4. Le cose si complicano

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Richie non riuscì più a prendere sonno, in totale aveva dormito solo due ore ma ormai per lui era quasi normale.
Il mattino seguente era nel cortile della scuola alle sei e dieci, il cancello era già aperto diversamente dalle porte per accedere direttamente all'interno dell'edificio, che si sarebbero spalancate alle otto in punto. La distesa di cemento disponibile per i ragazzi nelle pause fra le lezioni era deserta e il ragazzo si prese la libertà di accendere una sigaretta e infilarla fra le labbra chiare e screpolate. Si passò da una mano all'altra il pacchetto di Marlboro. La confezione era schiacciata in diversi punti e una scritta spiccava sulla facciata superiore: "Il fumo uccide. Te e chi ti sta vicino."
Leggendo le prime tre parole sospirò e socchiuse gli occhi poi di scatto li riaprì
(e chi ti sta vicino)
avrebbe ucciso i suoi amici, avrebbe ucciso Eddie. Poi sorrise, che ingenuo, era un avvertenza, non era detto che fumare qualche sigaretta in compagnia avrebbe ucciso. Nell'estate del '58 lui è Beverly avevano fumato come ciminiere e tutt'ora erano vivi e vegeti.
Beverly.
Si era appena ricordato del pomeriggio precedente, deglutì un senso di colpa che gli premeva nel petto, facendolo precipitare nello stomaco. Ora era lì che sentiva un dolore intenso. Desiderò di scomparire, scappare, morire.
L'idea di incontrare la ragazza lo angosciava come mai aveva provato prima.

I suoi amici per le otto erano tutti a chiacchierare vicino al grande cancello.
Richie li osservava da lontano, fumandosi la terza sigaretta della mattinata.
Beverly vagò con lo sguardo, dopo poco lo intercettò e cominciò a camminare nella sua direzione.
"Rich!" Ora era più vicina e quasi correva.
"Buongiorno" lo scrutava maliziosa.
"'Giorno" sbuffò lui tradendo il suo consumo di sigarette.
"Dormito bene?" La voce melodica femminile lo assillava allegramente.
"No. Non ho dormito affatto."
Lo sguardo di Richie era fisso sulle Converse nere che portava ai piedi. Sulla para bianca c'era scritto con un pennarello nero e una calligrafia scaltra e sfuggente "how I wish you were here.", frase tratta da una canzone di cui non ricordava il nome. "come vorrei che tu fossi qui". Il suo sguardo si precipitò sul viso positivo e aggraziato di Eddie, così lontano ai suoi occhi. Un pensiero si introdusse prepotente nella sua mente, quanto diamine avrebbe desiderato che ci fosse stato Eddie in quel momento al posto della meravigliosa ragazza?!
Scosse la testa bruscamente per scacciare quelle parole. Guardò Beverly che lo fissava preoccupata dicendogli con lo sguardo "Come stai? Ho bisogno che tu mi parli! Ho bisogno di fare qualcosa per aiutarti."
Le sorrise.
Era maledettamente stupendo.
Si raddrizzò gli occhiali, le porse la mano e le disse "È tutto okay non devi preoccuparti baby."
Lei si avvicinò, incastrò la sua in quella del giovane e gli lasciò un impronta delle labbra su una guancia lentigginosa.
Insieme entrarono nella scuola senza rivolgere nemmeno un cenno di saluto al resto del gruppo. Mike e Bill osservarono attentamente la coppia allontanarsi. Mike alzò le spalle e fece una smorfia di perplessità, Bill si asciugò il sudore dalla fronte pallida e sussurrò "c-cazzo".
Ben era colmo di rabbia che nascose con innata bravura ai Perdenti, Stan restò indifferente, sembrava non si fosse nemmeno accorto della mancanza di Richie e Bev, Eddie sorrise, quasi preoccupato, senza nemmeno saperne il perché, non poté però evitare di fare uso del suo inalatore.

Le prime ore di lezione volarono per Rich e scoccata la campanella della pausa pranzo Beverly gli si affiancò in un lampo.
"Ciao, andiamo in cortile? Dovrei chiederti delle cose." Un sorriso le apparve sulle labbra.
Dopo pochi minuti erano nello stesso punto, abbastanza appartato di poche ore prima.
"Vorrei soltanto chiederti di ieri, cioè se per te è significato qualcosa." borbottò lei.
Richie stava per dirle
Dimenticami Beverly, scappa, prima che ti deluda, prima di capire quanto sono strano, sbagliato,
(ripensò al sogno)
puoi trovare di meglio, sei bella e intelligente, non avrai problemi. Ora scappa, da me.
Si limitò a risponderle "Non lo so"
Lei gli prese le mani e le strinse nelle sue. Lo baciò. "Dovremmo provare a metterci insieme e vedere come va Rich."
Lui si ritrasse di scatto e la attaccò "È assurdo. Sei forse uscita di testa?!"
La giovane si schernì "Vorresti spiegarmi che problemi hai? Non penso di averti chiesto una cosa tanto assurda se permetti! Riesci per una sola volta ad aprirti con me? Spiegami se c'è qualcosa che non va!"
Richie sospirò a intermittenza. "Scusa, non so cosa mi abbia preso."
"Hai diciassette anni Tozier, cresci Cristo, cresci."
Lui scosse la testa, aveva ragione, doveva crescere e capire cosa gli stava succedendo.
Le mani morbide della ragazza si posarono nuovamente sulle sue e le portarono questa volta ai fianchi. "Baciami Richie, baciami o vattene. Perché non posso sempre dipendere da un uomo o in questo caso da un ragazzo che cambia idea in continuazione o che mi trascura quando promette invece di dedicarsi a me."
Lui la guardò per un minuto intero pensò che probabilmente si stesse riferendo in parte a Bill, si allungò lentamente e sfiorò le labbra carnose femminili, che ricambiarono prontamente.

Eddie da lontano vide la scena e succhiò una lunga spruzzata dal suo inalatore, molto meno serenamente rispetto a prima che iniziassero le lezioni. Si voltò e rantolando guardò Bill che in un mare di lacrime osservava la scena alle sue spalle.


spazio autrice:
-in questo capitolo ho fatto succedere un sacco di cose che servono per prepararvi a dei capitoli meravigliosi mmuahah mi amerete, non vedo l'ora!
Ricordatevi che è una fanfiction sulla reddie, quindi non preoccupatevi, la reddie non tarderà ad arrivare! se vi piace questa storia e soprattutto se siete curiosi di andare avanti potreste aiutarmi a diffonderla un po'? grazie di cuore! Chiunque la stia anche solo leggendo, ha tutta la mia gratitudine

l'ironia dell'amore (reddie)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora