III

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Edie era arrabbiata con Ace, parecchio.

Non stavano insieme ufficialmente, ma qualche settimana prima lui le aveva preso la mano e le aveva chiesto se volesse "continuare", e lei aveva risposto di sì. Ora, Edie non si intendeva tanto del linguaggio giovanile, ma le era sembrato di capire che da parte di Ace ci fosse un certo interesse.

Be', evidentemente si era sbagliata, perchè da quando era partita per andare a Parigi, lui non le aveva mai scritto in tre settimane. Non un messaggio, una chiamata. Lei aveva provato a scrivergli, ma aveva mollato la spugna, notando che le risposte erano monosillabiche.

Era tornata il giorno prima, e aveva fatto di tutto per trovarsi in quell'esatto momento all'aperitivo per festeggiare un amico in comune con Ace, aperitivo al quale era sicura che Ace sarebbe stato presente.

Aveva indossato un rossetto marrone e del mascara: voleva mantenersi semplice e vedere la sua reazione.

Aveva il broncio da un'ora, Ace non era ancora arrivato. A lei piaceva, piaceva tanto.

Era bellissimo e all'inizio le aveva fatto intendere tante cose, le aveva dato tante speranze, lei aveva pensato che fare le cose con calme li avrebbe portati a una relazione seria, a lunga durata, ma lui forse non ci teneva così tanto.

-Deena, ma sei sicura che venga anche Ace?- 

La sua amica le aveva risposta con un deciso cenno della testa: ma allora perchè non arrivava?

Vide una camicia bianca salire le scale, ma scoprì che non era Ace.

Entrò e riempì il quarto bicchiere di prosecco. 

Reggeva molto l'alcol, ma quel giorno era talmente arrabbiata che voleva abbandonare la sobrietà.

Era più che arrabbiata, delusa. Un po' triste. Si aspettava che lui le scrivesse, come minimo.

Tutte le sue amiche le avevano detto che lui era un ragazzo serio, che era preso di lei, ma forse lo spirito della conquista lo aveva già abbandonato?

Era il ragazzo più bello che avesse mai visto: aveva i capelli scuri ricci che gli sovrastavano la testa, due occhi scurissimi e un naso perfettamente da bambino, perfettamente dritto. Lei lo avrebbe capito se lui non l'avesse voluta: lei non era così bella, non era così popolare, non così ricercata dall'altro sesso, e lui sicuramente sapeva di essere bello e di avere tutte le carte in regola per acchiapparsi qualsiasi ragazza avesse voluto.

Sapete, era stupido rimuginarci sopra, era ovvio che avendo a disposizione tutte le ragazze, lui non avrebbe mai scelto lei, a meno che non fosse innamorato perso, ma non lo era evidentemente, quindi si riempì il quinto bicchiere.

Ora era arrabbiata, sì, era arrabbiatissima. Voleva dare uno schiaffo a tutte le amiche che le avevano detto che aveva una possibilità e che "le cose arrivano quando meno te lo aspetti", ma erano diciassette anni che vedeva le sue amiche fidanzarsi e avere storie con ragazzi bellissimi, gentili, intelligenti, popolari, mentre lei non era calcolata da nessuno.

Continuava a dire alle sue amiche "ti meriti un ragazzo così", "sei stata proprio fortunata", "ti ci vuole, con tutto quello che fai per le altre persone", questo significava che lei non meritava nulla? 

Era semplicemente un gioco del destino: le sue amiche erano belle e simpatiche, civettuole quel poco che basta per accapararsi qualsiasi ragazzo, mentre lei contava da una vita sulla simpatia e l'intelligenza, peccato che poche persone tenessero conto di quelle qualità.

Fanculo a tutto, allora, in un mondo fatto di apparenze, dove affascini i ragazzi con i like e li ammali a suon di follower.

Sesto bicchiere.

Improvvisamente vide una felpa blu arrivare dal giardino, mentre scalciava i sassolini con i piedi.

Era imbronciato, e lei aveva tutta l'intenzione di rimanere arrabbiata per tutta la serata.

Ace alzò lo scguardo, vide Edie e sorrise con quel suo modo di fare un po' storto.

Edie non riuscì a trattenere un sorriso e  dentro di sè si insultò un poco per la sua poca forza di volontà.

Avrebbe potuto ubriacarsi con quel solo sorriso.

Lui tenne gli occhi incollati ai suoi mentre entrava nel locale.

Dopo pochi minuti Edie lo seguì e riempì il settimo bicchiere. Le iniziava a girare un po' la testa, ma stava ancora benissimo.

Lui la chiamò e le indicò il posto di fianco al suo sul comodo divano di velluto rosso.

Lei non se lo fece ripetere due volte.

-Un po' sei ubriaco anche tu, vero?-

-Ho bevuto al pub due drink e tre shot, quindi sì, un pochettino sì.-

Guardò Edie e scosse leggermente i ricci, per farle un po' solletico alla fronte. Ridacchiò.

-Sono arrabbiata.-

-Sei ubriaca, è diverso.-

-In vino veritas.-

-Dai, ti ascolto allora.-

Edie lo guardò:-Non fare il frubo con me.-

Lasciò andare la testa indietro e scoppiò a ridere:-Non cerco di fare il furbo.-

-Molto bene, allora...- Edie si alzò e uscì sulla veranda.

Si sedette per far passare il mal di testa, ma non se ne andava, non la mollava un minuto.

Ace arrivò di fianco a lei e si msie le mani in tasca, la guardò fino a quando lei non alzò lo sguardo verso i suoi occhioni.

-Mi accompagni giù a fumare?-

Edie annuì e scese con lui dove c'era il giardino, si sedettero su una panchina e lui le passò una sigaretta.

-Che schifo le Camel.- 

-Queste sono buone.-

Le avvicinò l'accendino alla sigaretta e gliela accese.

-Chi ti ha scritto?-

-Una mia amica?-

-Una ragazza?-

-Sì.-

-Ti piace?-

-No, ma va.-

Lui si girò di scatto verso di lei, che ormai era appoggiata al suo braccio.

E se per lui Edie fosse solo un'amica?

Si guardarono dritti negli occhi per secondi interminabili.

Lei voleva baciarlo, sporgersi di qualche centimetro e eliminare lo spazio tra di loro.

Lui scosse il naso e lo strofinò sul suo.

Poi si alzò.

-Andiamo su.-

Edie non voleva andare su.


LovestoriesWhere stories live. Discover now