Corpi

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8. 15 pm

Mi piace girovagare nuda per la stanza.
Non è impuro, non è sporco, e non si tratta di un tentativo implicito di seduzione.
È il mio corpo, lo osservo, ne valuto ogni capacità attrattiva, spesso dai fianchi risalgo con le dita marcandone i contorni.
Mi piace.
Non capisco perchè i corpi vengano privati della loro naturalezza, strumentalizzati, mercificati, demonizzati. Non c'è niente di più puro della nudità.
Alla fine si tratta solo di un... Corpo. Carne viva, pelle che profuma. Nulla più.
Se aprissero il mio taccuino probabilmente sobbalzerei, mi sentirei violata, ma il mio corpo nudo è puro, e non me ne vergogno. Non lo nascondo dentro ad involucri di tessuto.
Non quando amo una persona.
Eppure ancora adesso, alcune volte mi avvicino allo specchio tremando. Il mio corpo non mi sembra del tutto mio, come se non mi fosse stato del tutto restituito. È contaminato.

Le otto e trenta. Esco dalla doccia con un profumo di shampoo inebriante, afferro un paio di jeans distrattamente e li infilo, ma quando mi guardo allo specchio mi sembra sia stato un gesto estremamente sporco.
Mi ricorda quando la mattina mi svegliavo rapidamente dopo aver fatto l'amore e indossavo un paio di jeans casuali, gli stessi jeans, presi nel buio della stanza, con il corpo che ancora pulsava.
Li tiravo su fino alla vita, la vita dalla quale mi afferravi, e sorridevo. Il sorriso di chi si presta all'amore consapevolmente, di chi della vita si prende soltanto il miele.

Ma adesso è tutto avvelenato. Questi jeans sono avvelenati di ricordi e il mio corpo si impregna di veleno.

- Devo disinfettarmi -

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