La prima volta che siamo usciti insieme ho dimenticato un cappotto nella tua macchina. Lo so, sembra una comica, è ridicolo. Un cappotto -assurdo- hai presente il volume di un cappotto? Sembra una dimenticanza intenzionale. Viene da ridere a tutti quando lo racconto.
- Ottima strategia! - mi rispondono.
Peccato che non lo fosse, ho solo la testa tra le nuvole e sono irrimediabilmente distratta. E pensare che neanche me ne ero accorta, me lo hai scritto tu in un messaggio.
- Passi a prendertelo in negozio? Così hai una scusa per passare - Continuava così.
- Sì, grazie.
Però poi vedo di dimenticarmi qualcos'altro. -Non sapevo neanche io dove volessi arrivare.
Mi addormento, ormai è quasi orario di chiusura.
- Passi? -
Arrivo proprio all'ultimo un po' di corsa. Sei contento di rivedermi, si vede, ridi sotto i baffi. Io lo sono di più.
Parliamo in modo talmente naturale che ti chiedo di mangiare qualcosa insieme, vista l'ora. Sembrava tutto calcolato, incastrato e programmato metodicamente, invece era tutto cinematografico, ma casuale.- C'è un mio amico che mi aspetta fuori, vieni con noi? -
- Ma no, figurati. Non voglio importi la mia presenza. Sul serio, facciamo un'altra volta. -
Lo pensavo davvero, ma speravo smentissi.
E lo facesti.-Vieni, davvero. Non te lo direi. -
Abbiamo passato tutta la serata a ridere, sembrava che il tuo amico ed io ci conoscessimo già. Ogni tanto mi chiedevo in quale veste mi avessi invitata, se mi reputassi più la tua ragazza, una frequentante o un'amica. O una -Nonloso-, che era il mio terrore.
Anche per me eri un -nonloso- però più verso il sì.
Non lo so, però mi piace.Sono passata in negozio tre giorni dopo. Dovevo comprare dei lamponi per una torta, contrastavano il gusto dolciastro della crostata al cioccolato che volevo fare. Volevo qualcosa di aspro che bilanciasse.
E con te non volevo più aspettare.
Qualcosa doveva muoversi. Doveva.Dovevo capire. Perchè. Perchè facessimo scintille di tale folgore, e perchè non agissi.
Mi sarei presa il mio "no" andandomene via a testa alta, ma avrei ottenuto risposte. In un modo o nell'altro.Eri sorpreso di vedermi.
Che cosa ci facevo lì.
Sorridente, come se avessi ottenuto una conferma. Ci scambiamo due parole, qualche sorriso acuto.Vado via.
Un attimo dopo un tuo messaggio. Ti scusavi per il poco tempo che mi avevi dedicato.
- Che fai stasera? - ti chiedo.
- Esco, vieni con noi?"Ci siamo baciati un ventotto Ottobre in una giornata di allerta pioggia. Ti ho baciato quando siamo rimasti chiusi fuori dalla macchina con una bottiglia di vino in mano.
Sono stata spontanea, forse sfacciata, e ho proteso il mio corpo verso il tuo.Mi hai detto - no- e per un attimo ho pensato di aver travisato tutto.
- Non così, non perchè hai bevuto. -
- Volevo farlo da tanto. Io quando bevo perdo equilibrio, non lucidità. Non è l'alcool che mi spinge, sei tu. -Questa volta mi baci tu. Un bacio intenso, più lungo, appassionato.
Rimaniamo sotto la pioggia a confidarci le reciproche paure ed insicurezze fino a quel momento.
- E se avessi provato baciarti e tu non avessi voluto? Poi sarebbe stato imbarazzante incrociarci per casa.. -
Ne ridiamo, io mi sento così leggera. Intanto la pioggia persiste e la bottiglia di quel vino rosso fermo che mi è piaciuto tanto è per terra, tutta annacquata.
Ridiamo.
In macchina mi tieni la mano, non capisco cosa stia succedendo, sono sovraeccitata. Euforica. Delirante.Decidiamo senza dircelo di dormire insieme, o almeno, io ti avevo comunicato l'intenzione di stare con te tutta la notte, il resto è venuto da sé.
Imbarazzata, entro in una casa che già conosco, la casa del mio più caro amico, ma questa volta mi è estranea.
Mi inciti a lasciare le scarpe in una stanza che mi è anch'essa estranea, mi sento spaesata, stranita, un po' timorosa di agire, ma immensamente felice.Mi porgi un pigiama, lo adagi sul letto.
Ti chiedo un paio di calzini.
In un attimo divento di casa.Nel letto mi cerchi malgrado io mantenga le distanze.
- Vieni qui - mi dici.
Rimaniamo abbracciati a sussurrarci parole.- Sei incredibile. Mi hai stravolto la giornata. Stamattina mi sono alzato pensando che sarebbe stata la solita giornata monotona, e adesso eccomi qui. Con te. -
In un attimo le tue mani si posano su di me e io capisco di non desiderare altro che quella sensazione. Mi fai venire i brividi, muovi le dita sulla mia schiena lentamente, sembra tu mi stia decorando.
Facciamo l'amore in modo dolcissimo, come se ci fossimo già amati. Ti scopro audace, ma delicatissimo, sorprendentemente passionale e romantico.
Movimenti perfetti, come contornati da una melodia.
Mi sembra di recitare la parte di un copione già scritto, una coreografia già collaudata, stiamo mettendo in atto qualcosa che doveva necessariamente esistere.
Sconvolti di tanta purezza e armonia, rimaniamo incollati l'uno sull'altro, con i respiri ansimanti non capacitandoci dell'incanto che già si sprigionava.
Mi sembra di avere il cuore in un frullatore. Ma le lame sono state rimosse.Passo la notte talmente avvinghiata al tuo petto che a malapena riesci a respirare. Mi sento minuscola, indifesa, vulnerabile.
Ma sei tu. Non puoi essere altro che tu.
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Luce
General Fiction- Puoi illuminare tutto. - E la sua bocca si incurvava timidamente in un sorriso. Quando le venivano fatti quel genere di complimenti inusuali le sembrava di avere un potere straordinario. - Forse sono una sorta di prestigiatore della luce. - rideva...