Cecilia, 16 anni, cestista, crede di essere l'unica ad avere le sue passioni ma forse non è così. Durante una vacanza studio a New York incontra un ragazzo che scopre essere molto simile a lei, solo una cosa li separa 3.666km...
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E' venerdì ed è l'ultimo giorno di lezioni per questa settimana, Julia ci fa parlare di una nostra passione ed io che ho poche idee come sempre decido di parlare del basket. Prima di me chiama altri miei compagni che parlano dello sport che praticano, di un argomento che hanno particolarmente a cuore o della loro serie tv preferita.
Julia chiama David tra i primi che parla del Giappone, dice di essere molto interessato alla cultura Giapponese ed allo sviluppo che ha avuto la società negli ultimi anni.
"Pratichi un' arte marziale giapponese?" gli chiede Julia
"No però guardo molti video su youtube, mi piace molto vedere i combattimenti" risponde David.
Non è possibile, è uguale a me in tutto, ho praticato arti marziali per 10 anni e sono cintura nera. Le gare che preferivo erano quelle di combattimento e ho partecipato anche ai campionati italiani per due anni.
Quando arriva il mio turno non so cosa dire, sto ancora pensando alle parole di David, così dico due cose riguardo al campionato e torno a sedermi.
All'intervallo aspetto con lui l'ascensore e come ogni giorno iniziamo a parlare di basket.
"Qual è il tuo giocatore preferito?" mi chiede
"Non so, penso Porzingis, sai gioca nel mio stesso ruolo" rispondo io " Il tuo invece?"
"Carmelo Anthony, gioca nel mio stesso ruolo, lo conosci?"
"Sì certo"
Mi viene in mente una frase celebre di Melo "Ogni mattina hai due possibilità: continuare a dormire con i tuoi sogni o alzarti e inseguirli".
A pranzo mi trovo come tutti i giorni con Giada e Chiara, la quale per oggi non mi ha ancora chiesto di David. Troviamo tre posti liberi vicini e ci sediamo.
Chiara guarda dietro di me e dice " Ceci, Ceci, guarda chi hai dietro", mi volto cautamente e vedo David e il suo gruppo di amici.
"Quanto è carino?" chiede Chiara
"Sì in effetti non è brutto" dice Giada
"Ceci tu che lo vedi tutti i giorni, gli hai parlato?Com'è?" domanda incuriosita Chiara
"Non è molto loquace, sta sempre da solo, gli ho parlato solo di basket" faccio io con aria indifferente.
Prima di uscire David guarda il mio tavolo e mi sorride, io a mia volta gli sorrido, sapendo che per i prossimi due giorni non lo avrei avuto in classe per 5 ore.
Visto la bella giornata decidiamo di andare sul Brooklyn Bridge e fermarci nel parco lì vicino ad aspettare il tramonto. Una volta arrivati ci sediamo sul prato, la vista è davvero mozzafiato.
Per tornare indietro fortunatamente prendiamo la metro, quando arriviamo al college mi sdraio sul mio letto ed inizio a pensare a tutto quello che è successo in soli cinque giorni, mi addormento pensando al sorriso di David senza riuscire a togliermelo di mente.
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