddie ritto in piedi che lo osservava.
"Ce l'ho fatta di nuovo. Spero che ora avremo più tempo, l'ultima volta è stato solo un esperimento. Ma d'ora in poi ho bisogno che tu faccia qualcosa per me."
Richie pensò che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui.
"Dimmi."
"Se senti alcune strane sensazioni, come quelle che hai provato poco fa, o quelle di quando ti trovavi sulla panchina, ti chiedo di chiudere gli occhi e pensarmi. Concentrati su di me. In tal modo mi sarà più facile mettermi in contatto con te."
Il ragazzo esitò poi gli rispose "Va bene, ci proverò, a dire il vero ti stavo pensando proprio in questo momento." abbozzò un sorriso "Ora ho bisogno di spiegazioni. Dove sei in realtà? So che non sei qui, sembri un fantasma."
Eddie lo fissò a lungo, come se stesse cercando di ricordare qualcosa poi parlò: "Sinceramente non so rispondere, non ricordo nulla. L'unica cosa che riesco a fare è pensare. Non sento odori, sensazioni, rumori, non vedo nulla, non riesco a governare il mio corpo. Ma sono riuscito a mettermi in contatto tramite il pensiero con te, credo si tratti di telepatia o non so che altro, ed è già qualcosa."
Richie non sapeva come comportarsi.
"Eds, dove posso venirti a cercare?"
"Posso essere ovunque. So solo di essere lontano. Lontano da dove sei tu. In mezzo a qualcosa di disabitato...un deserto...insomma qualcosa di dispersivo."
"Ne sei sicuro?"
"Ricordo che dopo aver parlato con te, quel pomeriggio, ero confuso e avevo bisogno di pensare allora ho cercato un posto silenzioso. Non ricordo altro."
Delle atroci pulsazioni invasero la testa di Richie, simili a quelle provate poco prima. Sentiva che Eddie stava svanendo.
Dopo poco si ritrovò nuovamente solo.
Non gli era bastato il tempo che aveva avuto a disposizione con il ragazzo. Necessitava di chiedergli altro.
Sospirò e chiuse gli occhi stendendosi sul letto, sapendo che non sarebbe mai riuscito a prendere sonno.
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Il giorno dopo si svegliò di buon'ora con l'intento di recarsi a scuola ma all'ultimo momento decise di non farlo.
La sola idea di ritrovarsi in mezzo a tutto il suo gruppo di amici, allegri ed espansivi, lo angosciava tantissimo.
Ma a loro non preoccupa la scomparsa di Eddie?!
La mattinata trascorse veloce e a causa del lavoro nessuno dei due genitori tornò a casa per pranzo. Nel primo pomeriggio come di consueto Richie guardò la trasmissione musicale che lo appassionava tanto per poi dormire un paio d'ore, attività che non era riuscito a praticare durante la notte.
Intorno alle dieci cominciò a ripetersi la situazione della sera prima. I dolori, le strane sensazioni, ed ecco che Eddie era tornato.
"Ciao Richie."
I due ragazzi erano in piedi uno di fronte all'altro nella camera di Richie mentre all'altro capo dell'abitazione i signori Tozier sistemavano la cucina dopo aver consumato il pasto della cena.
"Eccoti finalmente!" esclamò sorridendo il padrone di casa.
"Devi parlare con mia madre. Devi dirgli che sono lontano dalla città e che la polizia deve allargare il campo di ricerca." ordinò Eddie ignorando la gioia dell'amico.
"Tua madre mi odia! Ho già provato a parlarle e non è andata affatto bene!"
Eddie sospirò.
"Se mi vuoi trovare devi impegnarti santo cielo!"
"Stai forse insinuando che io non voglia veramente trovarti? Ho passato ore a cercarti, a provare a parlare con tua madre! Ce la sto mettendo tutta."
Eddie si era innervosito ma contemporaneamente si era accorto di aver esagerato. "Perdonami, capisco il tuo dispiacere, ma prova a capirmi, come prima cosa desidero essere trovato e a volte perdo la testa perché non so da dove cominciare."
"Eds, ti troverò a costo di morire."
Eddie rise, si sentiva veramente a disagio.
"Se mi vuoi accanto a te ma allo stesso tempo sei disposto a morire per trovarmi, nel caso tu mi trovassi poi morissi come farei a starti accanto se sei chiuso in una bara?"
Richie lo fissò per qualche secondo per poi scoppiare anche lui a ridere. "Come diavolo riesci a formulare questi ragionamenti?! Mi manchi troppo."
"Si, anche tu mi manchi." constatò sereno Eds.
"È da un po' che volevo chiederti...in queste condizioni continui a soffrire di asma? Se hai detto che non riesci a muoverti fisicamente ma solo a metterti in comunicazione con me tramite il pensiero...come fai a portarti l'inalatore alla bocca?!"
Eddie rise ancora più forte: "Quanto sei stupido Rich, diamine!"
Richie lo guardò ridere, con un sorriso accennato sulle labbra. "Seriamente, necessito una risposta."
Perlustrò il viso arrossato del ragazzo, aperto a mostrare una dentatura perfetta, decorata ai lati da due precise fossette. Le leggere lentiggini che anche lui possedeva gli si sparpagliavano sugli zigomi risaltando gli occhi nocciola socchiusi in sottili fessure. Era una figura angelica. Per finire la risata malferma e delicata allo stesso tempo, dava vita a quell'immagine.
Richie lo trovava bellissimo.
Ma lontano.
E irraggiungibile.
I due chiacchierarono a lungo, Eddie riusciva a mantenersi mentalmente in contatto con il ragazzo per più tempo rispetto alle prime volte. Finirono per sdraiarsi uno accanto all'altro nel vasto letto di Rich, si addormentarono spalla contro spalla.
Il mattino seguente Eddie non c'era più.

spazio autrice:
-rileggendolo è a dir poco confusionario tutto ciò quindi scrivetemi nei commenti se qualcosa non vi è chiaro, mi raccomando hahah
anygay andando avanti si capirà tutto meglio, ma scoprirete pezzo per pezzo.
(anygay calza a pennello muahah)
vi amo//a presto cams

l'ironia dell'amore (reddie)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora