Chapter 10

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Erano esattamente le nove di sera, il vento fresco di metà primavera scompigliava delicatamente i capelli rosa di Hyungwon, mentre era seduto su una panchina all'inizio del parco. Era agitato e sapeva esattamente il motivo, si aspettava il ragazzo che amava urlargli in faccia cose orribili, si aspettava che non gli rivolgesse la parola o, peggio ancora, che non sarebbe proprio venuto.
Puntò lo sguardo all'insù, verso la luna e credette di svenire alla sola debole luce che emanava quello spicchio del satellite sospeso nel cielo; ritornò con gli occhi puntati su quella strada vuota e buia da cui avrebbe dovuto vedere Hoseok. Il nervosismo cresceva man mano che non scorgeva nulla.
Dannazione.
E se non fosse davvero più venuto?
Lanciò uno sguardo preoccupato all'orologio che gli rivelò il ritardo di mezz'ora dell'altro ragazzo poi, dopo aver avuto un piccolo attacco di panico, si toccò la coscia e sentì, sotto il palmo della mano, il suo telefono infilato nella tasca di quei jeans consumati. E se lo disturbassi? Si chiese, mentre gli balenava l'idea di chiamarlo e sapere se riusciva ad esserci quella sera.
Iniziando a comporre il numero, come se fosse stato un angelo caduto dal cielo apposta per lui, scorse il moro incamminarsi verso di lui stretto in quei suoi indumenti scuri che risaltavano la sua pelle pallida e i suoi formidabili muscoli delle braccia.
"Scusa per il ritardo" era proprio davanti a lui, fece un inchino per scusarsi immensamente e poi aggiunse "mi perdoni per il mio ritardo?"
Era impossibile, per Hyungwon, resistere a quegli occhi da cucciolo che faceva ogni qualvolta aveva una richiesta, ma decise di stringere i denti e fare il difficile.
"E se io non volessi?" Disse, con un tono a metà fra il divertito e l'offeso; arricciò il naso per dare maggiormente l'impressione del ragazzo infastidito.
"Come no?! Eddai!" Esclamò Hoseok disperato e con qualche sfumatura di timore.
Aveva paura di averlo sul serio offeso?! O aveva paura di perderlo?! O, magari, entrambe... pensava Hyungwon.
"Dovrai fare una cosa per farti perdonare." Annunciò il rosa, sorridendo sotto i baffi.
"Cosa?" Chiese l'altro, prendendo posto sulla panchina vicino al più giovane; nel tono di voce si poteva leggere sincera curiosità.
"Coccolami ed io ti perdonerò." Quella frase gli era sfuggita dal suo controllo mentale, ma ormai era fatta; si sentì il battito cardiaco accelerare così tanto, da rischiare che gli esplodesse nel petto.
D'altro canto, Hoseok, ringraziò mentalmente l'oscurità che non permetteva all'altro di vedere le sue guance andare a fuoco; gli aveva appena chiesto di coccolarlo?! Era felice, felice ed innamorato.
Hyungwon appoggiò la sua testa rosa pastello sulla spalla di Hoseok e, quest'ultimo, cominciò a giocherellare con le ciocche soffici del più giovane e, ogni tanto, si divertiva a sfiorargli la guancia liscia e pura con il pollice.
Rimasero così, a contemplare le ore che passavano, in un piacevole silenzio che non aveva alcun scopo imbarazzante o timoroso: solo silenzio. A loro, a volte, non servivano le parole: non erano sempre indispensabili, bastavano i gesti e ascoltare i respiri che si univano per intrattenersi.
"Sai" ruppe il beato silenzio Hyungwon, mentre i suoi capelli venivano ancora torturati dal più grande "per qualche strana ragione credevo fossi arrabbiato con me." Decise di spogliarsi di quell'idea di fronte all'altro, in fondo, se doveva giudicarlo, lo poteva fare faccia a faccia lì e in quel momento.
Hoseok rimase zitto per qualche minuto, giusto per ricordare un eventuale episodio in cui fosse sembrato nervoso, non gliene veniva in mente nessuno ma, proprio quando stava per dire che non si ricordava di episodi del genere, gli esplose il ricordo di quando aveva provato quella rabbia strana ed estremamente pericolosa, ma non nei confronti di Hyungwon, no, non dei suoi, ma in quelli del suo compagno gay che lo stringeva a sé. Gli si strinse lo stomaco per la gelosia.
"Non ero arrabbiato con te, ero solo... geloso." Rispose serio, smettendo di accarezzare la testa dell'altro e mordicchiandosi il labbro inferiore.
Geloso?
Aveva detto, sul serio, geloso?
No, se l'era sognato.
Hyungwon non poteva credere a ciò che le sue orecchie avevano udito.
Era sicuro la sua immaginazione da innamorato che tentava di distogliere la sua attenzione dalla realtà.
"Scusa, non stavo ascoltando." Mentì il rosa, rialzando la testa dalla spalla di Hoseok e cercò di intravedere attraverso l'oscurità il volto del più anziano.
"Non ero arrabbiato, ero solo geloso. So che è stata una reazione esagerata, me ne vergogno anche io." Ripeté l'altro, con un leggero sospiro: non sapeva davvero cosa aspettarsi da Hyungwon.
Era felice.
Hoseok era geloso di lui.
Era così bello pensarlo. Immaginarlo. Viverlo.

Kihyun, quella mattina, voleva andare alla spiaggia per ammirare il mare mentre il sole nasceva all'orizzonte. Prese le chiavi di casa, i biglietti per il bus che lo avrebbe trasportato e la borsa della spiaggia: era tutto pronto; guardò lo schermo del telefono, mentre pensava di spegnerlo ma, come se il telefono lo avesse letto nel pensiero e fosse stato contrariato, vibrò e un messaggio fece accendere quello schermo.

Shownu💕🐻:
Ehi, Kihyun, sei libero oggi?

Cosa doveva rispondergli?! Mentirgli e saltare il suo relax al mare, per una volta che si era guadagnato una giornata a casa da lavoro, o dire la verità, ma non potendo vedere il ragazzo che più amava.
Crisi.
Era in crisi.
Guardò incantato l'apparecchio telefonico che stringeva nelle mani e rifletté sul da farsi, alla fine optò per dire la verità. Gli dispiaceva mentire a Hyunwoo.

Kihyunie🐹:
No... vado al mare.

Mentre scriveva, però, gli balenò un'idea: così aggiunse un "da solo", dopo al "vado al mare." e aspettò. Nel mentre che attendeva la risposta dell'altro, uscì di casa e indossò una felpa: seppur fossero le 7 di mattina, faceva freddo.
Vibrazione del telefono.
Sorpresa.
Felicità.
3 conseguenze del messaggio che gli aveva inviato Hyunwoo: "aspettami, fra 2 minuti sono lì con la macchina. Andiamo insieme."
Puntuale come un orologio svizzero, la vecchia Polo nera di Hyunwoo, era parcheggiata sul vialetto della casa di Kihyun.
"Salta su, hai preso tutto quel che ti serve?" Chiese Hyunwoo, abbassando il finestrino del passeggero per poter parlare con il più giovane senza dover uscire dall'auto.
"S-sì, ho tutto." Rispose Kihyun, gettando la borsa della spiaggia nei sedili di dietro e poi montò davanti, di fianco al guidatore.
Ci misero poco ad arrivare, ascoltarono musica che piaceva ad entrambi, messa a tutto volume come erano soliti fare tutti e due e avevano parlato parecchio, scoprendo segreti e ridendo a qualche stupido avvenimento.
"Eccoci al mare." Disse Hyunwoo, scendendo dall'auto e raggiungendo la riva, togliendosi le scarpe nel mentre.
"Camminiamo un po'?" Propose Kihyun, dopo averlo raggiunto.
Il più anziano sorrise leggermente e annuì con la testa; camminarono a lungo, ammirando il sole che piano piano nasceva dall'acqua del mare, fecero qualche foto e poi si sedettero, su un asciugamano, sul bagnasciuga; il mare accarezzava loro le dita dei piedi e faceva venire qualche brivido fresco e piacevole.
"Kihyun" disse Hyunwoo, guardando l'acqua stagliarsi sui suoi piedi "ma io ti piaccio? Nel senso, come più di un amico?" Chiese tutto d'un fiato, oggi si sarebbe dichiarato: era stufo di fare l'apatico anche con il ragazzo che amava.
"B-beh..." balbettò l'altro, ingoiò un po' di saliva e fece per riprendere a parlare ma, non appena si girò, si ritrovò le labbra del più grande premute sulle sue. Un bacio dolce, gentile e colmo d'amore.
"Non mi piaci, ti amo." Gli stava dicendo attraverso i gesti.

oɴʟʏ ʏoᴜ - ʜʏᴜɴɢwoɴʜo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora