4. 33 am
Silenzio.
Mi rintano nel buio della notte a sentire il nulla.
Silenzio assordante.
Ieri ero semplicemente triste, oggi sembra mi abbiano svuotato l'anima con un cucchiaino.
Ho una sensazione di insignificanza dentro di me che non riesce a prendere forma, mi perfora il petto, ma rimane un mostro di argilla senza fisionomia.
Lo saluto, contraccambia. Siamo complici: entrambi annoiati e sfiniti da queste giornate mediocri.
Non so perchè facciamo così, ci circondiamo di persone inconsistenti per poi ritrovarci con le gambe a penzoloni a consolarci l'un l'altro.- Non mi è piaciuta questa giornata. -
- Non è piaciuta neanche a me. -Ma in realtà non ci ascoltiamo, ci vogliamo solo accarezzare con il suono morbido delle parole. Comunicazione limitata ma benefica, quasi egoistica.
Ma non è un dolce dialogo di parole vellutate, è un soliloquio stridente, con voce graffiata.
Ci sono solo io.
E il rumore degli irrigatori nel giardino, che banalmente riconduco alla pioggia.
Ma sono solo io. Catherine. Io e i miei metri di somma solitudine. Irraggiungibile.
Mi alzo e scendo a piedi nudi sul pavimento. Transito senza neanche una meta, sono una nomade dentro la mia casa. Poi all'improvviso un ricordo si precipita verso di me. Sono catapultata in una macchina, stiamo andando al mare e io sono felice.
Ricordo le sue mani, sulle mie cosce. I polsi, le vene in rilievo, le mie guance che s'imporporano, lui mi afferra e mi accarezza. Mi desidera. Ed è un desiderio pulito.
Ma questo è solo un segmento di tutta la nostra storia.
Chissà quante volte avrai negato di avermi amata così tanto ai suoi occhi assetati di conferme.
Domande scomode e taglienti davanti alle quali non potevi essere sincero.- Lei cos'era? La amavi? -
- Non era niente. Non serve parlarne. Adesso ci sei tu. -Ma che delusione tentare di amare un cuore non guarito. Non rifocillato. Spompato e sgonfio.
Eppure io le ricordo quelle Domeniche nel letto a nutrirci d'amore. Avevi gli occhi pieni di me, non eri mai sazio di me.- Ti amo così tanto che quando ti stringo sento che mi scoppia il cuore -
Un vento di calda tristezza mi sfiora il viso. È incandescente.
Per un attimo avverto un dolore al petto.
Poi lentamente si attenua.- Come hai potuto -
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Luce
General Fiction- Puoi illuminare tutto. - E la sua bocca si incurvava timidamente in un sorriso. Quando le venivano fatti quel genere di complimenti inusuali le sembrava di avere un potere straordinario. - Forse sono una sorta di prestigiatore della luce. - rideva...