capitolo 2

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Domani parto per le vacanze ed è angosciosa l'idea delle valigie. Voglia sotto i piedi di mettere dei vestiti dall'armadio, dove hanno la possibilità di stare tanto comodi, ad una valigia tutti schiacciati. Otto ore di viaggio, perchè qui si amano le cose complicate, e poi quindici giorni di FANTASTICO DIVERTIMENTO E RAGAZZI A TUTTO ANDARE, si, proprio.

Arrivo, assonnata logicamente dopo otto ore. L'hotel sembra bello, dico sembra perchè prima devo vedere il bagno della mia stanza, sono fissata coi bagni. La spiaggia è stupenda, un paradiso. Sono stesa sul lettino e sinceramente mi viene voglia di non alzarmi per il resto del quattordici giorni. Di fianco a me c'è un ragazzo. Mi sta sull'anima, decisamente. Non è il mio tipo, è basso, io ho un rifiuto per quelli bassi. Mi metto la crema solare, almeno da non fare l'effetto peperone per tutta la vacanza. Con la crema solare appena spalmata sulla pelle e dunque tutta appiccicosa, il genio alla mia destra si alza, tirando su una quantità incalcolabile di sabbia, che logicamente, finendo su di me, fa si che io diventi una sorta di bistecca impanata. Lo guardo con lo stesso sguardo con cui si guardano i bambini quando sei con i piedi nell'acqua nel mare convinta di non volere entrare e loro ti schizzano. Lui non favella. Un altro mononeurone? Sono circondata da persone intelligenti come anguille? Mi butto in acqua per eliminare la sabbia, e rimetto la crema. Tornata all'ombrellone, quel disgraziato di un maschio, se la sta ridendo. Tento di fulminarlo e fare la seria ma, la sua risata, contagia anche me.

<<Piacere, Jacopo, scusa..insomma..per la sabbia>>

<<Tranquillo, tanto, avevo  bisogno di un bagno avevo caldo>>

<<Davvero?>>

<<No, era per non farti stare in colpa>>

Ogni tanto mi escono queste affermazioni con le quali mi farei i complimenti da sola. Riesco a spegnere chiunque.

<<Comunque, piacere, Diana>>

è rimasto zitto per circa un minuto, non lo nego, era preoccupante quella  lunga pausa.

 Cominciai a chiedermi: "Sarà anche lui uno di quei maschi che si ritrovano disagiati appena parlano con una del sesso opposto?".

<<Questa sera cosa fai?>>

<< Resterò in hotel, perchè?>>

<<Facciamo qualcosa insieme?>>

<<è un appuntamento?>> altra frase che fa si che il piccolo cervello maschile vada in confusione per qualche secondo.

<<no, cioè, non precisamente, insomma, non lo so!>>

Mi viene un no, un no spontaneo, di quelli che si ha sempre voglia di dire... NO... però  qualcosa di me mi spinge a dire di si.

Urla il nostro nome sopra le ondeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora