capitolo 13

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Ed eccolo, finalmente arrivato il Natale tanto atteso, l'altro ieri era il mio compleanno. Un giorno veramente speciale. Jack ha ripreso a guidare; l'incidente non l'ha bloccato affatto. Per festeggiare questo strano momento di totale equilibrio famigliare, mia cugina è ritornata a Las Vegas con il proprio ragazzo. E' mezzanotte a mezza del ventiquattro dicembre, in casa si urlano "auguri" partono tappi di bottiglia, abbracci, risate, Jacopo mi prende la mano..

<<Vieni con me>>

Mi spaventano sempre molto i suoi "vieni con me" ma non lo faccio notare. Scendiamo in garage, sulla scala ci diamo un bacio rubato e poi saliamo in macchina.

<<Dove mi porti?>> chiedo

<<ehi, principessa, lo sai che con me questa domanda non esiste>> risponde sorridendo

Lo guardo, sorrido e mi avvicino per un altro bacio rubato.

<<Allaccia le cinture che si parte!>>

Mi addormento dopo poco che sono in viaggio. Mi sveglio all'alba, con il cielo arancione e il rumore del mare in sottofondo. Apro meglio gli occhi e mi ritrovo sulla spiaggia nelle braccia di Jack. Mi ha portato nel posto in cui ci siamo conosciuti. E' tutto così meravigliosamente bello.

<<Oh Jack..>> ma lui non mi lascia finire

<<ehi, zitta, goditi il momento e baciami.>>

Senza accorgermene la mattinata passa così.

<<Jack dobbiamo tornare, devo chiamare i miei genitori, dirgli che sto bene, io..>>

<<Calma calma, sanno tutto. Sanno che sei qui, sanno che sei con me, sanno in che albergo siamo e sanno che ti rivedranno fra una settimana>>

Dopo queste parole rimango zitta, lo guardo, lui  mi guarda, sorrido.

<<Sei proprio un cretino >> dico scoppiano a ridere.

Abbiamo passato la mattinata sulla spiaggia, abbiamo pranzato in un ristorante di pesce sulla spiaggia, abbiamo camminato per le viette più carine che si affacciano sul mare e ora stiamo andando in hotel. Dopo cinque minuti di macchina, entriamo in un grande parcheggio coperto, dove un signore in divisa ci chiede di poter aiutarci a portare i bagagli. Prima annuisco e ringrazio, poi mi blocco.

<<Jacopo, Jacopo ma io i bagagli...>> dico preoccupata

<<Per chi mi hai preso, ho fatto tutto io>> risponde dandomi un bacio sulla fronte.

L'uomo in divisa sorride. Mentre Jacopo chiude il bagagliaio io chiedo al signore di poterci accompagnare alla reception. Prendiamo un grosso ascensore e saliamo fino al primo piano. L'ambiente è molto accogliente. C'è un grande divano e una televisione fantastica. Dopo aver dato i documenti saliamo su un altro ascensore altrettanto enorme e finalmente eccoci al decimo piano, la stanza numero 218. Entriamo.

<<Wow>> dico sorpresa

<<Per te solo il meglio>> risponde mettendomi il braccio destro intorno alla vita.

La stanza è gigantesca e sul letto c'è un pacchetto.

<<E quello?>> chiedo

<<Boooh>> risponde con un sorrisetto da demente <<Fatti bella>>

Gli dò un bacio e dopo aver disfatto le valigie prendo il pacchetto e vado in bagno. Dopo una doccia mi pettino alla "Ariana Grande", un trucco leggero e poi apro il pacchetto. E' un vestito nero a pois bianchi, a cui abbino una collanina col ciondolo argentato e gli orecchini argentati con striature nere. Ai piedi tacchi (non troppo slanciati) argentati. Dopo una passata di rossetto, esco dal bagno. Lui è appoggiato all'armadio. Giacca e cravatta. E' fantasticamente stupendo. Mi prende la mano, me la bacia e mi invita ad uscire dalla stanza. Entriamo in ascensore e dopo pochi secondi siamo alla reception. Tutto il personale dell'hotel sembra ci stia aspettando. Questa persone in divisa creano due file, una alla mia destra e una alla mia sinistra, che mi salutano sorridendo quando passo, esco dalla porta scorrevole.

<<O mio Dio Jacopo, ma...>>

Urla il nostro nome sopra le ondeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora