Arrivo

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Alle 10 atterriamo puntuali a Milano.

Appena atterrati riattivo il mio cellulare e mando un messaggio ai miei dicendogli di essere atterrati; dopodiché guardo i messaggi e uno era da parte di David

"Il nostro volo per Istanbul era in ritardo e abbiamo perso la coincidenza per la Georgia, non so quando ritornerò a casa, fammi sapere quando arrivi", così scrivo anche a lui.

Appena scesi dall'aereo il caldo si fa subito sentire. Aspettiamo più di un'ora i nostri bagagli e dopo possiamo partire per Varese.

Appena arrivati a Varese nel parcheggio ci aspettano i nostri genitori, per me c'è mia madre.

La prima cosa che mi dice quando mi vede è "Cosa è successo? Perché sorridi?", chiaramente se n'è accorta.

"Non adesso e non qui" taglio corto io.

Una volta salite in auto mia madre ritorna sull'argomento ed allora mi risulta chiaro che non posso nasconderglielo.

"Ho incontrato un ragazzo che mi piace e io gli piaccio"

"Ah si" dice mia madre un po' sconcertata "da dove viene? Faceva parte del tuo gruppo?"

"Eravamo in classe insieme, viene dalla Georgia"

"Dalla Georgia??? Ma ti sembra una cosa normale? Non so neanche dov'è la Georgia e poi come fai a sapere se è un bravo ragazzo, neanche lo conosci, sappi che non approvo assolutamente" strilla lei.

Se con mia madre è andata così non oso immaginare mio padre; lui di solito è quello più rigido, autoritario, che si fa sempre rispettare, esigente e non vuole che faccia molte cose perchè non è conveniente.

Appena arrivati a casa mia madre esordisce con " Ah Giacomo, devi sapere la novità, tua figlia sta con uno slavo", a quelle parole mi infurio come mai avevo fatto prima d'ora

"Tu non ti puoi permettere di giudicare una persona che neanche conosci, inoltre vai a studiare la geografia perché la Georgia non è in Jugoslavia, era nell'URSS, ignorante. Se non sai lei cose stai zitta che fai più bella figura e comunque non eravate voi quelli che dicevano che siamo tutti uguali, che le razze non esistono ed altre stron***e simili? Dite solo quello che vi conviene"

Salgo le scale e corro in camera mia sbattendo la porta dietro di me. Che bello essere di nuovo a casa. Mi arriva un messaggio da David.

"Posso chiamarti?"

Lo chiamo io. Mi dice di essere arrivato ad Istanbul e che rimarrà lì per un giorno perché il prossimo volo è domani.

"Perchè sembri così triste?" mi chiede

"Ho litigato con i miei" rispondo io, non voglio fargli sapere il motivo per cui abbiamo avuto da dire

"Per colpa mia?", ha già capito da solo

"Purtroppo sì, sono degli ignoranti, perdonali"

"Non ti devi scusare, con mio padre sarà lo stesso, già lo so"

Sento bussare alla mia porta, è mio padre

"David, devo andare, ci sentiamo dopo"

"Cosa vuoi papà?"

"Parlare Cecilia"dice lui con tono calmo "Mi sembra che non siamo partiti con il piede giusto"

"Astuto"

"Come si chiama questo ragazzo?"

"David"

"Hai una foto?"

Gli mostro una foto che ci aveva fatto Francesco mentre parlavamo a Central Park, per me è bellissima, siamo circondati dal verde seduti su una panchina.

"Sembra carino" dice lui.

Va avanti a farmi domande sull'età, le sue passioni, la scuola che frequenta e la città in cui vive; sembrava davvero interessato.

"Mi sembra una brava persona e da quello che ho capito avete molte cose in comune, se tu sei felice anche noi siamo felici"

"La mamma non mi sembrava propriamente felice"

"Dalle del tempo"

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