Giorno 11

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Oggi è l'ultimo vero e proprio giorno di lezione, domani parte il gruppo di Bari ed anche Ana, la ragazza russa. Tutti gli altri partono sabato.

In classe c'è molta tristezza, nonostante siamo stati insieme solo 11 giorni siamo molto legati e noi che partiamo sabato sappiamo già che domani fare lezione non sarà lo stesso senza Ana, Giuseppe, Sara, Camilla e Mauro.

Il secondo periodo Maria ci fa vedere un film e quando sono le 12.30 anche se il film non è finito ci alziamo tutti e da veri italiani ci abbracciamo, anche Julia è venuta a salutare i ragazzi che se ne vanno e dice "Mi è sempre piaciuta questa cosa degli italiani che si abbracciano per salutarsi, da noi non è così frequente" , noi scoppiamo a ridere.

A pranzo mi trovo come sempre con Giada e Chiara e mentre Chiara è in fila per prendere da mangiare Giada mi chiede:
"Hai parlato con David?"

"No" rispondo io

"Ceci, tra due giorni partiamo, potresti non vederlo mai più per il resto della tua vita"

"Appunto, sai quanti chilometri ci separano? 3.666"

"Ma cosa vuol dire? Almeno scambiatevi il numero"

"Non lo conosco neanche, non mi sembra il caso di dare il numero a uno sconosciuto"

"Ah sì, non lo conosci? Quanti anni ha?"

"17 è nato il 31/07"

"Cosa vuole fare da grande?"

"Vuole studiare diritto internazionale in America per provare ad entrare nella NATO o qualcosa di simile"

"Che squadra tifa?"

"Boston Celtics"

"Di calcio?"

"Liverpool"

"Sai più cose di lui che di me eppure il tuo numero io ce l'ho"

"Non è vero! E poi il mio numero ce l'hai solo perchè condividiamo la camera"

"Sei dura di comprendonio, guarda che stai perdendo una grande possibilità"

"Shh, arriva Chiara non voglio che sappia niente"

Il pomeriggio andiamo a SoHo come tutti i gruppi rimasti, incluso quello di David che troviamo sullo stesso vagone della metropolitana.

Per tutto il viaggio io e David ci scambiamo sguardi senza dirci niente, quando scendiamo il suo gruppo va da una parte, il mio dall'altra.

La sera quando torniamo in college ripenso alle parole di Giada "perdendo una grande possibilità". In effetti ha ragione, David mi assomiglia così tanto da non sembrare vero, però ho paura, paura dei giudizi altrui ma ancor prima paura della sua risposta perché ci siamo parlati tante volte ma non i ha mai detto niente nemmeno lui.

Mi addormento pensando; pensando a quello che ci siamo detti in queste settimane io e David, senza trovare una risposta alla domanda "Io gli piaccio?"


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