capitolo 5

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Guardarlo sorridere, è come stare al tramonto sulla spiaggia a vedere le onde schiantarsi contro la sabbia umida.

<<Buon giorno>>

Inizia lui il discorso, la cosa mi tranquillizza effettivamente.

<<A te, e grazie per...>>

<<il minimo>>

risponde senza nemmeno farmi finire la frase. Sorrido, sorride. Nel frattempo prendo posto sotto l'ombrellone, poso la borsa, mi tolgo il copri-costume, metto l'asciugamano sulla sdraio e tiro fuori il telo. Lui mi fissa, con quei suoi occhi scuri pieni di dolcezza infinita e amore all'ennesima potenza.

<<Dormito bene?>>

Ancora una volta è lui a rompere il giaccio. Comprendo che alla prossima tocca a me, se no passo per la asociale.

<<Sì, tutto bene, tu?>>

<<Bene, grazie>>

<<Prego>>

Adoro questi discorsi "freddi", senza particolari intercalari mielosi. Semplici. Dato che ora tocca a me incominciare, cerco un quesito adatto, ma non mi viene niente. Mentre cerco di sforzare il più possibile il mio cervello che dall'ultimo giorno di scuola sembra entrato in letargo, lui si alza e si avvicina a me.

<<Andiamo?>>

<<Dove?>>

<<In mare>>

e mi prende la mano, con tanta sicurezza che riesco a percepire ogni suo muscolo del braccio sinistro. Io annuisco e ci avviciniamo all'acqua, scalvancando quelli che si mettono a prendere il sole vicino al mare.

L'acqua è decisamente fredda, ma per non far la freddolosa, entro lo stesso come lui, con passo deciso, e con la sua mano ancora intrecciata alla mia. Ad ogni passo, sento l'acqua salire sempre di più, fino a quando me la trovo sopra la clavicola, e poi non tocco più. E quella mano, è ancora intrecciata nella mia.

<<Eccoci>>

dice

<<Eccoci dove>>

rispondo

<<Eccoci dove volevo venire con te>>

<<Nel mare?>>

ad ogni frase ci avviciniamo sempre di più.

<<Sopra le onde, a sfiorarle con il mento, insieme>>

Insieme.Quella parola suona così maledettamente bene.

Io sono un cubetto di ghiaccio, sia per il freddo dell'acqua, che per l'agitazione.

Comincio a non sentire più solo la mano, ma anche il suo braccio, poi le gambe, il suo petto appoggiato al mio. E con la stessa armonia di una rosa che sboccia in primavera, con la stessa delicatezza di una farfalla, il suo labbro inferiore si appoggia tra le mie due labbra, in modo tale che il mio superiore sia tra le sue due.

In questi secondi, penso a tutto quello che amo: amo il mare, amo la montagna, la collina, la pianura, amo gli abbracci, le coccole, amo il mondo, amo la mia vita, amo la tua, la sua e la loro, amo queste onde che sembrano trasportare le nostre emozioni, i nostri nomi a riva.

Amo lui.

Urla il nostro nome sopra le ondeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora